Libri di testo: quando la realtà supera la fantasia
Appare sul sito del MIUR, con la data del 12 maggio 2004, un Decreto Direttoriale che detta nel primo articolo le solite “istruzioni” sui prezzi di copertina con una meticolosa tabella che li differenzia per ogni classe dell’intero quinquennio della scuola primaria.
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Appare sul sito del MIUR, con la data del 12 maggio 2004, un Decreto Direttoriale che, partendo dalla fornitura gratuita dei libri di testo della scuola primaria, detta nel primo articolo le solite “istruzioni” sui prezzi di copertina con una meticolosa tabella che li differenzia per ogni classe dell’intero quinquennio della scuola primaria.
Inutile dire che anche in questo documentole Indicazioni Nazionali per i piani di studio personalizzati nella scuola primaria vengono presentate come se fossero obbligatorie, nonostante il Ministro stesso, nell’ultimo incontro con le organizzazioni sindacali, abbia affermato l’intenzione di discuterle con le associazioni disciplinari, di voler reinserire Darwin e l’evoluzionismo e le abbia quindi considerate ancora solo un documento di lavoro.
Come poi, dalle Indicazioni Nazionali scaturisca la valutazione, precisata nella premessa,che sia necessario “ adeguare, ….., il numero delle pagine dei libri di testo per la scuola primaria” è un mistero del pensiero ministeriale che incuriosisce il lettore, subito svelato dal secondo articolo, che regola in un allegato “ Le modalità di realizzazione tecnica( !) dei nuovi libri di testo della scuola primaria”.
Aprire l’allegato e leggerlo è un piacere!
Descrive con grande minuzia come bisogna intitolare i nuovi libri di testo: dalla prima alla quinta (tutti i “fanciulli” a scuola con il proprio “sussidiario” con lo stesso titolo in tutto il Paese! ); si inoltra nella realizzazione tecnica necessaria per il nuovo assetto ordinamentale; ne definisce il numero di pagine per ogni classe e per ogni disciplina; stabilisce le regole per la fascicolazione; precisa che per la prima classe si possono aggiungere pagine per “ l’alfabetiere”; stabilisce il formato della pagina, il tipo di carta da usare, il numero di colori( solo 4! ) , la copertina e persino la brossura della fascicolazione.
Assolutamente goduriosa la ripartizione delle pagine: in prima i fanciulli avranno a disposizione un libro di160 pagine, di cui 32 dedicate alla religione e 32 all’inglese, in seconda le pagine diventano 224 ma senza la religione, mentre in terza su 320 pagine ben 128 sono destinate alla religione che poi scompare in quarta e quinta.
Ma la chicca è nella nota alla tabella: tanta minuzia prescrittiva nella distribuzione delle pagine “trova applicazione limitatamente all’anno scolastico 2004/2005”.
Nella nota si conferma quindi quanto sosteniamo da tempo sulla legittimità delle indicazioni nazionali.
Un disegno evidentemente pensato, nell’era della globalizzazione, con un certo strabismo, applicando all’editoria scolastica la logica dei piani quinquennali in nome del libero mercato.
E’ vero che anche per la vecchia scuola elementare la determinazione del prezzo massimo complessivo della dotazione libraria è sempre stata indicata nei decreti degli anni precedenti ma stranamente in questo scompare ogni riferimento ai finanziamenti.
Dal 1999 all’anno scorso sono stati spesi, ripartiti tra le Regioni, 200 miliardi di vecchie lire, confermati negli anni successivi anche con la conversione in euro. Dove sono finiti?
Inoltre per la scuola secondaria, negli anni precedenti, i decreti contenevano comunque, ben distinti tra i diversi indirizzi scolastici, i limiti di spesa entro cui gli insegnanti erano tenuti ad operare le proprie scelte, con scopo di contenere le spese sostenute dalle famiglie.
Anche questa indicazione scompare…un altro effetto della controriforma e della abolizione dell’obbligo scolastico?
Niente male per un Governo che delle parole mercato, famiglia, libera scelta, ha fatto un vessillo che si dimostra sempre più una sola cosa: pubblicità.
Roma, 14 maggio 2004
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