
Parole in libertà dalla titolare del Ministero dell'Istruzione. La nostra replica
Finanziamenti, tagli, organici, sostegno,... la FLC CGIL risponde punto per punto alle recenti dichiarazioni del Ministro Gelmini alla trasmissione "Che tempo che fa".


Il Ministro Gelmini non sa di che parla e tenta di nascondere la verità. Dopo 3 anni al Ministero dell'istruzione è davvero grave.
Punto per punto l'operazione verità della FLC
1. I tanto bistrattati "bidelli" si chiamano "collaboratori scolastici", non si occupano solo di pulire la scuola, ma anche dell'assistenza agli alunni, della loro sicurezza e dell'accoglienza, forniscono prime informazioni alle famiglie, ai cittadini e garantiscono servizi fondamentali per l'integrazione dei bambini e dei ragazzi disabili. Sono 120 mila distribuiti in 42 mila sedi scolastiche (meno di 3 a sede).
Paragonarli ai carabinieri non ha alcun senso logico. È una boutade per impressionare l'uditorio. Il Ministro dimentica di dire che, a fronte di prestazioni fondamentali per garantire la qualità dell'offerta formativa, guadagnano poco o raramente superano i mille euro al mese e molti di essi sono precari.
I tagli al tutto il personale amministrativo, tecnico e ausiliario sono spacciati dal ministro come una scelta di "qualità" sulla "quantità". Il Tar del Lazio ha rinviato l'ultimo provvedimento in questione alla Corte Costituzionale, sollevando la legittimità rispetto alla articoli 3, 97, 117. Come gran parte delle norme prodotte sull'istruzione: tanta demagogia nasconde il bisogno di fare cassa sulla scuola statale.
2. Gli addetti alla scuola sono troppi? In 3 anni il governo Berlusconi ha tagliato oltre 130 mila posti. Per mancanza di personale è stato ridotto il tempo pieno, sono stati chiusi corsi serali, sono state tagliate attività didattiche, in alcuni casi per mancanza di "bidelli" sono i genitori ad aprire e chiudere le scuole.
3. Gli insegnanti di sostegno in molti casi sono stati ripristinati dopo i ricorsi dei genitori. La mamma Gelmini dovrebbe vergognarsi di insinuare che altre mamme vogliano far passare per disabili figli che non lo sono. Con il suo disinvolto intervento il ministro ha cancellato l'eccellenza della scuola italiana nell'inserimento dei disabili nelle classi.
4. Gli insegnanti sono troppi e quindi sono malpagati. La verità è che sono ancora di più malpagati perché il governo ha bloccato i contratti e ha tolto finanziamenti alla scuola pubblica per darli alla scuola privata (si veda la tabella allegata), dove peraltro sono malpagati lo stesso. I tanti vituperati scatti di anzianità, ora bloccati, sono stati negli anni l'unico riconoscimento dell'esperienza professionale. Con quali finanziamenti Gelmini pensa di pagare "il merito" è presto detto: toglie ad alcuni per dare ad altri, mettere lavoratori contro altri, senza quindi risorse aggiuntive. A parte che non sono chiari i termini del suo progetto di la da venire, l'idea è di scatenare una competizione indegna di una comunità educativa che va messa in condizione, anche con premi, di dare il meglio.
Il Ministro potrebbe dare coerenza alle sue dichiarazioni di principio passando ai fatti: impegni il governo a fare investimenti straordinari per migliorare le retribuzione degli insegnanti, a cominciare dal rinnovo dei contratti pubblici bloccati per tre anni.
5. Le scuole sono sporche e i "bidelli" non puliscono. Il Ministro farebbe bene ad inviare le ispezioni per verificare lo stato di pulizia dei locali. A noi risulta il contrario: la maggior parte delle scuole sono pulite nonostante il taglio del personale e di fondi che stanno penalizzando fortemente anche i lavoratori degli appalti. Spesso i collaboratori scolastici sono costretti a portarsi i detersivi da casa perché in alcuni casi la mancanza di risorse impedisce alle scuole di comprare il materiale necessario.
6. È falso che il finanziamento alla scuola pubblica sia aumentato del 30%. Nel 2001 era di 331 milioni nel 2011 è di 132 milioni di euro (sono i dati del bilancio dello stato). Nel 2009 e 2010 è stato zero. La scuola privata è passata da 425 milioni di euro nel 2001 a 528 milioni di euro nel 2011. Di contro le scuole statali dal 2006 anticipano, con i contributi sempre più obbligatori delle famiglie, spese per conto dello Stato. Spese che lo Stato non ha mai restituito.
7. Lo Stato risparmia se finanzia la scuola privata. Dichiarazione indegna di un ministro della Repubblica. Uno Stato democratico e civile ha il dovere di istruire ed educare i propri cittadini secondo i principi costituzionali. Lo Stato non può delegare a scuole di parte la formazione dei cittadini (per esempio nella scuola di partito di Adro), anche se non può impedirne la costituzione, ma "senza oneri" per i contribuenti. La scuola di tutti è gratuita, la scuola di parte se la paga chi la frequenta. La scuola di tutti va messa in condizione di dare il massimo a tutti.
8. La spesa per l'istruzione è assorbita quasi esclusivamente dalle spese correnti. È vero. Ma solo perché non ci sono più finanziamenti per investimenti. Dal 2001, neanche un euro. Inoltre gli stanziamenti della legge 440/97 (Autonomia scolastica) voluta dal Ministro Berlinguer per finanziare e sostenere i piani dell'offerta formativa si sono ridotti del 66%. Nel 2001 erano di 258 milioni nel 2011 sono 87 milioni di euro.
9. Su istruzione e investimenti anche l'Ocse nel 2010 ci ha bocciati. L'Italia investe solo il 4,5% del Pil rispetto ad una media Ocse del 5,7% e cioè il 9% della spesa pubblica totale, contro il 13,3% della media Ocse. Basta questa a smentire sonoramente il Ministro Gelmini: l'Italia non investe in conoscenza, semmai disinveste decidendo di condannare il Paese all'assenza di futuro.
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