Handicap: il parere delle Commissioni parlamentari
Sempre più vicino il nuovo decreto sulla certificazione
Nei giorni scorsi le Commissioni Cultura di Camera e Senato hanno espresso definitivamente il proprio parere sullo schema di decreto del "Regolamento recante modalità e criteri per l'individuazione dell'alunno come soggetto in situazione di handicap" (in attuazione dell'articolo 35, comma 7, della legge 27 dicembre 2002, n. 289).
Entrambe le Commissioni hanno emanato un parere favorevole: alla Camera l’approvazione è avvenuta senza alcuna osservazione, stando allo stenografico della seduta, mentre in quella del Senato il parere è accompagnato da alcune raccomandazioni.
Lo schema di decreto, la cui lunga strada è stata percorsa senza che le organizzazioni sindacali siano mai state informate, è quindi in dirittura d’arrivo, dopo il parere del Consiglio di Stato e l’intesa sottoscritta dalla Regioni
In sostanza viene accolta la richiesta avanzata dalle regioni di cancellare il riferimento all'individuazione delle ore di assistenza ritenute necessarie, con la motivazione che la competenza in materia di assistenza spetta agli enti locali (principio confermato anche dal Consiglio di Stato).
Nelle raccomandazioni che accompagnano il parere della commissione cultura del Senato si sottolineano tre punti:
-
che il Governo coinvolga nella fase della individuazione delle risorse necessarie tutti i soggetti che hanno “ specifiche responsabilità e competenze “ in materia di integrazione;
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che si assicuri “ un maggior coordinamento degli interventi a favore degli alunni in situazione di handicap, in un'ottica sistemica” .
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che il Governo assicuri, visto il principio di “gravità dell’handicap contenuto nella legge finanziaria che origina il decreto, “ un adeguato sostegno anche agli alunni con disabilità di minore gravità, onde favorire lo sviluppo delle loro potenzialità."
Tre raccomandazioni importanti e significative perché profondamente ispirate alla “filosofia” della legge 104, sicuramente la legge culturalmente più avanzata sull’integrazione.
Resta da capire che cosa proporrà il Governo per la definizione degli organici, visto che lo stesso Consiglio di Stato segnala l’incongruità del “vecchio storicamente” rapporto 1:138, un metodo di calcolo ormai inadeguato rispetto alla crescente domanda d’integrazione di qualità e alle numerosissime sentenze che vedono soccombere l’amministrazione scolastica di fronte ad un diritto fondamentale che va assicurato.
Roma, 17 novembre 2005
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