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Estero. Ecco il messaggio sulla partecipazione alle prove di accertamento linguistico

Il personale docente e Ata in servizio all’estero potrà utilizzare i permessi di cui all’art. 15 del CCNL. Per la FLC Cgil si tratta di una disposizione timida che non rispecchia totalmente quanto concordato nell’incontro del 17 novembre u.s.. Sono, pertanto, opportune ulteriori precisazioni.A chi il merito del risultato?E’ or di smetterla con la demagogia.

24/11/2006
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In diritto amministrativo le circolari o messaggi sono atti di normazione secondaria che hanno la funzione di dettare istruzioni che diventano vincolanti per le autorità amministrative sottoposte al potere gerarchico del soggetto che le emana. Nel caso del messaggio , protocollo n. 0427583 del 21 novembre 2006, la DGPCC ricorda e sottolinea che la partecipazione alle prove di accertamento da parte del personale docente e Ata in servizio all’estero rappresenta un diritto soggettivo disciplinato dall’art. 15 del CCNL.

Ad avviso di chi scrive sarebbe stato opportuno che tale semplice richiamo, benché chiaro e condivisibile nella sostanza, fosse stato reso più esplicito con la declinazione della casistica dei permessi utilizzabili dal personale e con la precisazione che, per loro natura, non sono soggetti ad alcun vincolo da parte del superiore gerarchico.

Come pure sarebbe stato opportuno esplicitare meglio, e non in burocratese come è stato fatto, che in caso di proseguo dell’assenza dal servizio, senza soluzioni di continuità, per via delle ferie natalizie fosse richiesta la firma di un unico verbale di cessazione e riassunzione pur in presenza di differenti istituti contrattuali (permessi più ferie).

Questo avrebbe, sicuramente, agevolato l’applicazione della norma senza esporla a singolari interpretazioni da parte delle autorità amministrative sottoposte al potere gerarchico della DGPCC.

C’è infine da segnalare la “solita caduta di stile” da parte della “solita” organizzazione sindacale che al “solito” avoca, impropriamente, a sé il merito del risultato raggiunto con l’emanazione del messaggio. Tutto ciò non corrisponde assolutamente al vero: in tempi non sospetti la FLC Cgil e un’altra organizzazione sindacale hanno formalmente e per iscritto posto il problema all’Amministrazione, hanno sollecitato il tavolo di confronto e hanno avanzato insieme alle altre sigle sindacali proposte e soluzioni. Quindi fatti e non chiacchiere. A questa sigla sindacale vogliamo, solo, ricordare che il “narcisismo” è una malattia infantile del sindacalismo.

Roma, 24 novembre 2006

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