Giù le mani dall'Osservatorio Paritetico Nazionale per la Sicurezza
Un alto dirigente del MIUR ha sciolto per decreto l’Osservatorio Paritetico Nazionale per la Sicurezza
Con un atto d’imperio, degno della peggior tradizione burocratica, il MIUR, o meglio un alto dirigente di quel Ministero, il Capo Dipartimento, ha sciolto per decreto l’Osservatorio Paritetico Nazionale per la Sicurezza previsto dalla contrattazione collettiva. Si tratta di un episodio che non trova alcuna giustificazione sia sul piano giuridico che contrattuale, un atto unilaterale teso a smantellare nei fatti gli accordi siglati e quindi palesemente lesivo dei diritti dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali che li rappresentano. Un atto che la dice lunga su come una parte della burocrazia interpreta il cosiddetto “dialogo sociale” auspicato da questo Governo.
Come si ricorderà il contratto collettivo nazionale integrativo 1998-2001, ancora oggi in vigore, prevede nel capitolo “Tutela della salute nell’ambiente di lavoro” all’art. 60 la costituzione dell’ “Osservatorio Paritetico Nazionale per la Sicurezza”. La norma contrattuale affida a tale organismo ruoli, compiti e funzioni specifiche proprio per rafforzare lo spirito partecipativo voluto dal legislatore in materia di igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro con l’emanazione del D.Lgs 626/94. In applicazione di quanto contrattualmente previsto con DM del 17 marzo 2000, n. 75, recante la firma dell’allora Ministro della Pubblica Istruzione, è stato costituito l’Osservatorio Paritetico Nazionale per la Sicurezza, reso poi effettivamente operativo con DM 11 maggio 2001. Da allora ad oggi, ossia alla vigilia del Decreto del Capo Dipartimento, l’Osservatorio Paritetico ha rappresentato uno snodo politico interessante per le politiche relative alla sicurezza messe in campo dall’Amministrazione. Ha monitorato lo stato di applicazione del D.Lgs 626/94 nelle scuole, ha individuato i bisogni formativi necessari per le varie figure previste dalla legge, ha sollecitato il Ministro per l’attribuzione di finanziamenti finalizzati alla formazione, ha attivato convenzioni con alcuni ministeri sempre sul terreno della formazione. Insomma ha cercato di lavorare ed adempiere ai compiti e alle funzioni per le quali era stato contrattualmente costituito, assumendo sempre più un significativo momento di orientamento e di riferimento per le scuole. Nel decreto in questione, il Capo Dipartimento motiva lo scioglimento dell’Osservatorio Paritetico Nazionale invocando l’articolo 18 della L.448/2001 (legge finanziaria 2002) che prevede, al fine di riordinare la spesa e per una maggiore funzionalità dei servizi e delle procedure, il “riordino degli organismi collegiali”. Una motivazione che non trova alcun fondamento giuridico in quanto l’Osservatorio Paritetico non è un organismo collegiale bensì un organismo appunto paritetico e di derivazione contrattuale e quindi rientra, per sua natura, nell’ambito delle relazioni contrattuali tra le parti contraenti; ovviamente i componenti non percepiscono alcun compenso o gettone di presenza come invece avviene per gli organismi collegiali investiti dall’art. 18 della citata finanziaria. Del resto l’Osservatorio Paritetico Nazionale per la sicurezza, di cui all’articolo 60 del CCNI, non può in alcun caso essere considerato alla stregua dell’ altro Osservatorio, istituito all’interno del Ministero con DM 12.02.1999, in quanto quest’ultimo per sua natura costitutiva rappresenta una emanazione o meglio un organismo di parte dello stesso Ministero con compiti sostanzialmente diversi, di cui non conosciamo né la composizione né le modalità di funzionamento.
Lo scioglimento dei due organismi e dalle loro ceneri la costituzione di un mega Osservatorio, contemplata dal decreto dipartimentale, in cui la presenza delle organizzazioni sindacali è solo prevista in una sua sub articolazione, è inaccettabile sia dal punto di vista contrattuale sia sotto il profilo sindacale in quanto non realizza né i vincoli di natura pattizia né soddisfa lo spirito partecipativo previsto dal D.Lgs 626/94. Del resto basta semplicemente vedere la composizione per capire che non v’è nessun vincolo legato alla pariteticità. La componente ministeriale è di gran lunga superiore a quella sindacale. Da qui pertanto la nostra contrarietà, come organizzazioni sindacali confederali della scuola, al decreto di cui contestiamo la sua piena legittimità almeno nella parte che interessa lo scioglimento dell’Osservatorio previsto contrattualmente. Il decreto inoltre viola una serie di norme sia di carattere pattizio che legislativo. In primo luogo vengono violate le norme contrattuali relative al sistema delle relazioni sindacali contemplate negli articoli 3 e 4 del CCNL e gli articoli 60 e 61 del CCNI, il contratto collettivo nazionale quadro valevole per tutte le categorie della Pubblica Amministrazione con cui vengono disciplinate le norme relative all’applicazione del D.Lgs 626/94 nella parte relativa agli organismi paritetici; inoltre vengono violate le leggi di riferimento di carattere generale come appunto il D.Lgs 626/94, integrato e modificato dal D.Lgs 242/96, relativamente all’articolo 20 e le norme contemplate nel D.Lgs 29/93, integrato e modificato dal D.Lgs 165/2001 nelle parti che riguardano la partecipazione sindacale e le relazioni sindacali, la stessa legge 300/70 con particolare riferimento all’articolo 9. Ad avviso delle organizzazioni sindacali confederali l’operazione compiuta dal decreto è un atto decisamente illegittimo e pericoloso, non solo perché in contrasto con una serie di disposizioni contrattuali e legislative ma soprattutto perché mina l’autonomia negoziale prevedendo nei fatti che il regime pattizio possa essere modificato unilateralmente e per decreto. In base a tali considerazioni le organizzazioni sindacali confederali hanno contestato l’iniziativa del Capo del Dipartimento del MIUR, chiedendo contestualmente un incontro urgente per dirimere la controversia. Ovviamente in ipotesi di non accoglimento di quanto richiesto da CGIL-CISL-UIL diventa inevitabile il ricorso avanti il giudice ordinario per la rimozione degli atti lesivi dei diritti sindacali. Pubblichiamo di seguito la lettera inviata al MIUR il 17 maggio 2002 dai Segretari Generali di Cgil, Cisl e Uil scuola.
Roma, 22 maggio 2002
Testo lettera
Le scriventi Organizzazioni sindacali esprimono forti dubbi sulla legittimità del Decreto del 7 maggio u.s., da Lei emanato, nella parte relativa all’Osservatorio Nazionale Paritetico per la Sicurezza di cui all’art. 60 del CCNI in vigore, perché in aperto contrasto con le norme contrattuali vigenti e con la stessa legislazione emanata in materia.
In particolare le scriventi rilevano due aspetti fortemente negativi che caratterizzano il provvedimento:
1) si scioglie unilateralmente un Organismo previsto dal Contratto senza un preventivo confronto con le OO.SS. firmatarie;
2) il nuovo organismo viene solo previsto, determinando, così, per i rappresentanti dei lavoratori, decaduti per lo scioglimento unilaterale dell’Osservatorio ex art. 60 del CCNL, un vuoto di presenza ingiustificato e intollerabile che ne svilisce il ruolo, soprattutto in relazione alla delicatezza e all’importanza della materia.
Al fine di dirimere la questione e di riportare le decisioni negli ambiti e nelle competenze definite nel Contratto, le scriventi OO.SS. chiedono un urgente incontro.
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