Le bugie hanno le gambe corte!
Emanato il decreto interministeriale con cui dal1° gennaio 2003 le competenze, indennità, contributi e rimborsi spettanti al personale scolastico in servizio presso le Istituzioni scolastiche e culturali all’ estero saranno corrisposte interamente in Euro.
Il Direttore Generale per la Promozione e la Cooperazione Culturale del Ministero degli affari Esteri di concerto con l'Ispettore Generale Capo per gli Ordinamenti del Personale del Ministero dell'Economia e delle Finanze ha emanato il decreto interministeriale con cui dal1° gennaio 2003 le competenze, indennità, contributi e rimborsi spettanti al personale scolastico in servizio presso le Istituzioni scolastiche e culturali all’ estero saranno corrisposte interamente in Euro.
Sempre nello stesso decreto sono stati resi noti i nuovi coefficienti di sede e le nuove percentuali di maggiorazione per rischio e disagio per la determinazione degli assegni di sede al personale in questione con decorrenza 1° gennaio 2003.
Il decreto interministeriale è stato reso noto alle Organizzazioni Sindacali il 12 marzo u.s..
Dalla lettura del decreto la cosa che più salta all’occhio non è tanto la scelta di corrispondere le indennità varie in euro o le modalità di individuazione dei nuovi coefficienti, quanto il fatto che il decreto è stato emanato il 30 dicembre 2002 e solo ora ne è stata data formale comunicazione alle OO.SS.
Non si tratta di un incidente di percorso da parte della burocrazia italiana, ma di una scelta dell’Amministrazione che la dice lunga su come intende le relazioni sindacali. Come si ricorderà CGIL scuola, CISL scuola, UIL scuola e SNALS avevano da tempo avanzato richiesta alla Direzione Generale per la Promozione e Cooperazione Culturale per conoscere in tempo i criteri e le modalità applicative della nuova disciplina (pagamento degli assegni di sede e delle altre provvidenze in euro) evidenziando la necessità di attivare il diritto di informazione preventiva allo scopo di poter correttamente rappresentare i disagi, a cui sicuramente venivano incontro i lavoratori in determinate realtà, e individuare preventivamente i correttivi necessari. Successivamente, in occasione di uno dei pochi confronti, tenuto in febbraio, con la delegazione di parte pubblica, le OO.SS. avevano risollecitato l’Amministrazione sulla necessità di avere un confronto di merito sulla questione. In quell’occasione il rappresentante del MAE disse che non era a conoscenza delle decisioni assunte dalla Commissione e che, appena possibile, avrebbe informato la delegazione sindacale sull’argomento.
A scanso di equivoci è opportuno precisare che il trattamento economico del personale scolastico all’estero è disciplinato per legge, ma che però all’art.3, “Forme di partecipazione”, dell’accordo successivo dell’11 dicembre 1996, a tutt’oggi in vigore, in materia degli assegni di sede - art.658 del T.U. 16 aprile 1994, n.297 – il MAE è tenuto, nell’ambito della propria autonomia e delle proprie responsabilità, a fornire informazione preventiva alle OO.SS. Di fatto è stato negato alle OO.SS. il diritto di informazione preventiva contrattualmente previsto. Tutto ciò rappresenta l’ennesimo episodio teso a scavalcare le organizzazioni sindacali e a ridurre ad una semplice funzione notarile il complesso delle relazioni sindacali contrattualmente definito. Davanti a questa posizione politica la CGIL scuola non si rassegna anzi, unitamente alle altre organizzazioni sindacali, incalzerà il MAE affinché vengano ripristinate corrette relazioni sindacali attraverso forme e modalità di iniziative sindacali e legali non escludendo affatto il ricorso avanti il giudice del lavoro.
Roma, 17 marzo 2003
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