Bando di corso-concorso per il reclutamento dei Dirigenti scolastici.
Pubblichiamo la lettera unitaria Cgil, Cisl, Uil inviata in data odierna al Ministro Moratti, sul Bando di corso-concorso per il reclutamento dei Dirigenti Scolastici
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Pubblichiamo la lettera unitaria Cgil, Cisl, Uil inviata in data odierna al Ministro Moratti, sul Bando di corso-concorso per il reclutamento dei Dirigenti Scolastici
Roma, 12 luglio 2001
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Testo lettera
Desideriamo innanzitutto segnalarLe l’urgenza dell’emanazione del Bando di cui all’oggetto.
E’ da più di un anno che tale questione si trascina, senza trovare soluzione.
Nel marzo scorso è stata presentato una bozza alle Organizzazione sindacali per l’acquisizione di parere e proposte.
Dopo quell’incontro abbiamo, nel merito, più volte sollecitato per iscritto l’Amministrazione, consapevoli dei problemi che ritardi - oltre i limiti tollerabili - nel reclutamento dei dirigenti scolastici pongono alla scuola dell’autonomia.
Siamo anche intervenuti su aspetti specifici del Bando per presentare le nostre perplessità rispetto ad alcune scelte e avanzando delle proposte alternative o integrative.
Intendiamo con la presente riproporre la questione nel suo insieme e richiamare in particolare la Sua attenzione sulle procedure d’esame previste per i presidi incaricati con almeno 3 anni di servizio e formalizzarle alcune considerazioni che abbiamo avuto modo di maturare anche attraverso i nostri contatti con questa parte della categoria .
A premessa vogliamo richiamare che alla base delle richieste che abbiamo avanzato non ci sono logiche che tendano a negare la serietà necessaria dell’esame e a ridimensionare il valore di una prova che tutti vogliamo equa e volta a verificare le competenze migliori per una più accorta gestione delle nostre scuole.
Due per noi sono in proposito gli elementi centrali in una discussione di merito:
1. il recupero pieno della volontà del legislatore che ha inteso garantire a questo personale un esame riservato (L. 124/99);
2. la valorizzazione e il riconoscimento di esperienze significative per la scuola italiana in questa fase di trasformazioni.
Conseguentemente riteniamo che la riserva di cui alla Legge citata debba riguardare in modo più visibile le modalità di esame, affinché, in relazione ai tempi, alle commissioni e alle tipologie delle prove, sia reso possibile verificare in modo mirato e specifico - riconoscendole e valorizzandole – le attitudini e le competenze maturate nel corso delle esperienze di presidi incaricati.
Concretamente le nostre proposte emendative al riguardo sono così riassumibili:
1. l’esame riservato dovrebbe avere una sua sostanziale unitarietà. La distinzione tra scritto e orale non sembra convincente. Ci sembra più opportuno pensare ad una prova articolata in momenti anche distinti (per esempio, un primo momento rappresentato dalla stesura di un progetto - sulla base di criteri che, tra l’altro, il bando ben definisce per il concorso ordinario -, oppure dall’analisi di casi; ed un secondo momento consistente in un colloquio volto ad approfondire la verifica delle padronanze e competenze oggetto di valutazione);
2. la valutazione non potrà che scaturire da una verifica complessiva, anche se fondata su risultati distinti; ci sembrano in ogni caso inutili e forse neanche coerenti con le finalità dell’accertamento, “sbarramenti interni” tra le diverse prove .
Sottolineiamo infine alcune esigenze, oltre alla già richiamata necessità di accelerare il più possibile i tempi di emanazione del bando, già ripetutamente rappresentate all’Ufficio Ministeriale competente:
- la questione sia dei Docenti di Scuola dell’infanzia ed elementare sia degli Insegnanti Tecnico Pratici (ITP) laureati da un numero di anni inferiore a sette, ai quali verrebbe negata la partecipazione al corso-concorso sulla base di una interpretazione della norma probabilmente estranea alla volontà del Legislatore;
- una formazione delle commissioni esaminatrici volta a garantire criteri omogenei di gestione e valutazione dell’esame;
- la questione dei vicedirettori incaricati nei Convitti Nazionali e negli Istituti di Educazione;
- una adeguata valorizzazione sia delle esperienze di partecipazione alla vita della scuola, sia di funzioni particolari attivate in questi anni all’interno di processi di innovazione (funzioni obiettivo, Scuole di Specializzazione…).
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