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DDL scuola, la FLC CGIL ai parlamentari: cambiate tutto

Subito le stabilizzazioni dei precari, subito il rinnovo del contratto. Autonomia come corresponsabilità di sistema e per la libertà di insegnamento. No alla concentrazione di poteri agli organi monocratici. Si sottoponga il DDL alla valutazione delle scuole.

07/04/2015
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Il 7 aprile 2015 presso le Commissioni riunite VII Camera e 7a Senato si è svolta l’audizione informale delle organizzazioni sindacali sul disegno di legge di iniziativa governativa riguardante “La Buona Scuola”.

Testo audizione consegnato alle Commissioni

Nel suo intervento Domenico Pantaleo ha affrontato le questioni nodali del provvedimento e su ognuna di esse ha avanzato puntuali proposte di cambiamento.

L’impianto del disegno di legge - ha detto Pantaleo - non è convincente, perché non innalza i livelli di istruzione, non favorisce il superamento delle disuguaglianze socio-culturali e territoriali che condizionano pesantemente gli esiti scolastici, riduce la democrazia, i diritti e la libertà di insegnamento.

Per le stabilizzazioni, compreso il personale ATA, proponiamo un decreto urgente; per materie relative al rapporto di lavoro (salario, professione, carriera, orario, mobilità, periodo di prova, ecc.) serve il contratto. La scuola dell’autonomia ha bisogno di un patto di regole condivise, di trasparenza e collegialità per poter funzionare. Invece, nel DDL ci sono molte forzature sull’autonomia con scelte che possono mettere in discussione il sistema nazionale di istruzione, allargare le disuguaglianze e mettere in discussione la libertà di insegnamento.

Il sindacato, contrariamente alla vulgata liberista, non è una forza conservatrice ma è disponibile a trovare, nelle sedi appropriate, regole condivise per mettere la scuola nelle condizioni di accettare la sfida della modernità e della nuova realtà. Ma le riforme non si fanno con la riduzione dei diritti o calpestando la dignità del lavoro.

Inopinatamente il Governo mette nero su bianco che sui provvedimenti attuativi del DDL si può fare a meno dei pareri obbligatori degli organi consultivi. Tutto ciò è paradossale visto che il 28 aprile circa 1.000.000 di lavoratori della scuola voteranno per eleggere l’organo consultivo nazionale, in materia di istruzione (CSPI). Dunque mentre la scuola si riprende la parola, grazie a una battaglia vinta dalla sola FLC CGIL, il Governo trova subito il modo di negarle un diritto acclarato in diversi gradi di giudizio.

Ci sono molte assenze nel DDL che compromettono il futuro come la mancanza di un piano di investimenti finanziario (non solo per le assunzioni) e per il diritto allo studio; l’impegno a eliminare le molestie burocratiche nelle scuole e un piano di assunzioni per il personale ATA.

Infine il segretario generale ha concluso augurandosi che la discussione parlamentare sul DDL “favorisca un radicale cambiamento delle norme in esso contenute e sia, al tempo stesso, l’occasione per aprire un grande dibattito pubblico sui temi della scuola che agevoli un nuovo rapporto tra scuola e società”.

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