INFN: firmato l’accordo definitivo per il salario accessorio 2015
Con il mese di giugno verranno pagati gli arretrati dal 2015 e l’indennità di ente aumenterà.
Nell’incontro del 14 giugno 2017 si è firmato l’accordo definitivo per il salario accessorio 2015 livelli IV-VIII. Come già anticipato con l’accordo 2015 si incrementa l’indennità d’ente mensile dei seguenti importi
- IV livello € 110,00
- V livello € 108,00
- VI livello € 106,00
- VII livello € 105,00
- VIII livello € 104,00
Verranno pagati (presumibilmente con le retribuzioni di giugno 2017) gli arretrati da gennaio 2015, a cui andrà aggiunta la premialità di 100 K€ da dividere tra tutti i dipendenti per l’anno 2015. I responsabili di servizi avranno un ulteriore premio produttività pari al 20% dell’indennità percepita sempre per l’anno 2015.
E’ un risultato importante, raggiunto grazie all’impegno di tutto il personale che ha sostenuto le iniziative dei sindacati, che diminuisce (ma non azzera) la differenza di retribuzioni del personale tecnico e amministrativo INFN dal resto degli altri enti di ricerca, e che permette un parziale recupero del potere d’acquisto rispetto ai salari congelati al 2009 per effetto delle leggi di bilancio che hanno penalizzato tutto il pubblico impiego. Con la riapertura delle contrattazioni per il rinnovo del contratto nazionale, la FLC CGIL si vedrà impegnata a risolvere le criticità che in questi anni sono emerse nella contrattazione integrativa, si dovrà riequilibrare il peso che ha la legge rispetto al contratto, favorendo una maggiore incidenza degli accordi tra le parti (ente-sindacati), in coerenza con quanto stabilito con l’accordo del 30 novembre scorso.
Prossimi incontri
Abbiamo espresso in modo chiaro ed inequivocabile quale sarà la posizione della FLC CGIL nei prossimi incontri di trattativa: non siamo disponibili a trattare nessun argomento che non riguardi le progressioni di carriera (art. 54) e la stabilizzazione dei precari.
Con l’approvazione del d.lgs. 75/2017 (in particolare con l’art. 20) l’Ente ha la possibilità di mettere fine all’annosa questione del precariato. Nel triennio 2018-2020 c’è la possibilità di stabilizzare coloro che hanno più di tre anni di precariato (assunti con una prova concorsuale) oppure di riservare il 50% dei posti messi a concorso per coloro che hanno dei contratti flessibili (assegnisti).
Il Presidente dell’INFN ha più volte dichiarato pubblicamente che il piano triennale 2018-2020 verrà approvato dopo un confronto serio e serrato con le organizzazioni sindacali, ad oggi però (nonostante ci sia una richiesta di incontro delle segreterie nazionali) non c’è stata ancora nessuna convocazione per discutere di questo argomento e il PTA dovrà essere approvato entro ottobre.
Abbiamo 320 lavoratori precari che oggi aspettano una risposta da parte dell’Ente. L’impegno della FLC CGIL è quello di arrivare ad avere un piano di assunzioni nel triennio che rispetti le anzianità di precariato e che riguardi tutti i profili. E’ altresì necessario che parallelamente si individuino delle linee guida per il reclutamento futuro, al fine di evitare che nell’arco di pochi anni si ricrei una situazione abnorme di precariato. Nei prossimi incontri di trattativa avremo modo di verificare la serietà che verrà messa dal management dell’Ente nel trattare i propri dipendenti.
Per quanto riguarda le progressioni di carriera dei tecnici e amministrativi, si tratta di trovare le risorse per poter bandire l’art 54. I risparmi che l’Ente ha fatto non bandendo le progressioni di carriera in questi anni devono essere sbloccati e utilizzati per riconoscere al personale la maggiore professionalità acquisita.
Senza un accordo che vada in questa direzione non c’è disponibilità, quantomeno da parte di FLC CGIL, ad affrontare i rinnovi dei contratti integrativi per gli anni 2016 e 2017.
Trovare una soluzione al precariato e alla valorizzazione professionale, significa permettere all’Ente di funzionare meglio e riconoscere al personale i grossi sacrifici fatti perché questo avvenisse. Se non si andrà in questa direzione inevitabilmente ci sarà un peggioramento di tutta l’attività e le responsabilità saranno solo ed esclusivamente di chi fino ad oggi ha avuto potere decisionale. Il malumore tra i dipendenti è sempre più evidente, evitiamo che si arrivi ad un punto di non ritorno.
Riforma AC
Nell’incontro del 14 giugno il Direttore Generale ha illustrato la riforma che propone per l’Amministrazione centrale. Le informazioni generali e di principio ricevute non ci permettono un giudizio puntuale su cosa si voglia fare. Ci saremmo aspettati che si partisse dai punti di criticità e si proponessero delle soluzioni, mentre sembra più che si voglia organizzare l’Amministrazione centrale in base ad un modello che non ha ragioni oggettive per convincerci che possa far funzionare meglio tutto l’INFN. Da questa prima informazione rileviamo un eccessivo concentramento di funzioni in due aree, che potrebbe mettere a rischio l’equilibrio stesso dell’Ente. Una particolare attenzione va posta alla creazione dell'area che riguarderebbe la ricerca e che rischia di spostare le decisioni scientifiche dalle commissioni all’amministrazione centrale. Vigileremo affinché ciò non avvenga, ma avremo bisogno di entrare maggiormente nei dettagli per capire quali compiti avranno le varie direzioni, come saranno organizzate e, non di poco conto, i costi che questa riorganizzazione avrà e dove verranno prese le risorse.
Quella che subito sembrava essere una riorganizzazione da attuare in tempi brevi, potrebbe aver bisogno di qualche mese in più perché, a quanto pare, non siamo gli unici che hanno espresso qualche perplessità sull’operazione.
Vi informeremo quando ci sarà la prossima convocazione e quali saranno gli argomenti da trattare.
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