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L’eliminazione della discrezionalità nella “chiamata diretta” farà bene alla qualità della scuola

Mobilità scuola 2017/2018: il responsabile nazionale dei dirigenti scolastici della FLC CGIL Gianni Carlini valuta positivamente l’intesa sulla mobilità dei docenti.

02/01/2017
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L’intesa raggiunta con il MIUR sulla mobilità dei docenti elimina uno degli errori più gravi della legge 107/15, l’inutile e dannosa discrezionalità dei dirigenti nella cosiddetta “chiamata diretta” dei docenti.

Nelle intenzioni di chi l’aveva ideata la “chiamata diretta” doveva scaricare sui dirigenti scolastici la responsabilità dei risultati degli alunni: i dirigenti avrebbero potuto scegliere i docenti “più bravi”, migliorando così l’offerta formativa e conseguentemente gli esiti di apprendimento degli studenti. Se non ci fossero riusciti, ci avrebbe pensato l’amministrazione a valutarli negativamente.

Una semplificazione banale, falsa e inefficace che nulla ha a che vedere con il miglioramento della professionalità dei docenti e della qualità dell’insegnamento.

Sono bastati pochi mesi per capire quanto questa geniale trovata, che avrebbe dovuto rivoluzionare la scuola, si sia rivelata fallimentare e dannosa per i docenti, gli studenti, i dirigenti e le scuole. I dirigenti scolastici che l’hanno sperimentata ad agosto ne hanno potuto verificare tutta l’inutilità: oltre a non consentire l’acquisizione delle professionalità necessarie, la “chiamata diretta” non ha permesso alle scuole il completamento degli organici, provocando solo un inutile aggravio di lavoro che ha stressato dirigenti e segreterie ancor prima dell’inizio dell’anno scolastico.

L’evidente fallimento dell’operazione “chiamata diretta” rende ancora più incomprensibili le dichiarazioni apparse sulla stampa di chi vuol far passare l’accordo raggiunto per ripristinare le regole necessarie per la gestione della mobilità come un grave attentato ai diritti degli studenti e alla qualità della scuola e un grave danno per i dirigenti che non potranno più scegliere i docenti migliori per i loro studenti.

Si tratta di mistificazioni senza fondamento alimentate solo per nascondere la realtà dei fatti a danno (e non a difesa!) della professionalità dei dirigenti scolastici che non hanno bisogno di pochi fantomatici “super-docenti” per assicurare agli studenti una didattica di qualità, ma del coinvolgimento di tutta la comunità professionale dei docenti in un processo continuo di innovazione e miglioramento della didattica.

I diritti degli alunni si fondano sulla professionalità e la passione dei docenti e di tutto il personale che lavora nella scuola; e passione e professionalità sono alimentate da regole certe, serenità di clima, continuità didattica raggiungibile attraverso l'eliminazione del precariato e non certo dalla corsa dei dirigenti ad accaparrarsi docenti ritenuti migliori.

Si parta dalla considerazione che tutti i docenti, già selezionati dai concorsi che bisognerebbe prendere la buona abitudine di bandire con regolarità, sono all'altezza: saranno l'aggiornamento, l'organizzazione, una vera carriera che valorizzi l'impegno a riconoscere la bravura di chi lo è.

Le scuole per poter funzionare bene hanno bisogno di poche e semplici cose: stabilità, motivazione e formazione del personale, risorse certe e scuole belle e sicure.

Si torni perciò ad operare concretamente, anche attraverso il rinnovo del contratto, per sostenere lo sviluppo e il miglioramento delle professionalità di tutto il personale della scuola, unico modo per garantire il diritto all’istruzione delle nostre alunne e dei nostri alunni.

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