Scuole non statali. Quando la forza non sente ragioni
La Camera approva il provvedimento nonostante i rilievi di costituzionalità e legittimità sollevati dall’opposizione
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Avevamo sperato che la ragione prevalesse sulla forza. Non è stato così!
Nella seduta di ieri la Camera dei Deputati, con uno scarto di una manciata di voti, ha convertito in legge, con modificazioni, il decreto-legge 5 dicembre 2005, n. 250, che contiene l’art. 1 bis sulle scuole non statali.
Non sono valse le ragioni di incostituzionalità e di illegittimità del provvedimento evidenziate puntualmente dall’opposizione durante tutto il dibattito parlamentare.
Non sono valse le motivazioni che ci hanno indotto a chiedere con insistenza di respingere il provvedimento.
Come è accaduto in altre circostanze, la maggioranza governativa di centro destra ha fatto ricorso alla forza dei numeri.
Ha voluto, così, imporre quell’idea di scuola, teorizzata in varie occasioni dalla Moratti, basata sul mercato e le sue leggi.
Ha voluto, così, “premiare” quella parte “interessata” del suo elettorato regalando loro un provvedimento che favorisce i loro interessi calpestando il dettato costituzionale.
Nonostante l’approvazione il nostro giudizio rimane inalterato.
Quel provvedimento, che di fatto stravolge la legge di parità scolastica e che estende il finanziamento diretto da parte dello Stato a tutte le scuole paritarie primarie private, è illegittimo, incostituzionale e pericoloso per il futuro del nostro sistema di istruzione fondato sulla centralità dell’intervento pubblico.
Roma, 3 febbraio 2006
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