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Le scuole e le istituzioni scolastiche italiane all’estero rischiano il collasso

Anche per i trasferimenti e per l’invio del nuovo contingente non ci sono più risorse. Gravi le responsabilità dell’Amministrazione. Le OO.SS. chiedono l’apertura di un confronto con i vertici del Mae

03/04/2006
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Dopo aver annunciato di non essere in grado, allo stato attuale, di indire le prove di accertamento e di aggiornare le graduatorie permanenti per l’invio all’estero del personale della scuola e dopo i tagli delle risorse per il funzionamento delle scuole e degli uffici scolastici, il MAE ha comunicato alle OO.SS., nel corso dell’incontro del 30 marzo, che i capitoli di bilancio relativi ai trasferimenti e all’invio del contingente 2006/2007 sono vuoti.

Per il prossimo anno scolastico, se non dovesse esserci uno spostamento di risorse verso quei capitoli di bilancio, sarà impossibile procedere ai trasferimenti estero per estero e ai nuovi invii. Il che vuol dire non solo che le scuole e le istituzioni scolastiche italiane all’estero non saranno più in grado di garantire la normale attività ma gli stessi diritti del personale ad essere trasferito e ad essere inviato all’estero.

Sono gli effetti della “finanza creativa” del signor Tremonti combinati con la politica “dissennata” del MAE in ambito scolastico che ha portato, nel corso di questi ultimi anni, il sistema pubblico italiano all’estero verso la “paralisi”.

Considerare le risorse destinate alle scuole e agli interventi scolastici pubblici un “bene intermedio” ha favorito la logica dei tagli ulteriormente ampliata dalla ultima legge finanziaria.

La mancanza di copertura finanziaria di quei capitoli di bilancio che garantiscono il funzionamento delle scuole e delle istituzioni statali all’estero è il paradigma e l’epigono della disastrosa politica del MAE impegnata più a favorire i processi di privatizzazione che a rafforzare l’intervento pubblico. Questi cinque anni di governo di centrodestra ci consegnano un sistema decisamente in declino alimentato da scelte di politica scolastica discutibili, assurde e irrazionali.

Alla luce di quanto appena esposto la FLC Cgil, unitamente alle altre organizzazioni sindacali, ha dichiarato la sua totale indisponibilità a sottoscrivere, come richiesto dal MAE, qualsiasi accordo sulla mobilità se prima non si fosse fatta chiarezza sulle certezza delle risorse.

La FLC Cgil ha invitato il MAE ad assumersi direttamente le conseguenti responsabilità sia di fronte alle scuole che al personale. Contestualmente la FLC e le altre OO.SS. hanno chiesto l’urgenza di un chiarimento sull’esigibilità delle risorse direttamente con il Gabinetto e con il Direttore Generale delle Culturali, precisando che gli interventi economici per la scuola devono essere considerati strutturali.. Gravi in questo senso sono le responsabilità del Ministero! Come pure è da considerare grave il fatto che parte di quelle risorse sono state utilizzate per coprire debiti arretrati.

La discussione sugli altri punti all’ordine del giorno si è limitata ad affrontare la questione relativa ai permessi con particolare riguardo a quanto previsto dagli articoli 13 e 15 del CCNL.

La FLC Cgil, unitamente alle altre OO.SS., hanno denunciato le interpretazioni unilaterali della materia da parte di alcuni dirigenti scolastici e uffici scuola.
Alcune di queste interpretazioni sono dettate da letture soggettive degli istituti in questione ( comma 2 art, 15 del CCNL), altre invece sono la risultanza di interpretazioni arbitrarie dettate dalla stessa Amministrazione (commi 6 e 7 dell’art. 15 del CCNL) e contestate dalle OO.SS. (il caso sull’applicazione della 104/92 è emblematico). La FLC Cgil e le altre OO.SS. hanno invitato l’Amministrazione, vista la lettura discordante di quegli istituti contrattuali di ricorrere, ai sensi dell’art. 2 del CCNL, all’interpretazione autentica davanti all’Aran per ripristinare il diritto.

La FLC Cgil, infine, ha richiamato l’Amministrazione al rispetto e all’applicazione corretta delle norme contemplate dal CCNL della scuola nella sua interezza. E’ giunta l’ora di farla finita con letture di parte delle norme contrattuali da parte di quei settori dell’Amministrazione centrale e periferica che teorizzano e praticano il disimpegno dal CCNL.

Roma, 3 aprile 2006

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