I lavoratori della scuola non statale approvano le proposte sindacali per il rinnovo dei CCNL 2006-2009
Nelle oltre 200 assemblee il consenso è stato unanime. Dalla consultazione apprezzamenti allo spirito unitario delle proposte. Le richieste: più salario e più diritti. Le OO.SS. chiedono alle controparti datoriali e padronali l’avvio immediato del negoziato
La consultazione e i suoi esiti
Con la conclusione della consultazione delle lavoratrici e dei lavoratori sulle ipotesi di piattaforma e con la loro approvazione definitiva da parte degli organismi dirigenti delle OO.SS. della FLC Cgil, CISL Scuola, UIL Scuola, SNALS ConfSal e SINASCA (limitatamente al CCNL Agidae) la lunga stagione dei rinnovi dei CCNL 2006-2009 entra ora pienamente nel vivo.
Le OO.SS. firmatarie dei tre contratti collettivi nazionali della scuola non statale hanno inviato, con lettera del 4 luglio 2006 , alle associazioni padronali e datoriali dell’Agidae, dell’Aninsei e della Fism le rispettive piattaforme di rinnovo dei CCNL chiedendo contestualmente l’apertura formale del negoziato.
Come è noto si tratta di rinnovare tre CCNL: quello delle scuole religiose aderenti all’Agidae quello delle scuole laiche aderenti all’Aninsei e quello delle scuole materne di ispirazione cristiana adenti alla Fism , tutti scaduti il 31 dicembre del 2005. Tali rinnovi riguardano la parte normativa peril quadriennio 2006-2009 e la parte economica per il biennio 2006-2007.
La vertenza contrattuale interessa oltre 170 mila lavoratori in forza nelle scuole non statali curriculari ed extracurriculari, di ogni ordine e grado, religiose e laiche disseminate in tutto il territorio nazionale.
Rispetto alle precedenti tornate questa stagione di rinnovi è stata affrontata con un rinnovato impegno unitario dalle organizzazioni sindacali di categoria, confederali e autonome, firmatarie dei CCNL.
Non solo si è proceduto unitariamente nella predisposizione delle linee e nella definizione delle ipotesi di piattaforma, ma la stessa consultazionedella categoria è stata impostata in maniera unitaria favorendo, nei fatti, un’ampia partecipazione al dibattito.
Tra la metà di aprile e la metà di giugno si sono svolte, in tutto il territorio nazionale, più di 200 iniziative tra assemblee di luogo di lavoro e assemblee territorialicon una partecipazione significativa e attiva di lavoratrici e di lavoratori.
Ovunque è stato registrato un pressoché unanime consenso alle proposte rivendicativepresentate unitariamente dalle organizzazioni sindacali sia per quanto riguarda gli obiettivi generali che le rivendicazioni di natura economica e normativa.
Ovunque è emerso un bisogno diffuso di sindacato, di tutela dei propri diritti e di miglioramento delle proprie condizioni lavorative.
Ovunque è emerso un protagonismo delle lavoratrici e dei lavoratori che non solo ha arricchito, con contributi ed emendamenti, gli articolati contrattuali da sottoporre alle controparti datoriali e padronali, ma che ha dimostrato la volontà di voler contare e di voler contribuire a determinare il proprio futuro lavorativo.
Questo ci consente di affermare che questa tornata contrattuale è partita con il piede giusto e che spetta alle Organizzazioni Sindacali dare seguito agli impegni assunti e coinvolgere, in tutte le fasi del negoziato, il più possibile l’intera categoria, chiamandola, se necessario, alla mobilitazione.
Lo scenario di questi rinnovi
Siamo pienamente convinti che sullo sfondo di questi rinnovi pesano come un macigno sia le novità legislative introdotte in materia di mercato del lavoro dal governo di centrodestra, con particolare riguardo alla L.30/2003 e al DLgs 368/2001, sia i contraddittori interventi normativi operati dalla Moratti in materia di parità scolastica, che ne hanno stravolto parte dei contenuti.
Per non parlare delle gravi ricadute occupazionali provocate dagli interventi controriformisti morattiani che hanno solo favorito gli enti gestori e incoraggiato il ricorso a forme di lavoro precarie.
Come pure pesano i diffusi processi di elusione, di evasione e di dumping contrattuale innescati dalla presenza di contratti di sottotutela, dal lavoro irregolare, dal lavoro sottopagato e dal lavoro nero.
Però siamo altrettanto convinti che questi rinnovi possono rappresentare, unitamente agli interventi legislativi auspicati dal nuovo governo di centrosinistra in tema di mercato del lavoro, lotta al lavoro irregolare e estensione degli ammortizzatori sociali,l’occasione per far compiere un ulteriore balzo in avanti alle condizionidi lavoro di una categoria di lavoratori troppo spesso relegata ai margini della vita sociale e sindacale di questo paese, estendendo diritti e tutele a cominciare da quelle di natura retributiva.
Nel merito delle rivendicazioni le organizzazioni sindacali, firmatarie dei tre CCNL, intendono perseguire i seguenti obiettivi che sinteticamente riassumiamo.
Il CCNL e la sua centralità.
Viene ribadita la centralità del CCNL in quanto strumento insostituibile per la realizzazione e l’affermazione di un sistema di tutele e di diritti solidale e universale tra tutti i lavoratori.
Da qui l’esigenza di mantenere l’attuale modello contrattuale articolato su due livelli di contrattazione.
Viene affermata con estrema chiarezza la centralità del lavoro dipendente e a tempo indeterminato nello svolgimento delle prestazioni lavorative per le attività di docenza e amministrative, tecniche e ausiliarie svolte dal personale nelle istituzioni scolastiche, formative ed educative.
Il ricorso a tipologie d’impiego non standard introdotte dalla legge 30/2003 e dal D.Lgs 276/2003 viene escluso (lavoro a chiamata, lavoro intermittente, job sharing ecc.) o rigorosamente regimentato (lavoro somministrato).
Mentreil lavoro a progetto e il lavoro autonomo vengono resi residuali e utilizzabili solo nei casi previsti dalla L. 62/2000 e, comunque, per le sole attività occasionali e non ricorrenti. Viene, invece, contingentato il lavoro a tempo determinato arginando, così, l’ampio ventaglio di casistica introdotto dal D.Lgs 368/2001. In buona sostanza vengono ridotte all’osso tutte quelle forme di impiego che precarizzano i rapporti di lavoro.
Al personale utilizzato con forme di lavoro non standard, laddove fosse compatibile e coerente con quanto previsto dal CCNL e con le norme di legge, vengono ulteriormente estesi diritti e tutele.
Fermo restando quanto di pertinenza del CCNL, la contrattazione decentrata di II livello, territoriale e di istituzione scolastica/educativa, viene favorita e implementata ampliandone la sfera e le materie di intervento con la consapevolezza che possa effettivamente rappresentare il volano per rendere effettivamente esigibili diritti e tutele, e per la valorizzazione del lavoro e della professionalità.
La normativa
L’orario di lavoro settimanale per alcuni profili professionali quali il personale dell’area dei servizi amministrativi, tecnici e ausiliario e il personale docente di scuola materna ed educativo di asilo nido viene ridotto,unificato e reso omogeneo in tutte e tre le piattaforme.
Mentre viene prevista una riduzione secca - pari a due ore settimanali in meno con la conseguente riduzione del monte ore annuo, dell’orario di lavoro del personale docente in servizio nei corsi di recupero, nei corsi e nelle scuole di lingua, nelle scuole di italiano per stranieri, nei corsi di formazione, d’arte e di cultura varia, nelle scuole superiore per mediatori linguistici e di interpreti e traduttori.
Ai docenti dei conservatori e delle accademie viene invece riconosciuto l’orario di lavoro settimanale previsto dai rispettivi ordinamenti.
Oltre all’orario di lavoro, gli istituti contrattuali che disciplinano la malattia, la maternità, il diritto allo studio, le ferie, pensione integrativa, i diritti sindacali ed altro sono stati resi il più possibile omogenei nell’intento di unificare il più possibile l’ossatura contrattuale dei tre CCNL.
Ciò a significare che per le OO.SS.giungere ad una contrattazione unica per l’intero comparto della scuola non statale rappresenta l’obiettivo strategico da realizzare nel prossimo futuro.
Non è più sostenibile, infatti, che permanga l’attuale diversificazione contrattuale dovuta a discutibili posizioni di natura ideologica tra le associazioni padronali e datoriali.
La parte economica
Per quanto attiene la parte economica nelle piattaforme viene avanzata la richiestadi un incremento delle retribuzioni tabellari di 150 euro nel biennio 2006/2007 per il personale docente in servizio nelle scuole paritarie secondarie.
Tale incrementi, che sono comuni in tutte e tre le piattaforme, sono riparametrati per tutte le altre figure professionali previste dai rispettivi contratti.
La scelta di chiedere un aumento secco dei minimi tabellari è dettata dalla necessità di mantenere inalterate le attuali differenze retributive esistenti nei tre CCNL e contestualmente ridurre il più possibile il differenziale tra le retribuzioni di questo personale con quello in servizio nelle scuole statali.
Oggi più che nel passato uno deiproblemi prioritari per il personale in forza nelle scuole non statali è rappresentato dall’emergenza salariale.
E’ inaccettabile, infatti, la compresenza di trattamenti differenziati a seconda dell’appartenenza contrattuali per gli stessi profili professionali e per le stesse funzioni. Da qui l’urgenza di proseguire verso la riduzione dell’attuale forbice retributiva iniziata nella passata tornata contrattuale.
In aggiunta agli incrementi della retribuzione tabellare viene aumentato e rivalutato il cosiddetto salario di anzianità e tutte quelle altre indennità previste dai contratti.
In conclusione, le richieste rivendicative sia economiche che normative presenti nelle tre piattaforme realizzano in pieno gli obiettivi definiti nelle nostre linee di piattaforma e soddisfano le indicazioni provenienti dalla consultazione dei lavoratori e delle lavoratrici del comparto.
Roma, 5 luglio 2006
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