Le nuove regole per la "roulette" delle supplenze
La bordata di critiche che è arrivata al Ministero dell’Istruzione per la nota di istruzioni operative in cui si dava l’indicazione ai presidi di non seguire l’ordine di graduatoria deve aver impensierito non poco gli autori, se questi in poco tempo hanno ritenuto di dover emettere un’altra nota con cui cercano di prefigurare i casi che si possono produrre e di dare le istruzioni operative perchè il sistema informatico eviti la temuta sovrapposizione di “segnali” e il caos che inevitabilmente ne deriverà.
ALTRE NOTE DI ISTRUZIONI
SI RISCRIVE IL REGOLAMENTO SULLE SUPPLENZE
MA GLI ASPIRANTI NON LO SANNO
La bordata di critiche che è arrivata al Ministero dell’Istruzione per la nota di istruzioni operative in cui si dava l’indicazione ai presidi di non seguire l’ordine di graduatoria deve aver impensierito non poco gli autori, se questi in poco tempo hanno ritenuto di dover emettere un’altra nota con cui cercano di prefigurare i casi che si possono produrre e di dare le istruzioni operative perchè il sistema informatico eviti la temuta sovrapposizione di “segnali” e il caos che inevitabilmente ne deriverà.
Naturalmente ancora una volta l’emanazione di indicazioni è affidata alla via extra-istituzionale delle istruzioni operative, attraverso la rete intranet del Ministero, con testi non firmati da alcun dirigente (alla faccia delle norme sulla trasparenza). Anzi, dal momento che la sua diffusione attraverso intranet e il meccanismo degli ipertesti consente la riproduzione di stampe diverse, ne esistono in circolazione versioni diverse, alcune più generiche, altre più precise, con una più particolareggiata indicazione delle procedure informatiche, ad uso degli assistenti amministrativi che saranno addetti alla trasmissione dei dati. Infatti la scelta di affidare ai capi di istituto queste nomine, tanto sbandierata come valorizzazione dell’autonomia, in realtà si dovrà tradurre in un lavorio incessante delle segreterie delle scuole per comunicazioni in tempo reale, sul sistema informatico del Ministero, per altro di assai dubbia realizzabilità, visto l’intasamento che produrranno.
Ma l’aspetto principale, che balza agli occhi, è che con una serie di atti procedurali il Ministro ha in realtà cambiato il regolamento sulle supplenze:
1) col decreto legge 255/01 ha introdotto le nomine annuali del capo di istituto dalle graduatorie permanenti provinciali, prima inesistenti:
2) con le prime note operative ha dettato nuove regole (fasi e cicli delle nomine, nomina a prescindere dallo scorrimento di graduatoria, possibilità di rinuncia);
3) con queste ultime note ha stabilito una serie di norme circa le accettazioni e le rinunce.
Il testo in questione prevede infatti che l’accettazione della supplenza annuale abbia due tempi (prenotazione e accettazione vera propria) e che esistano ben quattro tipi di rinuncia (rinuncia totale e definitiva, rinuncia parziale, sospensione e irreperibilità) che danno luogo a quattro diverse conseguenze.
Se non che queste nuove regole diramate ai dirigenti scolastici non è previsto che siano portate a conoscenza degli aspiranti. Questi ultimi possono solo sperare nel buon cuore di chi li contatterà il quale dovrebbe spiegare loro le diverse possibilità che hanno a seconda della risposta che daranno. Cosa abbastanza improbabile visti i tempi convulsi in cui la cosa è ristretta.
Normalmente queste cose sono scritte nel “bando” (ordinanza, decreto o regolamento che dir si voglia) che indice il concorso. E anche la graduatoria è un concorso, non un elenco, come invece sembra pensare il Ministro!. Perciò quando si introducono modifiche procedurali, come ad esempio è avvenuto lo scorso anno con le riconferme, queste sono oggetto di decreti ministeriali o di circolari che devono essere pubblicizzate e affisse agli albi di scuole e dei provveditorati. Non è solo una questione di metodo o di ritualità, è una questione di correttezza, di informazione e di legittimità.
L’improvvisazione gioca brutti scherzi e il tentativo del Ministero di uscire dai problemi con un metodo più ispirato a pregiudizi ideologici che alla razionalità e all’esperienza, produce un effetto sabbie mobili in cui invece di emergere verso la soluzione si sprofonda sempre più verso la confusione e l’ingiustizia.
Apri la nota sulle istruzioni operative
Roma, 31 agosto 2001
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