Conversione in legge del decreto 115
Assunzioni con il contagocce ma mance a quota mille
Sabato 30 Luglio la Camera dei Deputati, in quarta lettura, ha definitivamente convertito in legge il decreto 115/’05.
Ricorderanno i nostri navigatori che, dopo tanti annunci alcuni dei quali davano per certo ciò che non lo era, un Governo incapace di predisporre un piano pluriennale di nomine così come sancito all’unanimità dal Parlamento accogliendo nel giugno del 2004 un emendamento presentato dal centro sinistra e fortemente sostenuto dalle organizzazioni sindacali, Cgil in primo luogo, era ricorso ad un decreto legge per dare risposta alle pressanti richieste sindacali, alle mobilitazioni e agli scioperi per l’assunzione del personale precario della scuola.
Il Decreto approvato dal Consiglio dei Ministri già in partenza rispondeva solo parzialmente alle richieste sindacali di assunzione su tutti i posti vacanti e a quanto previsto dalla Legge 143/’04.
Infatti, la quota di 35.000 docenti e 5.000 ATA immessi in ruolo al 1° settembre 2005:
· copre appena il 25% dei posti liberi nella scuola;
· ignora completamente il precariato di accademie e Conservatori; Enti di Ricerca ed Università;
· non inverte in modo significativo la crescente precarizzazione del lavoro nella scuola con pesanti ricadute sul personale e sulle condizioni di efficienza della scuola;
· penalizzando pesantemente precari e vincitori di concorso docenti, per gli ATA siamo di fronte ad una provocazione visto il divario fra disponibilità ed immissioni in ruolo.
In sede di conversione, anche su sollecitazione dello stesso Governo, ai 14 articoli originari ne sono stati aggiunti altri 40 sulle più svariate questioni e frequentemente di carattere clientelare: insomma con pochi giorni di legislatura utile prima dello scioglimento delle Camere (se si escludono i giorni riservati alla discussione sulla Finanziaria) è partito l’assalto alla diligenza.
Un assalto molto selettivo: compiacente con le manovre preelettorale, inflessibile con le richieste di miglioramento del Decreto sul versante delle assunzioni.
Infatti, non sono state accolte le richieste sindacali fatte proprie anche dall’opposizione, che chiedevano:
· un incremento dei contingenti per le immissioni in ruolo;
· l’eliminazione della formazione obbligatoria sulla Legge 53/’03;
· interventi sulle modalità di formazione delle graduatorie (punteggio di montagna).
Inoltre, è stato introdotto un articolo per prorogare le assunzioni nelle Università effettuate ai sensi del DPR 30 novembre 2004 e uno per sviluppare la connettività senza fili e l’acquisto di personal da parte degli studenti universitari.
Nonostante le posizioni rigide assunte dal Governo e dalla maggioranza parlamentare, in una fase concitata della discussione si è riusciti:
· ad ottenere una data certa per l’emanazione del piano pluriennale di nomine (30/9/2005);
· a far accogliere dal Governo un ordine del giorno che prevede che tutte le assunzioni, anche effettuate dopo il 31/07, abbiano decorrenza sia giuridica che economica dal 1/9/2005.
In questo assalto di norme il Governo ha anche tentato di introdurre surrettiziamente un articolo sul “Tutor” in spregio alla contrattazione in corso sull'art. 43 che lo stesso Presidente della Camera ha dovuto dichiarare inammissibile.
In sostanza si voleva introdurre una retribuzione per Legge e non contrattualmente e per una prestazione che, non essendo stata contrattata, non poteva essere effettuata, come risulta dallo stesso Atto di Indirizzo emanato dal Governo in materia di contrattazione art.43.
E’ invece confermata la previsione di una inaccettabile formazione obbligatoria per tutto il personale docente coinvolto nelle modifiche di ordinamenti o da modifiche delle classi di concorso a seguito dei decreti attuativi della Legge 53.
Anche in questo caso, in spregio alla contrattazione, il Governo e la maggioranza sono risultati sordi alle richieste sindacali: ancora una volta per attivare un processo di riconversione non si prevedono appositi finanziamenti e si pensa di utilizzare, come già tentato per l’inglese nella scuola elementare, i già scarsi finanziamenti per la "440" e per il piano ordinario di formazione che hanno ben altri obiettivi. In ogni caso una cosa è la formazione altra è l’utilizzo del personale che è materia completamente disponibile alla contrattazione e in tal senso si svilupperà la nostra iniziativa per impedire interventi inaccettabili.
Oltre che per i tanti articoli aggiunti (in un prossimo commento affronteremo alcune norme introdotte per la dirigenza generale amministrativa) risulta utile anche la lettura degli ordini del giorno approvati.
Un esempio per tutti, la maggioranza non ha perso occasione per esprimere il reale pensiero sulla sorte della scuola pubblica: è stato accolto dal Governo un ordine del giorno che chiede finanziamenti per le
scuole private per “consentire un reale decollo della parità”.
Ancora una volta si è persa l’occasione per affrontare in modo organico le questioni della scuola pubblica: dagli organici al reclutamento, dai finanziamenti per le scuole autonome alle procedure amministrative. Ancora una volta si è proceduto a colpi di maggioranza per impedire una reale discussione, creando un altro mostro legislativo con cui dovremo fare i conti in tutti i settori del pubblico impiego e non.
Roma, 3 agosto 2005
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