Bonus docenti: l’illegittima “creatività” indotta dalla legge 107/15. Si scherza col fuoco
Si annunciano test agli alunni, visite in classe per la valutazione del merito dei docenti, questionari agli studenti e ai genitori sulle prestazioni degli insegnanti. È bene contestare e segnalare questi comportamenti peraltro non previsti neanche dalle legge 107/15.
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Eravamo stati fin troppo facili profeti quando avevamo previsto che l’attuazione della norma di attribuzione del bonus docenti avrebbe creato situazioni assai negative all’interno delle istituzioni scolastiche.
Stiamo raccogliendo le prime segnalazioni di comportamenti a dir poco illegittimi che si stanno verificando nelle scuole e che di seguito riportiamo.
Visite nelle classi per valutare la prestazione dei docenti
Alcuni dirigenti scolastici hanno annunciato che per valutare “la qualità dell’insegnamento” (lettera a) del comma 129 della legge 107/15) incominceranno a far visita alle classi nel corso dello svolgimento delle lezioni al fine di osservare il docente “in opera” e farsi un’idea della sua qualità di bravo insegnante.
È fin troppo ovvio notare che il dirigente scolastico non ha questa facoltà, dal momento che il suo profilo (art 25 del DLgs 165/01) non prevede competenze di valutazione della didattica. Non è, infatti, un caso che per valutare la prestazione docente, in circostanze assai particolari, si sia sempre ricorsi e si ricorra ancora alla visite del dirigente tecnico (l’ispettore) con in più la limitazione che esso sia stato selezionato anche per la specifica competenza disciplinare.
È ovvio che lo stesso vale anche nel caso di prevedano osservazioni di docenti da parte di altri docenti.
Test cognitivi all’inizio e alla fine dell’anno
Alcuni dirigenti scolastici hanno annunciato che per valutare “il contributo del docente al successo formativo e scolastico degli studenti” (comma 129 citato) imporranno la somministrazione di test cognitivi agli alunni all’inizio e alla fine dell’anno. Lo scostamento positivo o negativo dagli esiti di partenza dirà a chi assegnare il bonus e a chi no.
Anche qui, evidentemente occorre ricordare che la somministrazione di test attiene alla libera determinazione collegiale e individuale dei docenti e nessuno può imporre (salvo le tanto contestate somministrazioni INVALSI imposte purtroppo per legge) ai Docenti un determinato comportamento didattico e pedagogico. Ne va dell’efficacia della relazione pedagogico-didattica che è quanto di più delicato possa esserci. Peraltro questo vorrebbe dire rendere capillare e finalizzata all’erogazione di denaro una modalità di accertamento delle competenze dell’alunno che, come si sa, vengono valutate in modo molto più complesso di quanto non avvenga attraverso la semplice risposta a questionari anche ben strutturati.
Questionari ai genitori e agli alunni
Un’altra modalità di accertamento per distinguere il docente “bravo, da quello non bravo” sembra essere quella di somministrare questionari sulle prestazioni dei vari insegnanti a studenti e genitori. È la “reputazione” di cui gode la persona nel contesto lavorativo. La stessa reputazione di cui gode il dirigente presso la comunità scolastica che dovrebbe essere elemento di valutazione anche per il dirigente scolastico, e che noi consideriamo altrettanto illegittima.
Quanto ci sia di ”scientifico” in tutto ciò è difficile scoprire. E peraltro neanche la stessa legge 107/15 mette in capo ai dirigenti scolastici o ai comitati di valutazione questa possibilità. Anzi la esclude espressamente nel momento in cui al comma 130 affida agli Uffici Scolastici Regionali e al Comitato Tecnico Scientifico nazionale il compito di fare un monitoraggio ai fini della redazione, dopo un primo triennio di sperimentazione, di linee guida nazionali.
Crediamo che occorra il massimo della vigilanza su questi aspetti poiché le distorsioni che tali iniziative possono indurre nel comportamento delle persone sono un fattore pericolosissimo per la collegialità, per la libertà di insegnamento, per la serenità del lavoro e per l’equità della valorizzazione professionale e umana.
Per questo invitiamo il personale, le RSU, i genitori, gli studenti, a segnalare alle nostre strutture nazionali o territoriali ogni comportamento che suoni lesivo delle libertà professionali del docente al fine di intraprendere tutte le iniziative sindacali, vertenziali, legali che si rendano necessarie per denunciarle e contrastarle.
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