Estero. Sul contingente 2007/2008 si abbatte la mannaia dei tagli previsti in finanziaria
Cambia il Governo, cambiano i ministri ma la politica del MAE sulla scuola italiana all’estero è sempre la stessa. Ancora una volta si privilegia la logica della soppressione dei posti e non la razionalizzazione della rete. Questa scelta politica dell’Amministrazione è destinata a indebolire ulteriormente il nostro sistema pubblico e a rafforzare l’intervento privato.
Con la sottoscrizione del mancato accordo, perfezionata il 15 marzo u.s., si è conclusa la concertazione sul contingente 2007/2008 del personale docente, ata e dirigente da destinare all’estero.
Poco conta che i tagli già annunciati in occasione del varo della finanziaria siano stati successivamente ridotti, fatto sta che dal prossimo anno scolastico avremo 70 posti di contingente in meno; ovvero si passa dalle 1193 unità attuali a 1123 unità di personale a partire dal 2007/2008. Con l’aggravante che si tratta di soppressioni e quindi si tratta di un taglio permanente. Dubitiamo fortemente che nel prossimo anno, nel momento in cui si dovrà andare alla ridefinizione triennale del contingente, possano esserci i margini di un recupero parziale o totale di questi posti.
Proprio per scongiurare tale situazione le OO.SS. avevano chiesto al MAE in corso di concertazione, l’ utilizzo dell’istituto del congelamento anziché quello della soppressione. Il che avrebbe significato, benché in via transitoria, di poter recuperare gran parte dei posti in organico.
Vale la pena ricordare che le scuole e le istituzioni scolastiche all’estero dovrebbero avere per legge un organico di 1400 unità, tra personale docente, Ata e dirigente e che nel corso degli anni, per effetto di tagli ingiustificati, l’organico è sceso ben al di sotto di quei parametri. Questo ci induce a confermare un nostro giudizio decisamente negativo sulla politica scolastica perseguita dal MAE in tutti questi anni che, indipendentemente, dal colore politico dei Governi che si sono succeduti, ha penalizzato, fortemente, l’intervento pubblico e favorito l’intervento privato soprattutto nelle iniziative scolastiche previste dalla legge 153/71. Non v’è dubbio, infatti, che la mancata copertura con contingente statale di detti corsi consente che l’affidamento degli stessi venga dirottato verso iniziative private sancendo di conseguenza un’ abdicazione definitiva dell’intervento pubblico.
Siamo all’apoteosi della privatizzazione strisciante!
Tutto questo è ulteriormente confermato dalle scelte operate dal MAE all’interno della finanziaria. Se da un lato, infatti, vengono tagliate le risorse destinate a coprire i posti di intervento statale, dall’altro si confermano le risorse stanziate a favore degli enti e soggetti privati.
Ci troviamo pertanto di fronte ad un preoccupante continuismo, che lo diventa ancora di più se si va ad analizzare nel merito le scelte relative ai tagli operate dal MAE.
In una situazione di emergenza, come quella dettata dalla finanziaria, era logico aspettarsi un piano di intervento straordinario che portasse il MAE a mettere in essere una effettiva razionalizzazione della reste scolastica e un uso razionale delle risorse individuando risparmi e operando sugli sprechi. La logica seguita, invece, è stata un’altra tutta interna a parametri ragionieristici dell’Amministrazione che poco hanno a che fare con il corretto uso delle risorse. Il MAE si è limitato quasi esclusivamente a non coprire i posti lasciati liberi a seguito di restituzione ai ruoli metropolitani per fine mandato del personale. Così facendo molte scuole e molte istituzioni scolastiche saranno fortemente penalizzate perché non potranno utilizzare nemmeno il personale supplente per far fronte ai bisogni formativi emersi in quelle realtà.
A tale proposito vale la pena segnalare una piccola nota di “colore” che riassume drammaticamente le scelte di politica scolastica del MAE. Sono state bloccate le statizzazioni delle scuole materne annesse alle scuole italiane statali operanti nel mondo impedendo, di fatto, un loro potenziale ampliamento. Ancora: è stata bocciata la richiesta di statizzazione della scuola media di Zurigo propedeutica a creare un polo statale in quella realtà, per far fronte alla richiesta da parte della nostra comunità a un bisogno sentito di un intervento pubblico e per una migliore integrazione con il sistema scolastico elvetico. E’ stata invece imboccata la via di puntare all’iniziativa privata attraverso la disponibilità a concedere loro la parità scolastica con l’intento palese di “aggirare” l’intervento statale e favorire indirettamente piccole clientele.
Nei colloqui avuti come OO.SS. con alcuni vice ministri e sottosegretari prima della finanziaria era emersa la necessità di un’auspicabile inversione di tendenza, in tutta risposta, invece, ci troviamo di fronte al solito continuismo politico/ministeriale che non promette niente di buono per il prossimo futuro.
Non erano certo questi gli impegni assunti dalla attuale maggioranza in campagna elettorale sulla scuola e sulle istituzioni scolastiche italiane all’estero. Se Governo e Ministero dovessero proseguire su questa via le scuola e le istituzioni scolastiche all’estero saranno condannate ad un inesorabile declino.
La FLC Cgil nel condannare questa scelta politica chiede al Governo e al Ministero di riportare al centro della politica scolastica e culturale all’estero l’intervento pubblico e che l’intero sistema sia valorizzato sia nella qualità che nella quantità attraverso efficaci interventi riformatori.
Verbale di mancato accordo personale docente e Ata
Verbale di mancato accordo Dirigenti scolastici
Soppressioni a/s 2007/2008
Roma, 15 marzo 2007
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