INAIL: lavoro agile, nessuna novità sul fronte dei diritti
L’Amministrazione ha ritenuto di rinviare la discussione in vista della imminente emanazione di un nuovo decreto che proroga lo smart working al 30 giugno.
Venerdì 18 marzo si è svolto l’incontro sul lavoro agile tra l’Amministrazione e le organizzazioni sindacali. All’incontro erano presenti tutte le organizzazioni sindacali rappresentative del comparto Funzioni Centrali e del Comparto Istruzione e Ricerca.
In base alla normativa in vigore il 31 marzo scadrà lo stato di emergenza. L’Amministrazione ha ritenuto di rinviare la discussione in vista della imminente emanazione di un nuovo decreto che proroga lo smart working al 30 giugno.
Abbiamo colto l’occasione per esprimere un giudizio positivo sulla bozza di lavoro sul lavoro agile che l’Amministrazione ci aveva inviato, apprezzando lo spirito con il quale si prevedeva di regolare il lavoro agile seppure in attesa di un quadro regolamentare ancora da definire.
Abbiamo sottolineato comunque la necessità di rappresentare le nostre osservazioni e di aprire il confronto sul tema in quanto l’Amministrazione non ha escluso di prorogare tout court il regime attuale con una semplice comunicazione senza riconvocare le organizzazioni sindacali.
Riteniamo che un argomento di così grande impatto sul piano dell’organizzazione del lavoro e su quello dei diritti contrattuali, in particolare sul riconoscimento del buono pasto e di eventuali indennità, debba essere oggetto di un confronto ampio e approfondito e che non si possa risolvere soltanto rinviando e demandando ad altro le decisioni da assumere.
Nell’occasione abbiamo anche invitato l’Amministrazione a darci una risposta alla nostra richiesta del 3 marzo di riaprire la contrattazione sugli artt. 52, 53 e 54, sul piano assunzionale e sulle posizioni organizzative.
Sull’art. 52 abbiamo sollecitato la finalizzazione della procedura con la pubblicazione del bando. Per le altre questioni l’Amministrazione non è stata in grado di indicare né tempi né modalità, mantenendo un atteggiamento di rigida chiusura alla collaborazione e al confronto sindacale.
Il nuovo corso di relazioni sindacali sancito dall’accordo di luglio scorso tra l’amministrazione e tutte le rappresentanze sindacali si è arenato.
Come già rappresentato nella riunione del 3 marzo scorso alla presenza del direttore generale e del presidente, siamo stanchi di questo attendismo che non fa bene all’Ente, al Settore Ricerca e soprattutto ai lavoratori che da troppi anni ormai aspettano delle reali opportunità di crescita e di valorizzazione professionale.
Se non si investe sul personale non si creano le condizioni per un reale rilancio del Settore Ricerca e delle politiche prevenzionali del Paese.
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