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Scuole italiane all'estero: Solo tagli agli organici

Pubblichiamo l’articolo di Enrico Panini apparso nell’edizione odierna del quotidiano “La Stampa”

03/07/2001
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Pubblichiamo l’articolo di Enrico Panini apparso nell’edizione odierna del quotidiano “La Stampa”

Anch’io, come l’on. Gian Giacomo Migone, voglio raccontare una storia. E’ quella del grande silenzio che ha caratterizzato l’impegno riformatore della precedente legislatura sulle scuole italiane all’estero (i cui ordinamenti risalgono agli anni quaranta) e sui corsi (siamo negli anni settanta). Non un Disegno di Legge presentato dalla maggioranza, non una discussione di merito. Solo tagli agli organici, riduzione delle spese un maggiore ruolo dei privati e la conferma del potere discrezionale del Ministero degli Affari Esteri. Le ripetute richieste e denuncie dei sindacati confederali sono state puntualmente archiviate. In questo rumoroso silenzio dispiace che un parlamentare, autorevole e prestigioso, dimentichi che il precedente Parlamento ha avuto cinque anni di tempo per intervenire in modo organico e che con ciò non è stato fatto. L’unico atto legislativo ha riguardato il personale. Ma vediamone gli aspetti critici, che non riguardano né la permanenza né il periodo di interruzione come, con una punta di malizia, si vorrebbe far intendere. Con la legge si è intervenuti su una materia contrattuale e ciò non è possibile. Infatti, lo stesso Governo ha riconosciuto le nostre ragioni e ha dato mandato alla sua agenzia contrattuale (l’ARAN) di aprire le trattative. La legge, infine, non considerando che nel frattempo si erano create graduatorie concorsuali comprensive di docenti mai andati all’estero, nulla ha detto sulla transizione. In questo riuscendo a dare sicuro alimento al partito dei ricorsi al Tar.

Inutilmente per oltre un anno e mezzo, abbiamo chiesto un incontro alla Commissione Esteri per sostenere queste ragioni e proporre soluzioni. Non abbiamo ricevuto neanche un cenno di cortese riscontro. Il silenzio e basta.

Vale la pena di dire ai lettori che, da quando le modalità (non la gestione) di invio all’estero sono state riscritte con il contratto, sottraendole alla discrezionalità del Ministero degli Affari Esteri, in tutte le aree linguistiche si è registrato un ricambio molto ampio, in qualche caso totale, con effetti positivi sulla qualità e sul rinnovamento del servizio.

Il sistema di ricambio professionale previsto dal contratto agisce su oltre il 65% dei posti assegnati annualmente. Di questo hanno beneficiato la scuola italiana all’estero e migliaia di docenti che per la prima volta hanno potuto vivere un’esperienza professionale importante.

Roma, 3 luglio 2001

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