Decreto secondo ciclo: approvato solo in prima lettura
In attesa del testo del decreto che non c’è, è bene avere chiaro che quanto approvato dal Consiglio dei Ministri venerdì 27 maggio costituisce l’inizio dell’iter formale del decreto che diverrà decreto legislativo solo dopo aver compiuto il percorso previsto dall’art.1 comma 2 della legge 53/03
In attesa del testo del decreto che non c’è, è bene avere chiaro che quanto approvato dal Consiglio dei Ministri venerdì 27 maggio costituisce l’inizio dell’iter formale del decreto che diverrà decreto legislativo solo dopo aver compiuto il percorso previsto dall’art.1 comma 2 della legge 53/03, che per opportuna conoscenza riportiamo “ Fatto salvo quanto specificamente previsto dall'articolo 4, i decreti legislativi di cui al comma 1 sono adottati su proposta del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, con il Ministro per la funzione pubblica e con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, sentita la Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, e previo parere delle competenti Commissioni della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica da rendere entro sessanta giorni dalla data di trasmissione dei relativi schemi; decorso tale termine, i decreti legislativi possono essere comunque adottati. I decreti legislativi in materia di istruzione e formazione professionale sono adottati previa intesa con la Conferenza unificata di cui al citato decreto legislativo n. 281 del 1997.”
Detto in altri termini, si è aperta formalmente la fase di definizione del decreto, che prevede il parere della Conferenza Unificata Stato Regioni Enti Locali e delle Commissioni parlamentari competenti: in questa fase rimane vigente la normativa che definisce l’attuale struttura della scuola secondaria superiore e qualsivoglia pressione a considerare definitivo il decreto è destituito di qualsiasi fondamento, formale e sostanziale.
Ciò significa, che le scuole, le associazioni, le istituzioni, la cosiddetta società civile che non condividono le scelte operate dal decreto, il cui testo approvato peraltro continua ad essere misterioso, devono ora far sentire la loro voce ed il loro parere, attraverso appelli, documenti, iniziative pubbliche, nei confronti del Governo e delle istituzioni chiamate a pronunciarsi formalmente, prima che la Bozza diventi decreto.
Roma 1 giugno 2005
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