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INFN: si discute di telelavoro

Dopo numerosi nostri solleciti l'ente accetta di discutere nuove modalità lavorative. Lo stato dell'arte sull'andamento delle trattative.

05/02/2015
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Dopo anni di richieste della FLC, per venire incontro alle esigenze del personale, l'INFN accetta di discutere nuove modalità lavorative. Ancora fermi i contratti integrativi, mentre qualcuno attacca i rappresentanti dei lavoratori nel Consiglio Direttivo.

Di seguito il comunicato al personale dell'Ente

Trattative

La presa di posizione dell’INFN di costituire il fondo del salario accessorio, sia per il contratto dei tecnici-amministrativi sia per quello dei ricercatori-tecnologi, sta impedendo di giungere ad una firma degli integrativi per gli anni che vanno dal 2011 al 2014. Non appena l’Ente delibererà l’ammontare dei fondi, come FLC verificheremo l’esattezza delle cifre e avremo la possibilità di discutere la destinazione per le varie voci (straordinari, indennità, ex obiettivi speciali, produttività).

Nel frattempo gli incontri di trattativa vertono sulla stesura del regolamento per il telelavoro. Un regolamento che noi sindacati stiamo richiedendo da anni, per dare l’opportunità di svolgere parte della propria attività lavorativa da remoto in base a specifiche esigenze. Come FLC abbiamo richiesto che nella discussione fosse coinvolto il CUG, convinti che il telelavoro sia una delle materie (demandate dal Contratto nazionale) su cui questo organismo debba esprimersi. Siamo stati informati che nel prossimo incontro (previsto il prossimo 17 febbraio) al tavolo di trattativa il CUG sarà invitato.

Discussione sulla pianta organica

Benché non ci sia ancora nessuna richiesta da parte dei ministeri di produrre il piano triennale 2015/2017, abbiamo richiesto che si avviasse la discussione al tavolo di trattativa.
Siamo convinti che il personale INFN, sia esso a tempo determinato o indeterminato, in vista di una riforma della Pubblica amministrazione che, ad oggi, non sappiamo quanto sarà invasiva per gli enti pubblici di ricerca, ha la necessità di ottenere da parte dell’amministrazione prospettive certe.

Nello specifico:

  • Personale TD: chiediamo che si viaggi con un doppio binario. Il precariato storico deve poter contare su accordi ente – sindacati che prevedano la proroga dei contratti. Non è più accettabile che a fronte di anni di precariato l’INFN non sappia dare prospettive ben definite. Chiediamo che si utilizzi il comma 426 della finanziaria 2014 per prorogare i contratti a tutto il 2018.
    In secondo luogo si deve procedere con regole certe per il reclutamento futuro.
    Ad oggi registriamo che il 2014 ha visto TRIPLICARE il numero di co.co.co. rispetto all’anno precedente (78 nel 2014, 26 nel 2013). Non capiamo la ratio di questi contratti: la normativa va in direzione contraria, attraverso la legge Madia che limita i co.co.co. nella pubblica amministrazione. Se l’INFN non interromperà il proliferare di art. 2222, daremo informativa alla Corte dei Conti e chiederemo ai ministeri vigilanti di intervenire.
  • Personale TI: non è più accettabile la mancata applicazione dell’art. 54 (progressioni verticali IV-VIII), così come si deve rivedere l’esigibilità dell’art. 15 (progressioni I-III). I tecnici e amministrativi, a causa del combinato disposto tra gli errori dell’INFN (presentazione di piante organiche che non prevedevano le progressioni verticali) e la normativa di questi ultimi anni (spending review per esempio), hanno visto bloccarsi la possibilità di partecipare alle progressioni di carriera, nonostante l’INFN si sia impegnato con un accordo a bandire l’art. 54.
    Per i ricercatori e tecnologi non sono invece sufficienti i posti messi a concorso (non riservati ma aperti all’esterno) per assumere I e II livelli. E’ tuttavia strano che l’INFN vanti i propri successi scientifici, ma abbia il personale ricercatore e tecnologo nei livelli di assunzione.

La strada da noi indicata è che si proceda con un vero piano triennale del personale, con una discussione che coinvolga il personale, mettendo al più presto questo punto nell’agenda dei prossimi incontri di trattativa tra Ente e sindacati.

Rappresentanti del Personale

Ho avuto modo di esprimere personalmente ai Rappresentanti nazionali del personale (nella speranza che sia stata riportata a tutti i rappresentanti locali) la piena solidarietà a nome della FLC CGIL, rispetto all’attacco che Paolo Valente e Roberto Gomezel hanno ricevuto da parte di un altro sindacato.

Fin dai tempi della riforma degli EPR operata dall’ex ministro Gelmini, nelle sedi in cui era chiamata a esprimersi, la FLC CGIL ha sempre difeso e cercato di estendere agli altri enti il modello di governance dell’INFN. Da sempre riteniamo che la gestione di un ente di ricerca debba vedere la più ampia partecipazione di TUTTA la comunità. E’ sicuramente un successo, che ci sentiamo di rivendicare, quello di aver ottenuto che l’INFN continui ad avere un Consiglio direttivo con due membri eletti direttamente dal personale, così come non smetteremo mai di batterci per difendere tutte le forme di partecipazione democratica di tutto il personale. L’interlocuzione che avviene tra Organizzazioni sindacali e rappresentanti del personale è un valore aggiunto che ha il nostro Ente rispetto agli altri, non possiamo permettere che ciò venga messo in discussione. Rispettiamo le posizioni degli altri, ma vogliamo far sapere che la posizione della FLC è a difesa del ruolo che ogni rappresentante del personale ha all’interno della propria struttura e l’importanza che hanno i rappresentanti nazionali in seno al Consiglio direttivo.

Non vorremmo che si cavalcasse la presa di posizione di altri sindacati per diminuire la rappresentanza del personale nel nostro Ente. Gli accordi li firmano le OO.SS. con l’Ente, ma si arriva ad un accordo se c’è la massima partecipazione del personale. E’ un percorso difficile? L’abbiamo messo in conto! Continueremo a dialogare con tutti, nel rispetto dei ruoli, per raggiungere degli obiettivi che siano condivisi.

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