CCNI dirigenti scolastici: prosegue il confronto al Ministero su risorse e mobilità
Nell’incontro del 17 aprile sono state affrontate essenzialmente due questioni:
Nell’incontro del 17 aprile sono state affrontate essenzialmente due questioni:
l’entità delle risorse per il fondo accessorio ai fini della retribuzione di posizione e di risultato e la modalità di costituzione dei fondi regionali;
i problemi connessi con la gestione dell’intesa sulla mobilità professionale e l’attribuzione degli incarichi dirigenziali.
Rispetto al primo punto, le informazioni fornite sono ancora abbastanza parziali. L’elemento di novità è costituito dalla definizione delle quote di retribuzione individuale di anzianità dei dirigenti scolastici "cessati" dal servizio. Si tratta di una somma pari a 10 miliardi 826 milioni per un numero di 548 dirigenti a livello nazionale. La rilevazione ha fatto emergere, a questo proposito, squilibri di una certa consistenza tra le regioni, su cui successivamente si è aperto un confronto tra le delegazioni. Per quanto riguarda l’effettivo ammontare della fonte di finanziamento costituita dalla voce "indennità di direzione" del precedente trattamento economico non sono state fornite informazioni. Su altre fonti quali: incarichi aggiuntivi e aree a rischio, la considerazione è che si tratta di una fonte, in questa situazione, di fatto "virtuale", dal momento che le retribuzioni aggiuntive. legate a queste realtà, per quest’anno vanno ancora corrisposte per intero.
E’ stato affrontato anche il problema della costituzione dei fondi regionali. Si sono confrontate due ipotesi: una prima che - sulla base di una lettura parziale del testo contrattuale (art. 42, c.1) - esclude la costituzione di un fondo nazionale e preferisce parlare di soli fondi regionali che, a partire dalle fonti già riconosciute a livello nazionale (per la valutazione, per l’ex indennità di direzione …), tendono ad autoalimentarsi soprattutto attraverso voci come la RIA o gli incarichi aggiuntivi); una seconda che punta sulla costituzione del fondo nazionale - comprensivo delle varie fonti - da distribuire tra le diverse regioni sulla base di criteri che assicurino una adeguata perequazione tra le stesse. La CGIL, assieme a CISL e UIL, ha sostenuto questa seconda posizione, anche se si è dimostrata aperta a soluzioni diverse, purchè venga salvaguardato il principio della snellezza e semplificazione, oltre che della perequazione. In assenza di opportuni meccanismi a quest’ultimo proposito, si può correre il rischio che a medesime fasce retributive – definite a livello nazionale - possano corrispondere - a livello regionale - retribuzioni effettive troppo sperequate.
Sono state ulteriormente approfondite le questioni relative alla costituzione delle posizioni dirigenziali (3-4 fasce retributive) sulla base dei parametri di complessità
da definire a livello nazionale e il cui peso specifico va invece determinato a livello regionale.
La seconda parte dell’incontro è stato dedicato ai problemi legati all’intesa sulla mobilità professionale.
Si è partiti da una rappresentazione dei problemi emersi a seguito delle segnalazioni pervenute da più parti e dalla necessità di garantire una gestione omogenea e corretta a livello nazionale della normativa. E’ soprattutto importante che l’amministrazione metta - a livello regionale - a disposizione dei dirigenti scolastici le sedi libere per gli incarichi.
Anche a questo proposito, l’attenzione si è appuntata sulle "posizioni di stato" particolari e sui casi dei dirigenti utilizzati presso l’amministrazione centrale e regionale.
E’ emersa una indicazione condivisa riguardante la posizione di chi conclude il proprio mandato entro quest’anno scolastico. A questo personale viene riconosciuta la possibilità di conferma, conservando essi fino al 31 agosto di quest’anno titolarità di sede.
Per quanto riguarda i movimenti interregionali, è emersa la necessità di armonizzare i tempi delle operazione per permettere trasparenza e maggiore semplificazione delle stesse.
In relazione poi alle modalità delle domande di incarichi, si sta lavorando su procedure che permettono l’espressione delle richieste degli interessati, dentro un quadro certe di disponibilità.
E’ stato infine affrontata la questione degli atti bilaterali. E’ emersa a questo proposito l’opportunità di ricorrere a schemi generali "aperti" che consentano integrazioni e spazi di negoziazione (su durata, obiettivi, programmi e risorse) da apportare e ridefinire anche in corso di incarico.
Il prossimo incontro è previsto per il 3 maggio, ore 15. L’obiettivo è quello di avere un serrato confronto che permetta di arrivare a conclusioni condivise in tempi brevi.
Roma, 18 aprile 2002
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