Coordinamento unitario-Documento conclusivo del direttivo nazionale del 15 novembre
- L’area autonoma nell’ambito del comparto scuola
DOCUMENTO CONCLUSIVO DEI LAVORI DEL DIRETTIVO NAZIONALE
DEL COORDINAMENTO UNITARIO DEI DIRIGENTI SCOLASTICI CGIL CISL UIL
Roma, 15 novembre 1999
- L’area autonoma nell’ambito del comparto scuola
Gli esiti contrattuali, sia nei contenuti generali del CCNL del 26 maggio che in quelli applicativi del CCNI del 31 agosto 1999, costituiscono una chiara testimonianza dell’efficacia di una metodologia e di una prassi contrattuale che vede l’area dei Capi d’Istituto negoziare le proprie condizioni normative e retributive nell’ambito del comparto scuola.
Prove sul campo che vanno certamente precisate, rafforzate e ricondotte ad una procedura specifica, ma che hanno costituito un apprezzabile avvio di un processo, da consolidare nelle prossime due sequenze negoziali sulla distinta disciplina e sull’attuazione piena della dirigenza scolastica, e che debbono sfociare nella costruzione di una specifica area dirigenziale incardinata nel comparto scuola.
E’ una scelta culturale di fondo che trova le sue ragioni nella concezione di un ruolo dirigenziale da esercitare in sinergia con le altre professionalità operanti nella scuola e in particolare con quella docente. Del resto, lo stesso profilo dirigenziale scolastico nasce dalla docenza e ricompone al proprio interno, unitariamente, le dimensioni pedagogico-didattica e amministrativo-gestionale.
- La distinta disciplina di area
Entro marzo del 2000 occorre, in attuazione di quanto previsto dal CCNL SCUOLA, ricondurre ad unità distinta dal resto del contratto di comparto, tutte le norme contrattuali relative ai Capi d’Istituto; è la specifica distinta disciplina contrattuale di area, atto preliminare alla sessione negoziale che partirà a seguire nello stesso marzo del 2000.
Poiché comunque le clausole da riordinare avranno applicazione a partire dal settembre del 2000, il confronto negoziale con l’ARAN sarà anche l’occasione per perfezionare alcuni istituti contrattuali che hanno creato problemi attuativi e gestionali.
L’esercizio del diritto di sciopero e le garanzie per la certezza degli adempimenti da parte dei Dirigenti Scolastici, le rappresentanze sindacali dei D.S., le relazioni sindacali a livello di istituzione scolastica e il loro rapporto con le delibere degli Organi Collegiali, l’adeguamento integrale alla disciplina dirigenziale delle norme relative al tempo di lavoro, la definizione dei crediti professionali conseguenti alla frequenza del corso di formazione per l’acquisizione della dirigenza, sono alcuni aspetti, fra gli altri, che potranno trovare una più compiuta e sistematica definizione nella prima delle due richiamate sequenze negoziali preordinata, appunto, alla costruzione della distinta disciplina di area.
- La sessione negoziale del marzo 2000
Essa dovrà realizzare la piena attuazione della dirigenza scolastica, sciogliendo i nodi che attengono alla struttura del salario, alla perequazione retributiva di base con le altre dirigenze, alle norme di garanzia rispetto al rapporto di lavoro, alla previsione di un’indennità di posizione e di risultato salarialmente non inferiore a quelle previste per le altre dirigenze, reimpostando l’attuale meccanismo contrattuale in modo da collegare direttamente la retribuzione di risultato agli esiti positivi della valutazione e prevedendo specifici riconoscimenti legati al merito. All’interno della nuova struttura retributiva andrà inoltre trovata una soluzione per l’attuale situazione di anzianità.
Questa medesima sessione negoziale dovrà inoltre disciplinare la formazione in servizio, l’esercizio della facoltà di scelta dei propri collaboratori in campo gestionale e organizzativo nonché le modalità di affidamento delle sedi da parte dei Dirigenti Generali Regionali che contemperino la prerogativa di scelta fiduciaria e l’obiettivo della funzionalità della continuità di direzione.
- Rivendicazioni e risorse contrattuali
Le linee sopra indicate dovranno tradursi in una piattaforma rivendicativa che richiede un’adeguata disponibilità di risorse specifiche che la controparte deve reperire nella Legge Finanziaria, affinché la retribuzione del Dirigente Scolastico, nella sua entità complessiva, corrisponda a quella delle altre dirigenze pubbliche.
In questo modo la scelta strategica dell’incardinamento dell’autonoma area dirigenziale nel comparto scuola, assume per i Capi d’Istituto CGIL CISL UIL Scuola il significato di piena valorizzazione dello specifico profilo professionale, coerente con il valore di un ambiente scuola dove le varie professionalità dialogano e operano concorrendo all’innalzamento della qualità dei servizi. Dialogo e cooperazione che non potranno non ricevere stimoli positivi dall’appartenenza ad uno stesso comparto, dove figure in posizione diversa perseguono lo stesso obiettivo.
In questo senso, la specificità della dirigenza scolastica nel comparto scuola, con il riconoscimento di tutte le prerogative dello status dirigenziale, diviene una risorsa per la scuola, in alternativa ad una impropria omologazione alla dirigenza amministrativa degli altri comparti pubblici.
- Il Coordinamento unitario dei Dirigenti Scolastici CGIL CISL UIL: un salto di qualità
Il Direttivo Nazionale del Coordinamento Unitario dei Dirigenti Scolastici CGIL CISL UIL, in continuità con l’esperienza realizzata in questi anni di presenza costante al tavolo negoziale di una propria Delegazione a fianco delle Segreterie Nazionali dei sindacati scuola confederali, al fine di qualificare e rafforzare il ruolo del Coordinamento stesso, a partire già dalle prossime trattative , ma anche in vista della definizione dell’autonoma area contrattuale nell’ambito del comparto, ritiene necessario un salto di qualità politico-organizzativo.
E’ maturo il tempo di affidare al Coordinamento la rappresentanza dei Dirigenti Scolastici iscritti alla CGIL, CISL, UIL SCUOLA, da esercitare in forte e funzionale raccordo con le Segreterie dei sindacati predetti. Tale scelta risponde all’esigenza di valorizzazione e sviluppo politico dell’area dirigenziale scolastica e, lungi dal prefigurare la costruzione di "separatezze" che si ritengono dannose per il settore, va pensata non come annullamento dell’azione e della elaborazione delle singole Organizzazioni Sindacali, ma come terreno di confronto e di definizione di scelte unitarie e condivise da far valere in ogni sede politica e contrattuale.
Risorse, sedi e strumenti specifici da costruire nei prossimi mesi dovranno accompagnarsi ad una iniziativa unitaria che nelle Regioni e nelle Province si proponga di far compiere un salto di qualità anche a livello territoriale. A tal fine è necessario costruire un processo che rinnovi, attraverso uno specifico impegno politicamente assunto dagli organismi dirigenti dei Sindacati di comparto, le strutture del Coordinamento a tutti i livelli, affidando loro un mandato politico adeguato al nuovo assetto delle relazioni negoziali.
In tale contesto va rinnovato e aggiornato il Protocollo d’intesa con l’ANDIS, che ha dato finora prova di tenuta soprattutto in sede di rinnovi contrattuali collettivi nazionali, per costruire le migliori sinergie tra le diverse sensibilità sindacali e professionali.
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