Insegnamento di educazione civica: in discussione alla Camera la proposta di legge
Necessario incrementare le risorse per dare dignità alla proposta.
La proposta di legge “Introduzione dell’insegnamento scolastico dell’educazione civica o educazione alla cittadinanza attiva e responsabile e alla Costituzione”, è approdata in questi giorni alla Camera.
Il testo, elaborato sulla base di ben 13 proposte di legge e una petizione, nel tentativo di rispondere a improcrastinabili esigenze formative, offre indicazioni analoghe per tutti gli ordini di scuola.
Se l’iter parlamentare giungerà a conclusione, a decorrere dal prossimo 1° settembre, le istituzioni scolastiche dovranno prevedere nel curricolo di istituto l’insegnamento dell’educazione civica per non meno di 33 ore annue, da svolgersi nell’ambito del monte orario obbligatorio previsto dagli ordinamenti vigenti, utilizzando l’organico dell’autonomia.
Affidata “in contitolarità”, preferibilmente ai docenti delle discipline giuridiche ed economiche, laddove presenti, la “nuova” materia avrà carattere “trasversale” e sarà oggetto di valutazione numerica.
Il tutto “senza nuovi e maggiori oneri a carico della finanza pubblica”.
La FLC CGIL condivide da sempre la necessità di valorizzare nelle scuole di ogni ordine e grado, luoghi per eccellenza deputati alla formazione delle persone e dei cittadini, l’educazione alla cittadinanza democratica.
Per dare centralità e trasversalità all’apprendimento civico, elemento strategico rispetto al profilo democratico che la Costituzione affida alla scuola repubblicana, occorre superare da un lato una sterile impostazione disciplinare e nozionistica, dall’altro l’approccio generico e riduzionistico operato nell’ultimo decennio, a partire dall’introduzione delle competenze relative a “Cittadinanza e Costituzione, nell’ambito delle aree storico-geografica e storico-sociale” (DL 137/2008 e seguenti).
Ma, crediamo, non basterà un voto nè un monte ore predeterminato a valorizzare il tema dell’educazione civica, se si continuerà a ragionare in termini di “sottrazione”, ritagliando tempo e risorse all’esistente, anziché investire nella strutturazione organica della formazione in una prospettiva di lifelong learning, individuando nei vari segmenti, a partire dalla scuola dell’infanzia, gli snodi formativi e culturali.
Assistiamo, al contrario, a un copione già visto: ai docenti si affida la responsabilità della formazione delle nuove generazioni e del futuro del Paese, a fronte di un marginale impegno economico e politico del governo.
Per dare dignità alla proposta, nel senso di un reale arricchimento dell’offerta formativa finalizzato alla formazione integrale della persona e quindi del cittadino, occorre incrementare le risorse per la costruzione di percorsi efficaci che, attraverso l’autonomia della progettazione didattica in capo a ciascuna scuola, tengano conto del contesto e dei bisogni dei singoli e delle comunità, assicurando adeguate possibilità operative negli ambienti e negli strumenti didattici.
E’ necessario, in particolare, investire nella formazione di tutto il personale, creare le condizioni per l’ampliamento del tempo scuola, prevedere un organico dedicato, ripensare i curricoli con lo sguardo rivolto a una eventuale riforma dei cicli e degli ordinamenti.
Viceversa l’ampio tema dell’educazione civica, pur prescrittivo tra le righe delle indicazioni ministeriali, continuerà a trovare faticosamente spazio nell’organizzazione scolastica senza riuscire a raggiungere la necessaria centralità ed efficacia che la Costituzione stessa le assegna.
La FLC CGIL ribadisce le osservazioni già espresse nel corso dell’audizione presso la VII Commissione Cultura della Camera dei Deputati lo scorso 12 marzo che offre al dibattito parlamentare con l’auspicio che il percorso legislativo sia orientato verso la costruzione di un pensiero diffuso e condiviso di cittadinanza democratica che deriva direttamente dalla Costituzione.
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