Riforma Organi Collegiali: il dibattito alla Camera
Proseguono i lavori della VII Commissione della Camera. Accolte prime importanti modifiche. I privati entrano solo se invitati e senza diritto di voto. Ma molti i punti da rivedere a partire dagli statuti. Necessario ascoltare il mondo della scuola.
La Commissione cultura della Camera ha continuato in questi mesi la discussione sul disegno di legge (n. 953) sugli organi collegiali..
Il testo, come si evince dagli emendamenti finora approvati, è stato migliorato in alcuni punti, grazie anche alle pressione della FLC che ha presentato e sostenuto in tutte le sedi possibili diversi emendamenti. Ma restano ancora molti aspetti contestabili.
Andiamo con ordine
È certamente un passo avanti che sia stata superata, finalmente, la discriminazione nei confronti del personale ATA che vede ripristinato il proprio di diritto alla rappresentanza nel Consiglio dell’autonomia. Come è anche un avanzamento che, nello stesso Consiglio, si preveda la rappresentanza paritetica fra genitori e alunni nella secondaria superiore. Mentre nel primo ciclo, genitori e docenti avranno una rappresentanza paritetica. Inoltre, i genitori e gli alunni (nelle scuole superiori) avranno assicurata una loro rappresentanza nei Consigli di classe.
È ancora senz'altro importante che i privati, contrariamente al testo iniziale, entrano in Consiglio solo se invitati e senza diritto di voto. Pertanto non possono in alcun modo condizionare la vita della scuola.
Sono modifiche importanti, ma non sufficienti. Soprattutto c'è un vizio di fondo: non si è voluto coinvolgere nella discussione il mondo della scuola. Una scelta sbagliata, perché non si può disegnare la “governance” di una scuola a tavolino e poi calarla dall’alto e imporla alle scuole, ai lavoratori, agli studenti ed alle famiglie che ora debbono far sentire la loro voce per cambiarla.
I genitori e gli studenti trovano inoltre uno spazio maggiore di iniziativa e di attività laddove si prevede la costituzione di loro specifici organismi, cosa che in precedenza era lasciata ad una generica valorizzazione da parte degli statuti.
In generale una tematica così delicata e importante non può restare chiusa in una Commissione parlamentare, ma deve andare in discussione in aula.
Vediamo ora i punti critici
L'autonomia statutaria, se non regolamentata con la stessa legge di riforma, finisce per schiacciare gli organi collegiali, in particolare il consiglio dei docenti. Ad esempio, se è positivo che gli organi interni delle Istituzioni scolastiche adottino propri regolamenti (il che potrebbe salvaguardare l’autonomia del Collegio docenti), non è chiaro se e come verrà salvaguardata la libertà di insegnamento. Infatti, rimane ancora in piedi, all’art 6 comma 1, il potere di disciplina della vita del Collegio da parte dello Statuto. Un punto che va decisamente cambiato, come chiediamo nei nostri emendamenti.
È importante, ma non sufficiente il fatto gli Statuti verranno sottoposti a monitoraggio nel corso dei primi due anni di attuazione della legge al fine di assicurare l’unitarietà del sistema di istruzione.
In materia di rappresentanza delle componenti scolastiche, registriamo ancora dei vuoti da colmare: primo, il personale Ata non trova posto nel Consiglio nazionale delle Autonomie scolastiche, con ciò si esclude, incomprensibilmente, un soggetto decisivo nella gestione delle scuole (circa 200.000 addetti), secondo nello stesso Consiglio nazionale non si prevede, come abbiamo sempre richiesto, la costituzione di specifiche sezioni di tutela delle professionalità della scuola, in particolare Docenti e Dirigenti scolastici (DS), in relazione all’esercizio della libertà di insegnamento.
Nel Consiglio dell’Autonomia a livello di scuola il Direttore dei Servizi Generali e Amministrativi (DSGA) continua a non avere diritto di voto.
E, a proposito di DS, persiste la norma per cui egli risponde dei risultati del servizio agli “organismi statutariamente competenti,” in contraddizione con altre norme (D.lvo 165/2001 e CCNL Area V). Questo passo è causa di confusione rispetto alle competenze e alle responsabilità dei DS, i quali, già oggi, rispondono dei risultati del loro lavoro e del servizio scolastico.
Per quanto ci riguarda rimane il fatto che la discussione dovrà segnare modalità diverse di confronto con il mondo della scuola e un'attenta ponderazione degli effetti di tale legge anche in relazione alla tenuta del sistema unitario istruzione.
Prima di giungere all'approvazione del testo è necessaria una larga consultazione che coinvolga le forze sociali, istituzionali e tutto il mondo della scuola.
Su questo terreno la FLC è impegnata a promuovere iniziative territoriali e nazionali.
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