Musica nella secondaria di II grado: il punto sella situazione
Scompare la musica come insegnamento curricolare. Exploit dei Licei Musicali.
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Mentre sono in pieno svolgimento le operazioni relative alle utilizzazioni per l’a.s. 2011/12 e da poche settimane sono stati pubblicati i trasferimenti dei docenti della secondaria di II grado, facciamo il punto della situazione dell’insegnamento della musica nella scuola superiore.
Come era facile prevedere, a soli due anni dall’avvio del processo di riordino di questo segmento del sistema educativo, il 50% dei docenti di ruolo della classe di concorso A031 (Educazione Musicale negli istituti di istruzione Secondaria di II grado) è diventato soprannumerario. Viene confermata l’idea di questo ministro e dei suoi fidati consiglieri che la musica non debba far parte della formazione generale degli studenti, ma che essa debba essere studiata solo dai musicisti. Si tratta, come avevamo denunciato, di un’idea arcaica, priva di qualsiasi riferimento alla concreta esperienza degli studenti della fascia di età coperta dalla scuola superiore, per i quali, invece, l’esperienza musicale, in tutte le possibili accezioni, ha grande rilievo, e che ripropone un’idea elitaria dello studio e della conoscenza di questo linguaggio.
La FLC, in occasione della trattativa sul contratto sulle utilizzazioni aveva proposto di inserire anche la secondaria di II grado tra le attività previste dal DM 8/11, centrato fondamentalmente sulla scuola primaria, ricevendo un netto e perentorio rifiuto da parte dell’amministrazione.
A fronte di questo progressivo azzeramento della musica curricolare, aumenta in maniera esponenziale il numero invece dei Licei musicali che in due anni sono diventati 52 (non 50 come nell’allegato all’OM 64/11 sulle utilizzazioni. Questo exploit dimostra, senza ombra di dubbio, il bisogno di musica tra i ragazzi di questa fascia di età. Con questo ritmo di crescita in poco tempo si raggiungerà l’obiettivo di almeno un Liceo Musicale per provincia.
E’ facile prevedere che il tumultuoso sviluppo del Liceo Musicale, metterà ben presto in crisi l’impianto culturale e didattico disegnato per le materie di Indirizzo dalle Indicazioni nazionali dei licei che, al di là delle apparenze, è tutto rivolto al passato, circoscritto sostanzialmente allo sviluppo di musicisti/esecutori e al quale è sostanzialmente precluso un approccio flessibile e largo ai saperi musicali contemporanei e al loro utilizzo nei vari contesti sociali ed economici.
Questa crisi è evidente persino nel concreto governo delle operazioni sulle utilizzazioni del personale nei Licei: prevale sempre di più il fai da te, con modifiche regionali di requisiti di accesso all’insegnamento e date di presentazione della domande. Abbiamo addirittura il caso di un Liceo Musicale “non riconosciuto dall’USR”, come recita la delibera della Regione Lombardia sul dimensionamento. E qui ci si domanda chi pagherà i docenti delle materie generali e, soprattutto, se il servizio prestato dagli stessi sarà valutabile o meno ai fini della carriera.
Insomma un quadro di luci ed ombre che conferma, anche nel campo dell’insegnamento della Musica nella secondaria di II grado, la scarsa lungimiranza, la mancanza di progettualità, l’abitudine a trovare soluzioni estemporanee e provvisorie, l’incapacità di percorrere nuove strade da parte di questo ministro e dei suoi consiglieri.
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