20 novembre, giornata internazionale per i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza
Una giornata buona per una riflessione sulla condizione dell’infanzia.
La convenzione ONU sui Diritti dell'infanzia fu approvata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989 L’evento viene ricordato ogni anno, il 20 novembre appunto, nella Giornata internazionale per i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza.
L’Italia ha ratificato la Convenzione nel 1991. Ad essa non mancano mai di ispirarsi i pronunciamenti e gli atti dell’Europa in tema di infanzia.
Ma oggi la condizione dell’infanzia nel nostro paese è in peggioramento. La crisi, la mancanza di lavoro, le difficoltà delle famiglie, il disseccarsi delle finanze locali sono macroelementi che si riverberano sulla vita quotidiana di bambini e bambine.
Nell’infanzia di oggi c’è il Paese di domani, veniva ricordato in un documento del Coordinamento nazionale per politiche dell’infanzia e della sua scuola. E’ oramai da tutti riconosciuto che servizi educativi di qualità per i bambini e le bambine da 0 a 3 anni e una buona scuola dell’infanzia per quelli da 3 a 6 sono fondamentali per cominciare bene, per affrontare con maggiori possibilità di successo il percorso della vita, anche sul versante del lavoro una volta che si diventa adulti. E’ quindi responsabilità del Paese e delle sue istituzioni farsi pienamente ed efficacemente carico di questa prospettiva che coincide, peraltro, con il miglior investimento possibile sul futuro delle persone e della società tutta. Lì affonda le radici il “compito della Repubblica” declinato nell’articolo 3 della nostra Costituzione. Invece i servizi per l’infanzia della fascia 0-3 continuano ad essere servizi a domanda individuale e la scuola pubblica è immiserita da una lunga stagione di tagli.
Né può sfuggire che la crisi sta producendo sempre più disuguaglianza. E questo si traduce in forme di disagio sempre più diffuse. Non porta lontano tentare di codificarle in termini di patologie, rincorrere declinazioni sempre più raffinate di Bisogni Educativi Speciali. Occorre uscire dalla crisi, con un nuovo modello di sviluppo. Occorre una scuola messa in condizioni di includere tutti, di accogliere ciascuno, che tutti rispetti nei bisogni, negli stili di apprendimento, nei vissuti e nelle appartenenze e che tutti formi alla cittadinanza consapevole e attiva. Non che di questo manchi la consapevolezza, basta leggere le Indicazioni nazionali per il curriculo nella scuola dell’infanzia e nel primo ciclo per trovare riconosciuta, fondata e rimotivata la scuola dell’infanzia come risposta ai diritti di tutti i bambini e le bambine dai tre ai sei anni di età.
Ma a quei bambini e bambine il mondo degli adulti deve rivolgersi con onestà: bisogna allora generalizzarla la scuola dell’infanzia, fare in modo che sia di qualità, riconoscerne valore e funzione nei fatti e nelle cose. Per esempio rendendola protagonista nei percorsi di elaborazione dei curriculi verticali che vedono impegnate le scuole, invece che relegarla al ruolo di cenerentola come troppe volte accade. Tutta la scuola, e non solo quella di base, potrebbe trarre stimoli preziosi per migliorare nella grande sapienza pedagogica che prende corpo ogni giorno nella scuola dell’infanzia.
A questo si riferisce anche la proposta che il Coordinamento nazionale per le politiche dell’infanzia e della sua scuola mette in campo per questo anno scolastico. Il 20 novembre è una giornata buona per prenderla in considerazione.
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Coordinamento Nazionale per le Politiche dell’infanzia e della sua Scuola
Inclusività e nuove indicazioni nazionali per il curriculo verticale: un'occasione per riflettere a partire dal patrimonio della scuola dell'infanzia
L'orizzonte dell'inclusività, delineato dalla Costituzione come valore irrinunciabile, è un diritto di tutti e, in particolare, di ogni bambina e bambino che necessita di accoglienza e interazione con i coetanei e con gli adulti, per consentire la piena partecipazione alla comunità educante e favorire i processi di sviluppo e apprendimento.
L'inclusività rappresenta una significativa pista per ribadire come, da sempre, la scuola dell'infanzia sia il primo segmento del sistema scolastico italiano a praticare e rendere effettive azioni in tal senso. Le Indicazioni Nazionali per il Curricolo, attuative da questo anno scolastico, costituiscono una preziosa occasione per concretizzare e ricontestualizzare le buone prassi dell'inclusione, spesso già messe in atto con successo nelle Il Coordinamento Nazionale per le Politiche dell'Infanzia e della sua Scuola, al fine di proseguire l'azione di sensibilizzazione di tutti i soggetti comunque coinvolti nelle politiche dell'infanzia e per supportare le attività delle istituzioni scolastiche e dei docenti, promuove un laboratorio di ricerca educativa e didattica, per riflettere sul nesso Indicazioni nazionali/inclusività, a partire dalle azioni didattiche e dalle esperienze già consolidate.
La collaborazione e la condivisione di tale impostazione costituiranno la base di una iniziativa itinerante promossa dal Coordinamento, al fine di sensibilizzare l'opinione pubblica e valorizzare il lavoro che gli insegnanti svolgono nella scuola dell'infanzia.
- Costruire insieme uno spazio di incontro e di dialogo
- Trovare risposte coerenti alle domande di senso che i bambini ci pongono
- Riconoscere il lavoro degli insegnanti nella scuola dell’infanzia.
Se condividi questo percorso e vuoi segnalare esperienze già svolte o in via di elaborazione sul rapporto Indicazioni/inclusività inviane una descrizione a: coord.infanzia@gmail.com
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