Ccnl, articolo 22 – aggiornamento sui lavori della commissione
Si sono conclusi i lavori del gruppo ristretto riunitosi per la redazione del documento di ricognizione su alcune ipotesi di valorizzazione della professione docente, sulla base della discussione sviluppatasi, in questi mesi, all’interno della Commissione prevista dall’art 22 del CCNL
Si sono conclusi i lavori del gruppo ristretto riunitosi per la redazione del documento di ricognizione su alcune ipotesi di valorizzazione della professione docente, sulla base della discussione sviluppatasi, in questi mesi, all’interno della Commissione prevista dall’art 22 del CCNL.
La durata dei lavori (circa cinque mesi) è da connettere alla complessità del problema, ma sul confronto hanno pesato l’indeterminatezza delle risorse disponibili e la presenza di due disegni di legge che riconducono a legge la definizione dello stato giuridico e dello sviluppo di carriera del personale docente, sottraendoli alla contrattazione sindacale. Non per nulla tutti i sindacatihanno considerato comune denominatore il fatto che il MIUR debba assumere impegni precisi in ordine alle risorse finanziarie, che devono essere di natura aggiuntiva a quelle contrattuali ordinarie, e che ogni possibile accordo sul modello in discussione debba essere assunto con un negoziato e comunque previa consultazione della categoria.
Per quanto riguarda i contenuti, la discussione si è inizialmente orientata sui problemi più generali della professione docente, che non possono essere ridotti alla sola questione della carriera, quali la formazione iniziale ed in servizio, il precariato, la mobilità professionale, la riduzione dell’orario di lavoro a fine carriera in raccordo anche con lo svolgimento di altri compiti (assistenza docenti neo assunti, aggiornamento…), le figure di sistema.Sono state, inoltre, analizzate le esperienze degli altri paesi europei, dove il problema della valorizzazione del lavoro docente è all’ordine del giorno, ma con scelte differenziate rispetto alle modalità d’attuazione. In pratica,solo Francia, Inghilterra e Portogallo demandano lo sviluppo della carriera anche a forme di valutazione, mentre altri paesi, come la Finlandia, hanno preferito puntare sull’innalzamento della qualità della formazione docente. Sono state considerate anche le ricerche condotte dall’OCSE, nelle quali si sottolinea la problematicità della questione “valutazione del lavoro docente”, la necessità di trovare soluzioni corrispondenti anche alle caratteristiche dei sistemi scolastici di ciascun paese, il fallimento delle esperienze di carriera connesse alla sola valutazione dei risultati degli alunni.
Unanime il giudizio sulla necessità di andare ad un accorciamento del periodo necessario per arrivare al massimo della carriera, dato che l’Italia, insieme con la Spagna, è il paese europeo in cui la carriera per anzianità procede più lentamente.
Principi condivisi sono stati quelli di trovare meccanismi di valorizzazione aperti a tutti, che non si limitino a soli riconoscimenti economici, ma siano aperti anche ad altre prospettive (quali la riduzione di orario o la mobilità professionale) e che possano corrispondere a situazioni professionali diverse (ad es. tra docenti a fine carriera e docenti neoassunti).
Rispetto ai parametri da considerare si è ritenuto necessario considerare l’esperienza maturata negli anni d'insegnamento, i crediti professionali e formativi, in un’ottica unitaria e complessiva della funzione docente. Un altro principio tenuto in considerazione è stato quello della valorizzazione dell’autonomia scolastica e della stretta connessione tra valorizzazione della carriera docente e ricadute nel lavoro scolastico.
Dovrà ora essere convocata la commissione plenaria che dovrà dare il proprio parere nel merito del testo elaborato.
Roma, 22 aprile 2004
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