I diritti dei lavoratori che danno fastidio
Un documento della CIDA contro la sequenza Ata. Non piace che un contratto valorizzi tutti i lavoratori. È di moda la diseguaglianza.
La CIDA, Federazione Nazionale dei Dirigenti e delle Alte Professionalità della Funzione Pubblica, in linea con lo stile dei tempi e seguendo una sua irrefrenabile pulsione, già manifestatasi in altre occasioni, interviene sul Contratto di un Comparto in cui non è rappresentativa: la sequenza negoziale del personale Ata della scuola del 28 maggio 2008. L’intervento è l’occasione per lanciare un messaggio di sottomissione al nuovo Governo.
Noi sappiamo di aver fatto un buon lavoro e di aver portato a casa importanti risultati - certo migliorabili, a breve, nel secondo biennio contrattuale - per la valorizzazione di tutto il personale: possibilità di aumenti per tutti (la CIDA parla addirittura di "regalie economiche"), chiarezza nell'applicazione delle 35 ore, creazione di una nuova posizione nell'area b, rafforzamento della figura del DSGA nelle sue prerogative professionali.
Per la CIDA, invece, la sequenza Ata è un pretesto: l’intento è creare divisioni nel comparto e promuovere un modello organizzativo e assetti professionali dove contano solo poche figure. Tutte le altre che gravitano nella scuola e che, peraltro, costituiscono la maggioranza non sono degne di nota.
Comprendiamo che chi trae alimento dalla subordinazione alla controparte non parli il linguaggio dei lavoratori. Ma è un problema che non si risolverà con le letterine ai Ministri.
Roma, 24 giugno 2008
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