Pagelle online: non facciamoci travolgere dagli annunci
Anche una nota ministeriale dello scorso ottobre sembra, tra le righe, evocare un po’ di buon senso.
E’ vero: con il decreto legge n. 95/2012 contenente “Disposizioni urgenti per la razionalizzazione della spesa pubblica”, convertito dalla legge n. 135/2012, viene dato impulso a un processo di dematerializzazione che nel settore della scuola riguarda:
- le iscrizioni da effettuare con modalità online;
- la pagella in formato elettronico, che ha la medesima validità legale del documento cartaceo ed è resa disponibile per le famiglie sul web o tramite posta elettronica o altra modalità digitale;
- i registri online;
- l’invio delle comunicazioni agli alunni e alle famiglie in formato elettronico.
Proprio in questi giorni genitori, famiglie, scuole e ministero sono alle prese con un’altra procedura on line: le iscrizioni. Il loro annuncio aveva suscitato non poche perplessità e già nella fase di preparazione erano emerse varie criticità. Da ieri sono aperte e già fanno notizia i rallentamenti, le disfunzioni, i blocchi del sistema informatico.
Eppure non mancano gli adepti di questo processo dal nome roboante, “dematerializzazione”, infatti vi è chi spinge per le pagelle online. A proposito: ma non si chiamavano “documento di valutazione” e prima ancora “schede di valutazione”? Che dire: sarà un effetto della spinta riformista del governo Monti questo ritorno a un lessico antidiluviano?!
A fronte di tanto fervore è il caso di ricordare che la legge introduce questo processo senza destinare un centesimo alla sua realizzazione e senza prevedere alcuna formazione per docenti e personale di segreteria. Già questi elementi rendono poco realistico l’obiettivo di mettere in pratica la “dematerializzazione” in tempi così fulminei.
Devono rendersene conto anche al MIUR visto che già nella nota 682/U del 3 ottobre scorso, nell’illustrare la dematerializzazione nel settore scolastico, si precisava: L’anno scolastico appena iniziato rappresenta un periodo di transizione durante il quale le scuole dovranno attivarsi per realizzare al meglio il cambiamento.
Come a dire: intanto si comincia, cerchiamo di fare il meglio possibile, questo è un anno di prova, di transizione, appunto.
La FLC non è contraria all’innovazione. Non apprezza però chi fa ne un vessillo ideologico o peggio trasforma il richiamo all’innovazione in fumisterie per velare lo stato di degrado in cui versa la scuola dopo i tagli. Soprattutto, l’uso delle nuove tecnologie non deve diventare un nuovo veicolo di esclusione. In Italia sono moltissime le persone e le famiglie a non disporre di un pc, di un collegamento internet o delle competenze per utilizzarlo. Non per questo possono essere discriminate. Ricordiamo allora, che la legge prevede che “…Resta comunque fermo il diritto dell’interessato di ottenere su richiesta gratuitamente copia cartacea del documento redatto in formato elettronico”.
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