Ancora le rilevazioni Invalsi? Non se ne parla neanche!
Distonie evidenti fra quanto il Ministro dice e quanto l’Invalsi fa. In assenza di direttive chiare che mutino il segno delle rilevazioni Invalsi, FLC Cgil è pronta dal 1° settembre a riprendere le contestazioni come negli ultimi due anni.
Mentre fioccano da ogni dove gli interrogativi su quali sono i reali orientamenti del nuovo Ministero a proposito di rilevazione di sistema, a non mostrare dubbi che tutto procederà secondo le direttive già impartite dal precedente ministro è proprio l’Invalsi.
Nella seduta di fine luglio il Comitato Direttivo dell’Istituto ha infatti deciso:
- di sospendere la somministrazione delle prove per quanto riguarda le classi del secondo ciclo sulla base della considerazione che per questo grado dell’istruzione è stato sospeso il decreto di sperimentazione della “riforma”;
- di proseguire con la rilevazione nelle classi del primo ciclo in conformità alla direttiva ministeriale emanata a marzo dall’allora ministro Moratti, trattandosi di rilevazione “cogente” ai sensi del Dlgs 59/04.
In conseguenza a tale decisione, sono state aperte per le scuole del primo ciclo le iscrizioni per la rilevazione (operazione necessaria per ricevere i codici e il materiale per la somministrazione delle prove) ed è stata fissata nella settimana dal 20 al 25 novembre 2006 la data, uguale per tutto il territorio nazionale, per la stessa somministrazione.
Riguardo gli istituti superiori, si ricorderà che in base alle direttive ministeriali emanate dopo la riorganizzazione dell’Istituto, le prove erano facoltative, ma essendo state predisposte in coerenza con le Indicazioni Nazionali allegate al Dlgs 226/05, l’Invalsi ha ritenuto doversi sospendere questa parte della rilevazione alla quale, negli scorsi anni, ha aderito solo una percentuale residuale di istituti.
Per quanto concerne, invece, le prove per il primo ciclo, l’Invalsi ribadisce il loro carattere di “cogenza”, facendolo derivare direttamente dal Dlgs 59/04. Come invece FLC Cgil ha ripetutamente sostenuto e argomentato, le prove non sono obbligatorie. L’obbligo di somministrazione si riscontra nelle sole direttive ministeriali che hanno interpretato in senso restrittivo i disposti della legge 53/03 e dello stesso decreto 59 che si erano limitati ad assegnare all’Invalsi il compito di svolgere “verifiche periodiche e sistematiche”. È una responsabilità tutta ministeriale se tali verifiche sono state effettuate sull’universo delle scuole e con periodicità annuale; è una responsabilità tutta ministeriale se le scuole non state compartecipi dell’operazione (come invece indicato dal decreto di riorganizzazione dell’Invalsi); è una responsabilità tutta dell’Invalsi se le prove sono state predisposte in modo da suscitare critiche severissime, dal mondo della scuola e da quello accademico, sotto il profilo dell’attendibilità e della scientificità.
Ma è purtroppo vero che, in questo preciso momento, ciò che fa da riferimento per l’Istituto è la DM 27 del 13 marzo 2006 che ribadisce anche per il prossimo anno scolastico l’identico scenario già vissuto dalle scuole negli ultimi due anni. (Sembra invece essere rimasta infruttuosa la direttiva triennale 48 del maggio 2005 che indicava all’Istituto percorsi di lavoro di più ampio respiro.)
Il fatto è che, cambiato il Ministro dopo le elezioni di primavera, dopo e nonostante le affermazioni più volte pubblicamente rese dallo stesso Fioroni e dal suo sottosegretario circa gli intendimenti di rivedere ex-novo la partita delle prove Invalsi, nessun provvedimento è stato adottato a modifica delle indicazioni diramate dalla precedente Amministrazione.
Nero su bianco, c’è solo quel che è stato scritto nella Direttiva generale sull’azione amministrativa e sulla gestione per l’anno 2006, diramata ai primi di agosto per riconsiderare e adeguare i contenuti della direttiva emanata dal precedente ministro, dati il cambio del quadro politico e il nuovo assetto del Ministero. L’obiettivo contrassegnato dal codice B.2 riguarda i processi di valutazione del sistema scuola.
Anche se qualche esegeta ha voluto leggervi una conferma dell’operato dell’Invalsi nella direzione sinora seguita e con le modalità sinora adottate, la nuova direttiva afferma obiettivi generali: monitorare il rapporto tra costi e risultati, interagire con gli organismi che curano i confronti fra i diversi paesi europei per assicurare l’adeguatezza delle metodologie adottate ai fini di una corretta comparazione tra i sistemi, supportare la valutazione periodica dei risultati del sistema educativo “attraverso la produzione di studi, analisi statistiche, elaborazione di dispositivi di valutazione, concordati con Invalsi”.
Si tratta, lo ripetiamo, di obiettivi generali che ci paiono quanto mai condivisibili anche se li pensiamo applicati all’Istituto Nazionale di Valutazione, dal momento che ancora nessuno dall’Istituto ha illustrato il rapporto tra gli elevati costi delle operazioni di rilevazione e i vantaggi per le scuole o per il sistema, dal momento che gli esiti delle indagini interne si discostano in maniera assai sensibile dagli esiti delle indagini internazionali.
La direttiva del 25 luglio non è una convalida di quanto sinora agito da Invalsi né una conferma della direttiva annuale per l’attività dell’Istituto. Tuttavia gli obiettivi generali lì contenuti necessitano di essere declinati in obiettivi e azioni specifiche ed è per l’appunto ciò che il nuovo Ministro non ha ancora fatto. Ha parlato di una nuova direttiva per l’Invalsi, ma fino a che questa non verrà emanata, l’Istituto si sentirà legittimato a proseguire come se il nuovo inquilino nonsi fosse mai trasferito a Viale Trastevere.
Tale ritardo nell’indicazione di un nuovo indirizzo ci appare inspiegabile e non giustificabile, perché le scuole hanno bisogno di certezze.
Il giudizio fortemente critico di FLC sulle rilevazioni effettuate da Invalsi, per i modi in cui sono state condotte è noto e ampiamente documentato nell’archivio di questo sito.
Giudichiamo inaccettabile che gli scenari già vissuti possano essere riproposti senza una preventiva valutazione di quanto realizzato.Riteniamo che non si possa temporeggiare oltre per l’emanazione di una nuova direttiva che definisca con chiarezza il nuovo quadro di riferimento e per questo chiediamo un intervento urgente del Ministro.La nota ricognitiva su quanto sinora compiuto, che lo stesso Ministro si è impegnato fare, deve essere al riguardo chiarissima.Il silenzio del Ministro comporterebbe dal 1° settembre, per FLC Cgil e per le scuole, la ripresa della contestazione delle operazioni Invalsi negli stessi termini in cui è stata agita negli ultimi due anni.
Oltre le operazioni di rilevazione, è indispensabile e improrogabile ripensare struttura e compiti dell’Istituto Nazionale di Valutazione. FLC Cgil ha già iniziato a compiere un percorso in questo senso ed è interessata a interloquire e a discutere quanto elaborato. È indubbio che le scuole che vogliono misurarsi su un tema così importante devono essere coinvolte.
Roma, 21 agosto 2006
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