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La scuola dell'infanzia e il nuovo piano scuola 2014

Maria Strada, docente scuola dell'infanzia, scrive al Presidente del Consiglio.

10/07/2014
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Lettera aperta di una docente della scuola dell'infanzia
al Presidente del Consiglio Matteo Renzi

e p.c. al ministro Stefania Giannini
al dott. Roberto Reggi

Salve Presidente,
oggi le vorrei parlare della Scuola dell'Infanzia, la prima opportunità di formazione per i nostri bambini, la prima risposta al loro diritto all’educazione e alla cura, eppure la cenerentola del sistema scuola italiano, la più bistrattata e la più dimenticata.

Ho letto con grande interesse le dichiarazioni del dott. Roberto Reggi in merito al Piano Scuola che il suo governo si appresta a varare, e ho immediatamente sentito l'esigenza di farle conoscere la verità vera.

E la distinguerò tra due categorie: docenti e alunni.

La verità per i docenti è sotto gli occhi di tutti quelli che la vogliono vedere:

il linea generale tutti i docenti stanno pagando a caro prezzo il costo della crisi subendo negli ultimi anni il blocco del contratto (da quanti anni ormai?) e il taglio del Fondo dell'Istituzione Scolastica.

In caso di malattia sono soggetti ad una decurtazione dello stipendio non indifferente, oltre che condannati agli "arresti domiciliari" ben più pesanti di quelli comminati ad alcuni pregiudicati.

Tutti i docenti si portano sulle spalle un fardello di responsabilità che pare non avere limiti: responsabili in classe, responsabili in bagno, responsabili nella mensa, responsabili all'ingresso e all'uscita, responsabili nelle uscite didattiche... come se un insegnante, solo per il fatto di essere tale, avesse il dono dell'ubiquità e potesse, come per magia, supervisionare contemporaneamente 27 alunni in classe e 1 nel bagno, avere due occhi anche sul retro della testa ed essere così bravi chiaroveggenti da poter prevenire il più piccolo incidente di percorso.

Nello specifico i docenti della Scuola dell'Infanzia devono fare i conti con la tenerissima età dei propri alunni, caricarsi il problema dei bambini anticipatari di soli due anni d'età, gestire classi superaffollate, accogliere bambini stranieri senza il supporto di nessun mediatore linguistico, fare da prima sponda alle ansie, alle paure e alle attese sempre più pressanti delle famiglie e, dulcis in fundo, sopperire alla carenza ormai cronica di collaboratori scolastici, tappando qualche buco anche in quel settore.

Sicchè un docente di Scuola dell'Infanzia, che nell'immaginario collettivo gioca dalla mattina alla sera e si trastulla tra girotondi e filastrocche, è allo stesso tempo insegnante, addetto alla sicurezza, assistente, babysitter, addetto ai portoni e alle pulizie, ecc. ecc.

Ecco perché alla fine di ogni giornata lavorativa ogni docente alza gli occhi al cielo e ringrazia dal profondo del cuore per aver potuto archiviare un altro giorno senza incidenti di sorta, ed ecco perché ogni docente della Scuola dell'Infanzia ogni giorno quando ritorna a casa ha solo una necessità: sdraiarsi sul divano e ascoltare ... il silenzio!

Ma quante storie!!! Dopotutto si tratta di un lavoro di sole poche ore al giorno!!! E ora finalmente un governo, che sa e che fa, rimedierà a questa grave insufficienza innalzando l'orario di lavoro a 36 ore alla settimana, soprattutto per i docenti della Scuola dell'Infanzia e della Scuola Primaria che sono evidentemente i più sfaticati!!!

La verità vera è che i docenti della Scuola dell'Infanzia, tra tutti, sono quelli che lavorano per il maggior numero di ore, 25 ore di lezione settimanali, a fronte di 22 per la primaria e 18 per la secondaria di 1° e 2° grado: e nonostante ciò, e nonostante la laurea e i titoli vari necessari per accedervi, insieme ai colleghi della scuola primaria percepiscono uno stipendio inferiore rispetto agli altri docenti, e questo in barba a quella "Unicità della Funzione Docente" di cui tanto si è disquisito negli anni addietro.

E ora dovrebbero essere i primi a doversi adeguare alle 36 ore!

La verità vera è che sfido chiunque, ministri / sottosegretari / portaborse e funzionari di alto e basso grado, a lavorare per un solo mese in una Scuola dell'Infanzia prima di pensare anche solo per un attimo di aumentare le ore di lavoro dei docenti!

Venghino, signori venghino!!!

Ma non a visitare una scuola in festa, con i bambini che ti cantano un inno di benvenuto e il personale sorridente schierato ad accoglierti!

Venite a lavorarci giorno dopo giorno e saprete quanto è usurante questo lavoro, quanta competenza, passione, professionalità, ma anche quanta fatica c'è dietro a quell'inno e quei bambini in festa!

E passiamo agli alunni e alle loro famiglie:

la verità vera è che sono proprio le famiglie ormai a sorreggere economicamente la scuola. A parte poche fortunate eccezioni, nella stragrande maggioranza dei casi le famiglie forniscono alla Scuola dell'Infanzia risme di carta, colori, sapone, carta igienica, cartucce per stampanti... anche giocattoli nuovi e usati, e noi accettiamo tutto, così come accettiamo i vecchissimi computer che vengono dismessi dal laboratorio di informatica della nostra scuola secondaria di 1°grado, e litighiamo tra colleghi per accaparrarcene uno funzionante e finalmente pianificare un progetto di alfabetizzazione informatica per i nostri alunni.

E i bambini? Chiusi per 8 ore in un'aula, fortunatamente abbastanza grande... ma non troppo, senza un parco attrezzato, o un orto, o una palestra a misura di bambino (gelata d'inverno e soffocante già ad aprile), con un salone ricavato da due aule limitrofe che basta a malapena ad accogliere uno scivolo...

Laboratori? Zero. In aula si montano e si smontano vari angoli di lavoro, ma con 26/30 alunni lo spazio quello è!

Idee e progetti? Tanti, ma sempre devono fare i conti con la realtà.

E la realtà vera è che, se esiste una scuola di qualità, ed esiste, è solo perché ci sono docenti che lavorano per dare sostanza ad una istituzione che ormai si regge molto sull'impegno volontario e gratuito di chi ci lavora, insegnanti che non stanno a guardare all'orologio, né si gingillano scaldando la sedia, ma con passione e professionalità e anche a scapito del loro tempo e della loro salute, tentano di dare risposte alle richieste sempre più pressanti degli alunni e delle loro famiglie.

Io ormai sono alla fine della mia carriera ... se così vogliamo chiamare il percorso lavorativo dei docenti italiani che, unici in Europa, raggiungono il massimo gradone di stipendio solo dopo 35 anni di servizio!...e credo che l'aumento delle ore di lavoro non mi riguarderà più direttamente.

Questo che si è appena concluso è stato il mio 40° anno di servizio, sono ancora troppo giovane per la signora Fornero per andare in pensione, (che bella l'Italia che penalizza sempre e solo gli ultimi e forse anche i più meritevoli!) ma dopo tanti anni di lavoro, di fronte a questi piani innovativi che investono la scuola sono stupita e smarrita, perché purtroppo ancora una volta mi accorgo che ogni governo pensa di mascherare tagli e ritagli con piani roboanti e pensa che noi docenti siamo così stupidi da non accorgercene.

E sinceramente dopo una vita dedicata alla scuola e ai miei alunni, di governi così, che pensano questo dei docenti e che fanno questo alla Scuola, non so veramente che farne!

Signor Presidente, se mi sto sbagliando me lo dimostri con i fatti!

Maria Strada
Docente Scuola dell'Infanzia

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