Mobilità scuola: docenti, no al vincolo quinquennale per i neo-assunti
La FLC CGIL chiede la cancellazione della norma che impedisce qualsiasi movimento ai neo assunti docenti e DSGA. Si devolva la materia alla funzione regolatrice del Contratto
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L’obbligo di permanenza che vincola per cinque anni i docenti sulla prima sede di immissione in ruolo, ha vita recente: introdotto nella L. 145/2018 (Legge di Bilancio 2019) solo per le secondarie ai nominati da concorso straordinario DDG 85/2018, poi esteso dal 1° settembre 2020 a tutti i docenti a prescindere dalla modalità di reclutamento dalla L.159/2019, è un provvedimento che modificando una disciplina consolidata, ha apportato uno stravolgimento nelle scelte a suo tempo operate dai lavoratori e nelle loro legittime aspettative.
Imponendo il divieto di accedere ai trasferimenti, si è introdotta una norma che non solo cancella il testo unico, ma distorce quanto disposto dal CCNI 2019-2022 vigente in tema di mobilità territoriale e professionale, senza consentire alcun aggiornamento concordato tra le parti. Ulteriori conseguenze ricadono anche sull’altro CCNI triennale che regola le assegnazioni provvisorie e le utilizzazioni: manovra miope che non tiene nemmeno conto dell’esigenza di coprire i posti di sostegno con personale specializzato, disposto a farlo senza cambiare titolarità.
Molto discutibile che gli effetti applicativi di tale obbligo non prevedano le tutele per chi beneficia di leggi specifiche, come i docenti con art.21 della legge 104/92 o art. 33 comma 3 e 6 qualora il riconoscimento sia avvenuto prima delle procedure concorsuali del 2018.
Grave e inaccettabile è soprattutto la violazione del CCNL dal momento che la L.159/2019 fissa anche la non-derogabilità del vincolo per via contrattuale, ovvero una forte incursione nelle materie oggetto di negoziazione come declinate nel contratto nazionale di lavoro.
Non trova ragione una operazione condotta in tal modo, imposta unilateralmente e in contrasto con i presupposti che hanno regolato il canale di reclutamento cui avevano aderito gli aspiranti: senza attenzione per le decisioni personali e lavorative di decine di migliaia di docenti e senza rispetto nemmeno per le prerogative di un sistema di relazioni sindacali che ha visto presente anche il Ministero stesso quale firmatario di un contratto poi reso in parte inesigibile.
È nostro dovere raccogliere gli appelli e rappresentare lo sconforto di coloro che sono stati penalizzati nelle varie fasi di assunzione a causa dell’accantonamento delle quote, per poi assistere impotenti a decine di migliaia di posti lasciati vacanti; tutto ciò per un grave difetto di gestione dove è mancata l’analisi completa del processo, capace di mettere insieme contingenti autorizzati, reali disponibilità sui territori e capienza delle graduatorie.
Per questo, anche in occasione della discussione della prossima legge di bilancio, la FLC CGIL ha avanzato, per l’ennesima volta, alle forze parlamentari la proposta di eliminazione del vincolo quinquennale, urgente e non-rinviabile, ancora di più nell’odierno contesto di incertezza sanitaria. E questo vale anche per i Dsga neo assunti obbligati anch’essi a permanere nella sede di prima assegnazione per almeno cinque anni.
Chiediamo, come misura di sostegno ai lavoratori, un intervento senza implicazioni economiche, affinché con le regole contrattualmente stabilite della mobilità (percentuali) chiunque possa accedere in modo volontario alla domanda di trasferimento senza vincolo quinquennale di permanenza.
La continuità didattica e amministrativa non si garantisce con provvedimenti impositivi, ma quando il permanere su una scuola deriva da una scelta valutata e volontaria: ed è proprio qui, nel confronto tra esigenze amministrative e diritto di partecipazione, che il Contratto di mobilità dà garanzia di un equilibrio funzionale.
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