Le Indicazioni Nazionali saranno presto superate. Lo afferma il Ministro annunciando anche un’imminente lettera agli insegnanti.
FLC Cgil rivendica pluralismo nella sinora segreta Commissione che sta elaborando i nuovi documenti, trasparenza sul suo operato, dialogo non virtuale con i soggetti interessati
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Fastidioso, a volte. Ci sembra di essere “quelli che…l’avevamo detto, noi!”. Eppure è così.
Da tempo ormai immemorabile sosteniamo che il cuore della controriforma morattiana sta proprio nelle Indicazioni Nazionali, con il loro concetto di personalizzazione da cui conseguono i piani di studio personalizzati e perciò orari e insegnamenti differenziati, da cui consegue la cura individuale dell’alunno che apprende e perciò il tutor e il portfolio, da cui consegue l’esaltazione astratta dell’individuo e perciò sfumano e diventano accessorie le finalità sociali e di cittadinanza che la Costituzione della Repubblica Italiana ha affidato alla scuola. E non dimentichiamo il pesante corollario dei libri di testo “riformati”.
Abbiamo detto e ripetuto che proprio alle Indicazioni Nazionali occorreva che il nuovo Ministro ponesse mano tempestivamente. In occasione della pubblicazione dei documenti ministeriali per l’avvio dell’anno scolastico in corso, a scontentarci è stata la loro non incisività su questo riguardo. Tanto che abbiamo promosso e sostenuto una raccolta di firme
per l’immediato superamento delle Indicazioni Nazionali. La raccolta di firme continua ancora, perché si avvicina il tempo in cui gli insegnanti dovranno compiere la scelta dei libri di testo per il prossimo anno e i testi che circolano sono tutti improntati sulle Indicazioni Nazionali, né è possibile ipotizzare in quale considerazione gli editori potranno tenere la lettera loro inviata dal Ministro.
Ieri, chiudendo i lavori del seminario promosso dalla Margherita, il Ministro Fioroni ha affermato che nell’arco di un breve periodo (un mese!?) saranno fornite alle scuolealcune Linee guida essenziali su saperi, competenze e abilità chiave; sulla base di esse ciascuna scuola potrà predisporre i piani di studio per gli allievi, articolandoli secondo il progetto educativo e le declinazioni territoriali autonomamente decisi. Nel frattempo gli insegnanti si vedranno recapitare una lettera (ancora una lettera!?) con la quale saranno divulgati le idee che il Ministro ha in testa riguardo i “programmi” e il percorso che egli intende “seguireper le indicazioni nazionali del primo ciclo, cercando di ridurre il tasso delle aspettative e delle speranze”.
Detta così, sembra l’ennesima “operazione camomilla”, l’uso sapiente di farmaci placebo che danno al paziente la tranquillità di sentirsi curato ma che in concreto non hanno alcun effetto curativo.
Nel merito è però condivisibile e auspicabile che si arrivi velocemente a portare a compimento ciò che il regolamento sull’autonomia scolastica stabilisce dal lontano 1999: la definizione degli obiettivi generali del processo formativo, quelli specifici di apprendimento relativi alle competenze degli alunni, gli standard relativi alla qualità del servizio.
Il cammino è già tutto scritto e passa attraverso il parere delle Commissioni parlamentari e del Cnpi.
Ciò che le scuole (e noi FLC Cgil) in questi anni abbiamo chiesto/rivendicato è proprio la definizione di un quadro normativo chiaro e definito attraverso un percorso legittimo.
Ma anche democratico e condiviso.
Ora, se entro un mese le Linee guida essenziali saranno rese note, è possibile sapere chi le sta predisponendo? C’è una Commissione al lavoro? È una commissione pluralista?
Il Ministro dovrebbe sapere – e tenere ben presente – che una critica forte alle Indicazioni Nazionali allegate al Dlgs 59/04 è stata provocata dall’incerta matrice culturale che le ha sorrette e dal fatto che sono state elaborate nelle segrete stanze, senza un confronto e un dialogo culturale e professionale con il mondo della scuola.
Chiarezza, trasparenza, pluralismo. Non è chiedere troppo, non è chiedere l’impossibile.
Una lettera che “dà la spiega” non basta. Nemmeno se alla lettera si allega un questionario a risposta chiusa, su cui apporre qualche crocetta.
Il dialogo e il confronto, l’ascolto non virtuale della scuola e di chi ad essa è interessato sono in questo periodo più che mai indispensabili.
Roma, 31 gennaio 2007
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