Formazione iniziale e art.5 legge 53/03
Il giorno 27 febbraio u.s. si è tenuto un incontro organizzato dalla segreteria della Cgil Scuola con un gruppo di supervisori di tirocinio sul tema della legge 53/2003 e della formazione iniziale
Il giorno 27 febbraio u.s. si è tenuto un incontro organizzato dalla segreteria della Cgil Scuola con un gruppo di supervisori di tirocinio sul tema della legge 53/2003 e della formazione iniziale.
Dal confronto sono emersi alcuni punti su cui sviluppare la riflessione in attesa del decreto attuativo dell'art. 5 della legge suindicata.
La possibilità di definizione di un tavolo politico sul tema, consente, infatti, di poter avanzare proposte per eventuali modifiche che il decreto potrebbe acquisire.
La presenza della figura dei supervisori di tirocinio all'interno della formazione iniziale pensata e attuata nei corsi di laurea dei Scienze della Formazione Primaria e nelle SSIS, ha mostrato una possibile strada per la formazione degli insegnanti e ha dato vita a un modello preciso e diverso di formazione. Ha permesso, infatti, di superare una visione trasmissiva e statica, nel senso di suddivisa per compartimenti, della formazione, perché è proprio nel tirocinio che i saperi derivanti dalle altre tre aree, di cui si compone il percorso di formazione, si possono "mescolare", integrare, in quanto il tirocinio è lo spazio privilegiato dedicato alla progettualità.
È un'immagine di scuola "diversa" quella che emerge da questo contesto, una scuola in cui gli statuti delle discipline, la didattica delle discipline, gli aspetti psico-pedagogici e quelli metodologici danno vita a una forma di sapere nuovo, "il sapere insegnato", nucleo su cui si fonda il percorso di tirocinio. Il tirocinio si configura come il momento centrale di un percorso che fornisce ai futuri insegnanti strumenti e rappresentazioni di un proprio modello di insegnante, un modello flessibile, duttile, in grado di "stare dentro" con consapevolezza a un contesto storico in continua evoluzione e che assimila l'autovalutazione come procedura dell'operare nel contesto.
Alcuni nodi riguardano la figura del supervisore di tirocinio, elemento di raccordo nel percorso della formazione iniziale tra la scuola e l'università.
La professionalità del supervisore di tirocinio si snoda nell'ambito della ricerca didattica a tutto campo: nella scuola dove opera, all'università sul pezzo che lo coinvolge direttamente, nella relazione con le altre aree del percorso di formazione degli studenti. È il campo della formazione come ricerca quello in cui questa figura si muove. Fondamentale è il rapporto del supervisore di tirocinio con la scuola, come situazione in cui lo stesso si "bagna", ed è solo mantenendo questa condizione che può portare con sé l'altro pezzo che si occupa di formazione degli insegnanti, ovvero l'università.
La struttura del semi esonero (metà tempo di lavoro a scuola e metà tempo all'università) rappresenta, allora, la condizione ideale, in quanto consente al supervisore di tirocinio di stare a scuola, cogliere in tempo reale le modifiche dei processi che intervengono nella scuola stessa e di riportare nel contesto universitario quanto accade. Ciò consente all'università di non divenire un luogo ossificato di trasmissione dei saperi.
D'altra parte, il rapporto con l'università rappresenta per la scuola una possibilità di stimolo sul piano culturale e di messa a punto di strumenti di analisi del proprio operare. La partenership tra scuola e università può rappresentare davvero, un momento fecondo di co-costruzione di un sistema della conoscenza che sia "metasistemico".
Il ruolo giocato dalle scuole in cui si attua il tirocinio va individuato in questa direzione, come contesti in cui il concetto di apprendimento si interconnette con il concetto di competenze da acquisire.
La competenza è costituita dall'insieme articolato di capacità, conoscenze, esperienze finalizzate. Si esprime attraverso comportamenti e necessita, per esprimersi, della motivazione e del contesto. Pertanto una competenza equivale all'assunzione di comportamenti corretti in ordine a determinati compiti nelle interazioni con altri e con l'ambiente.
Ne discende che le scuole sono contesti specifici, in cui il formare è motore di trasformazione degli allievi e degli insegnanti che vi agiscono e, più in generale, ogni scuola è luogo di una formazione individualizzata della persona.
Serve avviare una riflessione ampia per individuare le forme e le modalità per dare continuità alla nuova professionalità che i supervisori di tirocinio hanno acquisito, così come è necessario fare in modo che le loro scuole di provenienza si avvalgano di questa esperienza e di questa professionalità. Ancora, è sostanziale che il loro rapporto con l'università sia fondato sulla trasparenza: i supervisori di tirocinio operano tra scuola e università e il loro contesto normativo di riferimento è il contratto collettivo nazionale di lavoro della scuola.
Nel quadro delle modifiche proposte nel decreto applicativo dell'art. 5 della 53/03 deve essere mantenuto uno spazio nella laurea specialistica ai Supervisori, come insegnanti provenienti dalla scuola e che agiscono secondo le attuali modalità nello spazio conseguente a 30 crediti sui 120 complessivi previsti. Su questo è importante mettere a punto delle proposte concrete, in modo tale che, di fronte alla possibilità di un tavolo politico di discussione, il sindacato possa intervenire con una propria linea di intervento.
Tra le necessità immediate, si sottolinea l'urgenza di allargare la riflessione in merito a queste tematiche all'intera organizzazione e più in generale all'esterno, ai soggetti (partiti, associazioni professionali) che si occupano di scuola e di formazione.
Nell'ambito del problema relativo al reclutamento degli insegnanti, che tiene conto di un sistema in cui è presente un alto numero di abilitati senza prospettive di accesso al mondo del lavoro, almeno nell'immediato, è comunque importante non interrompere la continuità dell'esperienza delle formazione iniziale. Il non avvio del sesto ciclo, previsto per il prossimo anno scolastico, lascerebbe un vuoto che potrebbe essere riempito da altre esperienze (tirocinio a contratto), con il rischio di trasformarsi in norma.
Infine, ma davvero non per ultimo, si rifiuta come forma di reclutamento la proposta di chiamata diretta paventata dall'attuale compagine di governo.
Il gruppo di insegnanti presenti e la Cgil Scuola a tal fine promuoveranno ulteriori incontri.
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