Ancora una volta il MAE sceglie la politica dello struzzo
Sul contingente la rottura con le OO.SS. è inevitabile.
La concertazione sul contingente 2006/2007 si sta avviando, inesorabilmente, verso la definitiva rottura. Nonostante le critiche, le osservazioni e le proposte di modifica avanzate dalle OO.SS., il MAE persevera nella sua disastrosa linea politica tesa ad utilizzare la revisione annuale sul contingente a scopi esclusivamente “soggettivi”, discutibili, contraddittori e miopi.
Nell’incontro del 10 marzo l’Amministrazione, pur apportando lievi mutamenti, non ha affatto modificato, in maniera sostanziale, l’ossatura della proposta iniziale che viene sostanzialmente confermata nelle sue scelte di fondo. Assegnare due posti di contingente rispettivamente alle scuole materne di Asmara e Addis Abeba rappresentano ben poca cosa rispetto alle altre sostanziali richieste di modifica avanzate dalle OO.SS.
Rimangono, infatti, ingiustificati, anche sul piano ordinamentale, i tagli alle scuole elementari di Atene e Parigi soprattutto in considerazioni delle ricadute negative che di fatto sminuiscono il progetto educativo e sviliscono il ruolo del collegio dei docenti e della concertazione territoriale.
Come pure rimane inaccettabile l’orientamento di dirottare risorse umane a favore di iniziative private sulla base di giustificazioni aleatorie che fanno più pensare a scelte dettate da logiche pre-elettorali che a scelte di politica scolastica seria e incontrovertibile.
Logica vuole, infatti, che in una situazione di riduzione della spesa pubblica le poche risorse vengano destinate all’intervento pubblico e non indirizzate verso soggetti privati che già usufruiscono di consistenti finanziamenti da parte dello Stato.
Ma lo scontro più duro c’è stato sulla cosiddetta verticalizzazione degli istituti di Madrid. La FLC Cgil e le altre OO.SS. hanno duramente criticato la scelta del MAE che ha accolto una “insostenibile” e “fumosa” proposta avanzata dal Console di Madrid dopo che quest’ultimo, in sede di concertazione territoriale, avesse espresso il parere favorevole al mantenimento della situazione in essere.
La FLC Cgil, unitamente alle altre OO.SS., ha ritenuto inaccettabile sia sotto il profilo del merito che del metodo la proposta di verticalizzazione degli istituti di Madrid. Di conseguenza le OO.SS. hanno “rigettato” la proposta del Console perché in contrasto con i risultati della concertazione e hanno chiesto la riattivazione del tavolo di confronto a livello territoriale.
Nell’accettare il rilievo il MAE si impegnato a riaprire la discussione territoriale sulle sorti delle scuole di Madrid.
La FLC Cgil, unitamente alle OO.SS., ha sottolineato che il MAE, più che rincorrere le “bizzarrie” di alcuni consoli, dovrebbe ridisegnare la sua politica scolastica indirizzandola verso una corretta programmazione delle iniziative a partire dall’implementazione dell’intervento pubblico in coerenza con quanto disposto dalla legge e dalla recenti disposizione dell’UE.
In questo senso la FLC Cgil e le altre OO.SS. hanno giudicato negativamente l’assenza da parte del MAE di una politica di rilancio sia per quanto riguarda la risoluzione della crisi della “ Casa d’Italia” di Zurigo che lo svuotamento dell’ufficio consolare del Lussemburgo.
Se le cose dovessero restare immutate e se il MAE non dovesse intervenire direttamente con progetti qualificati a rilanciare la nostra presenza in questi paesi, ci troveremo davanti all’inevitabile rischio di una deriva privatistica.
In una fase in cui la UE chiede un rinnovato impegno degli stati membri a rilanciare la loro politica sull’integrazione degli immigrati in Europa grazie alle scuole e a un insegnamento plurilingue, lo Stato Italiano non può più continuare ad operare in maniera disorganica, approssimativa e contraddittoria. Deve invece assumersi le dovute responsabilità e operare di conseguenza anche in termini di investimenti in coerenza con le indicazioni dell’UE.
Il confronto sul contingente si concluderà il 17 marzo p.v. E si concluderà con un mancato accordo. Ancora una volta il MAE ha dimostrato di non avere idee, di non avere una vera e propria politica e di puntare, invece, al mantenimento di uno “status quo” inaccettabile e, soprattutto, dannoso per il sistema pubblico di istruzione e formazione all’estero.
Roma, 13 marzo 2006
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