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La parabola dell’insegnamento di Diritto e economia

Tra le discipline che le disposizioni in via di emanazione sui licei tecnologici sembrano mettere in sofferenza non va dimenticata “Diritto e economia” o, se si preferisce, la classe di concorso A019 Discipline Giuridiche ed Economiche, alla quale sembra toccare un rapido declino.

10/12/2004
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Tra le discipline che le disposizioni in via di emanazione sui licei tecnologici sembrano mettere in sofferenza non va dimenticata “Diritto e economia” o, se si preferisce, la classe di concorso A019 Discipline Giuridiche ed Economiche, alla quale sembra toccare un rapido declino.
Materia essenzialmente relegata negli Istituti Tecnici Commerciali, per il Turismo e per Geometri fino a una quindicina di anni fa, “Diritto e economia” ha conosciuto tra la fine degli anni ottanta e l’inizio degli anni novanta una improvvisa fortuna. I progetti Brocca la introdussero nella cosiddetta area comune del biennio di tutte le specializzazioni. Il “Progetto 92” dei professionali fece la stessa cosa. Poi fu la volta dei progetti ministeriali relativi agli Itis e agli Itc. Persino una delle “minisperimentazioni” del liceo consisteva nell’introduzione di questa disciplina (le altre riguardavano l’allungamento della lingua straniera oltre il ginnasio e la seconda lingua straniera).
Si trattava di sperimentazioni che ebbero larga diffusione. Nel 1992 quelle dei professionali divennero ordinamento. Nel 1994-95 divennero ordinamento quelle dei tecnici nel settore meccanico, elettronico, elettrotecnico, tessile, chimico e in tutto il commerciale.
Insomma nel giro di una decina d’anni le cattedre di “Diritto e economia” si moltiplicarono. Nelle due tornate concorsuali del 1990-91 e del 1999-2000, le cattedre di “Diritto e economia” costituivano una parte consistente delle cattedre vacanti e disponibili. Vi si poteva accedere con una Laurea in Giurisprudenza o gran parte delle lauree in Economia, ma anche con la laurea in Scienze Politiche o persino in Sociologia, se conseguite entro certi anni e con piani di studio universitari congrui. Le modifiche alle classi di concorso, che tra il 1994 e il 1998 misero praticamente fuori gioco la laurea in Scienze Politiche, diedero luogo a un lungo contenzioso poi risolto a favore di coloro che avevano conseguito la laurea in Scienze Politiche entro il 2001.
A quel punto le cattedre vacanti furono “divorate”, cioè occupate, in un battibaleno. Vi contribuì la lunga coda di aspiranti che erano inseriti dal 1991 nelle graduatorie dei concorsi per soli titoli, ma anche la riduzione di posti e quindi la produzione di soprannumerari con lauree economiche nella disciplina di “Economia Aziendale”, determinata dalla riforma del biennio commerciale. Vi contribuirono altre situazioni di sofferenza nella scuola media unite al fenomeno di una certa diffusione della laurea in Scienze Politiche come secondo titolo per molti insegnanti sia delle medie che delle elementari, nonché le riconversioni degli anni novanta.
Risultato: con le immissioni in ruolo degli anni 2000 e 2001 gli ultimi posti vacanti, quasi ovunque, furono occupati da personale a tempo indeterminato.
La scomparsa di questa disciplina dal liceo tecnologico e le incertezze del futuro del settore professionale, rispetto alla sua larga diffusione attuale sia nei tecnici industriali che nei professionali, riportano questa disciplina essenzialmente al ruolo di materia dell’area commerciale, sul punto di diventare area del liceo economico. Si assiste, se così di può dire, a uno scambio dei ruoli tra la seconda lingua straniera, finora prerogativa dei commerciali e in procinto di divenire materia comune a tutti i licei, e “Diritto e Economia”, che percorre l’itinerario opposto.
Ma questa scelta rende anche assai problematica la situazione del personale: da un lato i docenti vedono precarizzata la loro condizione, per ora solo da un punto di vista della stabilità delle sedi e del loro utilizzo (ma incombe sempre il decreto 212/02), dall’altro l’amministrazione si trova a dover gestire un cospicuo soprannumero non riconvertibile, allo stato attuale, su altre classi di concorso e su altre discipline.

Roma, 10 dicembre 2004

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