Le bugie dello Schema di Decreto legislativo attualmente in discussione al Parlamento
Le Commissioni parlamentari riprenderanno in questi giorni l’esame dello Schema di Decreto legislativo per la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo.
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Le Commissioni parlamentari riprenderanno in questi giorni l’esame dello Schema di Decreto legislativo per la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo.
Il parere, obbligatorio ma non vincolante, andrà a breve al Consiglio dei Ministri che dovrà decidere se modificare il testo dello Schema, sulla base degli emendamenti presentati dall’Anci ed eventualmente presentati dalle Commissioni parlamentari, o se confermare il testo d’ingresso.
Noi riteniamo quel Decreto, oltre che sbagliato sul versante delle proposte, illegittimo sul versante del merito.
Le questioni che noi solleviamo sono relative alle risorse, alla decisione di allegare le Indicazioni al Decreto, all’istituzione del toutor.
Tutte scelte che contrastano con la stessa Legge 53.
Dedichiamo un approfondimento al tema delle risorse.
Una delle questioni che noi solleviamo è che manca una Legge ordinaria di sostegno al Decreto, così come previsto dalla Legge 53, e che è priva di fondamento l’ipotesi che l’attuazione della legge 53 nella scuola dell’infanzia e nel primo ciclo possa avvenire ad invarianza di spesa. Fatto, questo, che giustificherebbe per il Governo l’assenza di una Legge di copertura.
Lasciamo da parte ogni considerazione circa la misera figura di chi rumoreggia di straordinari investimenti per sostenere una legge sulla scuola e, poi, al primo provvedimento attuativo riferito alla parte numericamente più consistente della scuola si scopre che … non c’è bisogno neanche di un euro.
Potenza della finanza creativa!
Che poi, addirittura, la tesi dell’invarianza di spesa, contenuta nella relazione illustrativa, venga confermata anche quando il Governo manifesta l’intenzione di accogliere gli emendamenti presentati dall’Anci (che comportano l’esplicitazione di impegni non previsti dal testo originario e, quindi, di spese) la dice lunga sul fatto che ci troviamo di fronte ad una affermazione senza alcun fondamento.
Insomma, pur di far passare il Decreto si sostiene ciò che nessuno può credere.
Evidentemente, per noi, si pongono due problemi:
-
Uno è relativo al rispetto della legge;
-
L’altro è relativo alle conseguenze che si determineranno successivamente all’eventuale approvazione di una norma senza un finanziamento adeguato.
Per quanto riguarda un’analisi dello schema di Decreto dal punto di vista delle risorse abbiamo preferito, anziché fornire elaborazioni della Cgil Scuola, riprodurre la parte specifica dell’intervento che il dottor Massimo Nutini, componente la Commissione scuola dell’Anci, ha svolto il 21 novembre 2003 a Milano nel corso di un incontro sul primo decreto attuativo della legge 53/2003 e sui modelli organizzativi.
Si evince con chiarezza che la tesi in base alla quale non sarebbero necessarie risorse nuove od aggiuntive è priva di ogni fondamento.
Per altro è ampiamente noto, perché denunciato fin dalla discussioni in Parlamento della Legge 53, che il finanziamento per l’anticipo nelle iscrizioni è insufficiente anche a fronte di stime prudenziali.
Il testo dell’intervento si riferisce alla situazione precedente all’accoglimento degli emendamenti Anci da parte del Governo. Pertanto, riteniamo che le argomentazioni oggi siano ancora più pregnanti.
Le evidenziazioni sono redazionali.
Roma, 12 gennaio 2004
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