Mobilità scuola 2018/2019: conferme e nuove prospettive
Il nostro impegno per consentire a docenti, personale ATA ed educativo di accedere alla mobilità in un quadro di norme chiare e trasparenti, che garantiscano procedure oggettive, senza concessioni alla discrezionalità, ai favoritismi e agli algoritmi impazziti.
Si sono aperte lo scorso 3 aprile le operazioni di mobilità territoriale e professionale 2018/2019 che coinvolgono tutto il personale docente, educativo e ATA della scuola; un impegno di grande portata che, negli ultimi due anni, si è quantificato in circa 100.000 interessati e in più di 170.000 domande presentate.
Speciale mobilità.
La prima scadenza riguarda i docenti (dal 3 al 26 aprile) poi gli ATA (dal 23 aprile al 14 maggio), quindi gli educatori (dal 3 al 28 maggio); la modalità è tramite piattaforma su istanze online per tutti, salvo per gli insegnanti di religione cattolica, i richiedenti il passaggio di ruolo/cattedra sulle discipline specifiche dei licei musicali e coloro che si verranno a trovare in posizione di soprannumerarietà, per i quali è previsto l’inoltro su modello cartaceo. Calendario delle scadenze e guida alla compilazione delle domande.
Il contratto integrativo di riferimento è quello sottoscritto lo scorso anno, poi prorogato per i movimenti 2018/2019 a seguito dell’accordo-ponte siglato il 22 dicembre 2017. In quella data, alla soglia dell’apertura del tavolo di confronto per il rinnovo del CCNL fermo da nove anni, come FLC CGIL in piena condivisione con le altre sigle sindacali, si è ravvisata la necessità di non mettere in discussione quanto acquisito nella lunga trattativa precedente e posticipare all’anno prossimo la revisione di un testo che già si preannuncia rispondere ad una esigenza di durata triennale.
Nello specifico del CCNI la proroga ha il vantaggio di mantenere le acquisizioni positive rispetto alle leggi vigenti perché, è sempre bene ricordare, la stessa legge 107/15 ha introdotto per i docenti la titolarità su ambito a partire dall’anno scolastico 2016/2017 con una progressiva estensione a tutto il personale già assunto in ruolo a tempo indeterminato, individuando, nel contempo, una forma di mobilità solo tra ambiti territoriali e non più su scuola.
Il superamento di queste disposizioni ottenute tramite il contratto, appare come un punto di forza dell’azione sindacale e la sua riproposizione non può che trovare sede nella finalità che la FLC CGIL si è posta già all’indomani dell’approvazione della “Buona scuola”, cioè il progetto costante e pervicace di lavorare alla cancellazione dei suoi punti più dannosi.
Ancora per un anno, quindi, si deroga alla legge stabilendo altri principi: le preferenze su scuola oltre che su ambito con conseguente titolarità, il superamento del vincolo triennale di permanenza nella provincia, la salvaguardia dei perdenti-posto, le preferenze sintetiche negli ex CTP, la stabilizzazione straordinaria sugli insegnamenti specifici dei licei musicali.
Un discorso a parte occorre fare per i trasferimenti interprovinciali e la relativa aliquota: è destinato il 30% di disponibilità sul totale dei posti liberi e vacanti a fronte di un 25% stabilito da tempo per norma consolidata.
Si tratta di una quota più alta che significa un incremento di possibilità per chi intende spostarsi, soprattutto nella direzione nord-sud; come FLC CGIL abbiamo chiesto di portarla al 40% nella prima seduta di confronto al MIUR, consapevoli di spingerci in una rivendicazione forte ma con una sua ragion d’essere che vive nel contesto eccezionale delle assunzioni su scala nazionale dettate dalla legge 107/15.
Anche questo non avrebbe rappresentato la soluzione del problema per coloro che sono di ruolo nelle città settentrionali e non vedono prospettiva di rientro nei loro luoghi di residenza e familiari, ma avrebbe costituito una parte di quelle azioni che a gran voce si chiedono per sanare il problema dei trasferimenti interprovinciali ancora senza speranza. Come il consolidamento dei posti dall’organico di fatto a quello di diritto, come le deroghe su sostegno, insufficienti nel numero nonostante gli stanziamenti in Legge di bilancio 2018.
La mobilità, quindi, è molto di più di un atto amministrativo perché coinvolge scelte e decisioni personali nonché aspettative future; occorre, il prossimo anno, rimettere mano ad un nuovo testo che nel dare garanzia ai diritti acquisiti possa anche accogliere nuove esigenze, traguardando verso un principio di maggior stabilità del personale nell’organico dell’autonomia, soprattutto docente, nella salvaguardia del posto di lavoro, della titolarità ma anche della continuità didattica dell’insegnamento.
L’ipotesi di CCNL 2016/2018 del 9 febbraio 2018, ancora nell’iter di autorizzazione, ha assunto la caratteristica della vigenza triennale del contratto di mobilità, disponendo il vincolo di permanenza per coloro che ottengono la mobilità volontaria sulla scuola richiesta. Significa creare tutti i presupposti per mettere in pratica gli obiettivi di cui sopra, riportando indietro le lancette della storia a prima della legge 107/15, quando non esistevano movimenti obbligatori tra ambiti, incarichi triennali e chiamate dirette.
Le relazioni sindacali, come declinate nell’ipotesi di CCNL, tratteranno il tema della mobilità come materia contrattuale ed è piena intenzione della FLC CGIL darle un profilo di prospettiva, tenendo insieme le esigenze di ricongiungimento, le libere decisioni di cambiamento da parte dei lavoratori ma anche la garanzia di risorse professionali su cui le scuole possano contare.
Tutto questo nel quadro di norme chiare e trasparenti, che garantiscano procedure oggettive dall’inizio alla fine del percorso, senza concessioni alla discrezionalità, ai favoritismi e agli algoritmi impazziti.
Speciale mobilità.
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