Organici: servono scuole in grado di funzionare
Con la pubblicazione della CM n.36/05 il MIUR, con la consueta procedura, trasmette alle Direzioni regionali la bozza di decreto interministeriale sugli organici dei docenti per l’anno scolastico 2005-2006
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Con la pubblicazione della
CM n.36/05 il MIUR, con la consueta procedura, trasmette alle Direzioni regionali la bozza di decreto interministeriale sugli organici dei docenti per l’anno scolastico 2005-2006.
Una bozza che forse, come è accaduto per l’ultimo decreto, sarà discussa e approvata definitivamente in Parlamento tra un anno, quando le scuole saranno in funzione e nessuna modifica sarà più proponibile.
Fenomeno procedurale difficile da comprendere ed accettare poiché lascia nelle mani dell’amministrazione decisioni importanti, su cui quelle politiche, in termini di investimento, dovrebbero essere preminenti.
C’è la legge finanziaria che ha dettato le regole, risponderà qualcuno, ma abbiamo assistito, soprattutto nello scorso anno, al fatto che c’è un pacchetto di risorse “accantonato” e ridistribuito discrezionalmente; non si spiega in altro modo la differenza, in entrata e in uscita, dei dati forniti. Dato evidentissimo per la scuola dell’infanzia in cui si acquisiscono 480 posti in più concessi dopo l’emanazione del decreto.
Il fatto è che i posti assegnati alle regioni non corrispondono affatto alle esigenze ed alle domande territoriali, né potrebbe essere altrimenti dopo i tagli pesantissimi effettuati da questo governo che hanno messo in difficoltà la funzionalità delle scuole, private delle risorse umane, oltre che di quelle economiche.
La pesantezza della situazione di partenza per il prossimo anno scolastico risulta evidente solo a guardare la tabella che segue, in cui sono riportati i numeri dei docenti così come il MIUR li rileva nelle sue pubblicazioni annuali.
Il picco più alto corrisponde alle 30.000 assunzioni a tempo indeterminato, su 60.000 programmate dal governo precedente, effettuate nel primo anno di governo della Moratti. Dopo, come il grafico illustra meglio delle parole, abbiamo visto solo un precipitare di tagli tanto che le 15.000 assunzioni del 2004 , le uniche di cui si può fregiare questo governo, non scalfiscono la curva calante del numero dei docenti della scuola italiana.
Il fatto che la legge finanziaria preveda lo stesso numero di docenti dello scorso anno non trae in inganno nessuno, quindi, il problema è che il personale non basta ad assicurare il funzionamento del servizio!
Basta ricordare che nell’anno in corso sono stati attivati 134.000 contratti “annuali” ( nelle due tipologie ricorrenti, con scadenza al 30 agosto ed al 30 giugno ) per poter tenere aperte le scuole. Ormai siamo al 20% dei posti che vengono coperti con personale supplente.
C’è una inaccettabile ipocrisia che governa i numeri della scuola, sempre più distanti dalle realtà territoriali: per esempio le prime rilevazioni sui dati immessi dopo le iscrizioni registrano solo a Milano l’esigenza di 600 posti in più rispetto all’anno scorso…ma in tutta la regione Lombardia la bozza di decreto rende disponibili solo 400 posti.
La forbice che governa l’organico è ogni anno più aperta e non garantisce le scelte delle famiglie ( proprio quelle che il governo pubblicizza! ) ed il diritto allo studio degli studenti, di tutti gli studenti compresi i disabili , per i quali occorre ricorrere alla magistratura per ottenere le ore di sostegno necessarie all’integrazione, e gli immigrati, cui sono tagliati i facilitatori.
Situazione ancora più grave se si pensa che nel frattempo si accettano nelle scuole dell’infanzia bambini anticipatari senza che sia stata definita alcuna condizione che renda possibile il loro buon inserimento e si taglia ovunque il tempo scuola che pure viene richiesto.
Una situazione esplosiva, che nessuno può considerare conclusa con la CM 36/ 05 che invece apre il confronto con il territorio: ovunque i parametri per la composizione delle classi non possono essere applicati per mancanza di posti sarà necessario aprire vertenze perchè il diritto allo studio sia garantito ad ogni ragazza e ragazzo del nostro Paese nelle condizioni qualitative necessarie.
Il governo non può negare il diritto nascondendosi dietro esigenze di bilancio, la finanziaria rappresenta infatti un piano programmatico importante che si può però assestare successivamente, operazione che peraltro viene fatta regolarmente, quindi è ancora possibile aumentare le risorse per la scuola. Basta volerlo.
Roma, 16 marzo 2005
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