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Sciopero della scuola: i temi della protesta

Preparato nei giorni scorsi da migliaia di assemblee, lo sciopero di venerdì 20 maggio, interesserà per tutta la giornata le scuole italiane.

19/05/2016
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Preparato nei giorni scorsi da migliaia di assemblee, lo sciopero di domani, 20 maggio, interesserà per tutta la giornata le scuole italiane. Sono più di 8.600 gli istituti, presenti su tutto il territorio con oltre 40.000 sedi scolastiche, molte delle quali saranno chiuse per effetto di una partecipazione che si preannuncia molto alta.

Tre le parole chiave che riassumono ragioni e obiettivi della giornata di lotta: contratto, partecipazione, stabilità del lavoro, per superare gli aspetti più devastanti e deleteri della legge 107 del 2015.

I sindacati chiedono di rinnovare un contratto fermo da anni, una situazione che la stessa Corte Costituzionale ha dichiarato illegittima e che si è fatta assolutamente intollerabile. Un contratto che riconosca in modo adeguato il valore del lavoro in un settore di importanza strategica per il Paese, riavvicinando le retribuzioni del personale della scuola a quelle di altri comparti della Pubblica Amministrazione e a quelle degli altri Paesi europei.

Contratto e contrattazione: è indispensabile riconquistare al confronto e al negoziato materie che toccano aspetti importanti del rapporto di lavoro e che non possono essere gestiti in modo unilaterale e verticistico. Quando si parla di assegnazione della sede di servizio, o di retribuzione per merito, servono regole certe e trasparenti e la sede legittima per definirle è la contrattazione.

Partecipazione: lo sciopero rilancia e difende un’idea di scuola in cui tutti i soggetti agiscono nel segno della partecipazione, della collegialità, dell’assunzione di responsabilità condivise.

È la scuola della nostra Costituzione, quella che ha fatto crescere le persone e il Paese e che non vogliamo vedere esposta a divisioni artificiose e inquinata da suggestioni autoritarie inutili e pericolose.

Stabilità del lavoro: la realtà è molto diversa da quella propagandata dal Governo. L’area del lavoro precario non è affatto diminuita, per i docenti, col piano straordinario di assunzioni e col bando di un concorso. Per gli ATA, poi, addirittura zero assunzioni pur essendoci 12.000 posti vacanti. Sono decine di migliaia i precari che non vedono realizzato il loro diritto alla stabilità del lavoro, e rischiano anzi di perderlo per effetto delle scelte compiute dal Governo.

La protesta di domani riguarda direttamente tutte le professionalità presenti nella scuola: personale ATA, docenti, dirigenti che chiedono che il valore della scuola pubblica non sia declamato a parole, ma sostenuto concretamente da forti politiche di investimento.

Manifestazioni si terranno in tutte le principali città italiane, organizzate dalle strutture territoriali e regionali dei sindacati Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola e Snals Confsal. Si concluderà davanti al MIUR di viale Trastevere la manifestazione di Roma, dove un corteo partirà da Porta San Paolo alle 10.

FLC CGIL
Domenico Pantaleo
CISL  Scuola
Maddalena Gissi
UIL  Scuola
Giuseppe Turi
SNALS  Confsal
Marco Paolo Nigi

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