Metodologia CLIL: imminente la pubblicazione del decreto che avvia i nuovi corsi di perfezionamento
Tra le principali novità l’estensione ai docenti dell’infanzia e del I Ciclo. Il provvedimento presenta criticità per quanto riguarda i soggetti erogatori dei corsi, i finanziamenti, le procedure di ammissione dei corsisti. Occorrerà vigilare sulle ricadute dal punto di vista ordinamentale e didattico.
Il giorno 15 giugno 2022 alle ore 16 presso il Ministero dell’Istruzione, si è tenuta l’informativa sul Decreto di revisione del DD 6/2012 relativo alla realizzazione di corsi di perfezionamento per la metodologia CLIL.
L’incontro, convocato dalla Direzione Generale per il Personale scolastico, si è svolto in videoconferenza.
L’Amministrazione ha illustrato nel dettaglio i contenuti del Decreto finalizzato a diffondere, attraverso l’avvio di nuovi percorsi formativi, la metodologia CLIL nelle scuole di ogni ordine e grado, pur salvaguardando l’autonomia delle istituzioni scolastiche non soggette ai vincoli normativi in materia.
Abbiamo osservato che l’estensione dei percorsi ai docenti della scuola dell’Infanzia e del I ciclo rappresenta la principale novità del provvedimento ed è presupposto di modifiche significative ai percorsi didattici senza intervenire sugli aspetti ordinamentali e sugli obiettivi formativi dei rispettivi ordini di scuola, rintracciabili nelle Indicazioni Nazionali.
Si tratta, a nostro parere, di un aspetto sostanziale che richiederà, nella fase di attuazione, chiarezza sulle finalità e sulla pertinenza della metodologia CLIL rispetto ai bisogni formativi concretamente rilevati dalle scuole, con l’avvertenza di evitare l’introduzione di una nuova figura specialistica e l’ulteriore frammentazione dei processi di insegnamento/apprendimento.
Abbiamo rilevato che, al netto della disponibilità di risorse residue, non risulta ci siano stanziamenti ad hoc; è pertanto necessario che il decreto precisi se la formazione, configurandosi come la risposta ad una richiesta individuale, preveda costi a carico dei docenti stessi.
Allo stesso modo va chiarito quali saranno le procedure di selezione e il contingente di possibili iscritti, stante la condizione di formazione in servizio.
Abbiamo infine avanzato le seguenti richieste:
- escludere le Università telematiche dai soggetti aventi titolo per la realizzazione dei corsi, al fine di evitare la legittimazione di soluzioni facili che non garantiscono la qualità della formazione;
- attivare i corsi per i docenti delle scuole dell’Infanzia e Primaria solo presso gli Atenei che hanno nella propria Offerta Formativa i corsi di Laurea in Scienze della Formazione Primaria, specificamente finalizzati alla preparazione professionale degli insegnanti dei due ordini di scuola;
- equiparare la competenza linguistica dei “docenti CLIL” dei diversi ordini di scuola, evitando di accreditare la logica, sbagliata e pericolosa, che intende l’insegnamento nella scuola di base meno qualificato dal punto di vista dei requisiti professionali;
- definire le attività formative quantificando i CFU relativi alle competenze teoriche/pratiche distintamente dai laboratori e la quota di ore di tirocinio effettuabili “a distanza”.
L’amministrazione si è impegnata ad approfondire le criticità rilevate e la fattibilità delle modifiche proposte.
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