Avvio dell'anno scolastico e supplenti: come si uccide l'autonomia
Il recente Decreto Legge sull'avvio dell'anno scolastico e sulle graduatorie dei precari offre qualche spunto di riflessione circa la gestione delle questioni amministrative da parte delle scuole.
Il recente Decreto Legge sull'avvio dell'anno scolastico e sulle graduatorie dei precari offre qualche spunto di riflessione circa la gestione delle questioni amministrative da parte delle scuole.
Queste ultime sono già in grave sofferenza per tutta una serie di adempimenti che sono conseguenti al poderoso processo riformatore avviato negli ultimi anni: gli esami conclusivi di stato, il dimensionamento, l'elevamento dell'obbligo, l'obbligo formativo, l'avvio sperimentale dell'autonomia...... Tutto ciò attiene alla qualità dell'offerta formativa e al suo elevamento.
Lo sforzo sopportato dalle scuole è stato talmente alto che qualcuno ha chiesto il blocco dei provvedimenti riformatori per passare al loro consolidamento. Ma le riforme avevano un senso culturale e sociale assai evidente perché si metteva mano dopo lunghi decenni di stagnazione alla scuola italiana ritenuta pressoché irriformabile.
Oggi le cose sembrano cambiare bruscamente di segno. Il blocco della riforma dei cicli ha sul piano politico il sapore dell'inversione di rotta e del ritorno alla stagnazione.
Al contrario, il provvedimento sui precari si annuncia come un prodromo della guerra a favore delle scuole private e della indifferenza alle sorti della scuola pubblica, ammantata magari da efficienza che è ancora tutta da dimostrare.
La nomina dei supplenti annuali da parte dei Dirigenti Scolastici con utilizzo della graduatoria provinciale da taluno viene salutata come un ulteriore segno di spostamento di poteri e di prerogative a livello delle istituzioni scolastiche. Dimenticando per l'occasione la necessità di fermarsi per consolidare senza stremare le scuole di compiti impropri.
Sarà tutto da vedere come tale misura snellirà le procedure e metterà le istituzioni scolastiche nelle condizioni di disporre da subito dei docenti all'inizio delle lezioni.
Quel che è invece certo è che tali adempimenti, finora svolti da personale specializzato dei Provveditorati, sarà scaricato sulle fragili Segreterie scolastiche, ancora deboli e impreparate, e per il dimensionamento e per la composizione provvisoria e precaria delle stesse e per il processo di informatizzazione in corso (ciò peraltro costituisce un problema di già per la stessa compilazione delle graduatorie d'Istituto del personale docente supplente).
Le scuole autonome sono tali se lasciate libere di tracciare i propri percorsi e la propria offerta formativa sul piano didattico ed organizzativo.
Proprio per questo, per esaltare la vera funzione della scuola e dello stesso Dirigente Scolastico in termini di didattica e di programmazione formativa integrata con i bisogni e i contesti del territorio, la macchina amministrativa scolastica con i CIS e i CSA deve diventare servente rispetto alle scuole. Esse, e con esse i Dirigenti Scolastici, non sanno che farsene di un'autonomia che va nella direzione esattamente opposta, e che altro non è che trasferimento burocratico-amministrativo. Nel caso, poi, del provvedimento sulle supplenze annuali, esso si preannuncia carico di rischi in termini di errori contenzioso ricorsi.
Roma, 5 luglio 2001
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