Il governo divide gli enti in serie A e B. L’ENEA giustamente protesta, ma all’interno divide i ricercatori in serie A e B, mortificando l’esperienza del precariato
Il resoconto dell'incontro del 6 dicembre 2021.
Grande successo dell’iniziativa di mobilitazione per modificare la Legge di bilancio per quanto riguarda la governance della ricerca e la penalizzazione degli enti con vigilanza non MUR. Alla partecipazione, in presenza, a Palazzo Vidoni vi è stata una contestuale assemblea in streaming con collegamenti tra i 700 e i mille. Oltre a rappresentanti di tutti gli enti erano presenti alcuni senatori, come anche hanno portato un contributo il Presidente dell’Ispra e il DG dell’ISTAT. Quindi resta viva l’attenzione sulla Legge di bilancio che allo stato attuale discrimina gli enti non Mur. La FLC CGIL ha promosso un emendamento di rettifica sulla legge di bilancio. Il Presidente dell’ENEA ha annunciato che vi è all’interno dell’iniziativa degli enti non MUR, un emendamento per ENEA e ISPRA, come enti vigilati MITE.
Tuttavia per la situazione all’ENEA la FLC CGIL esprime, anche unitariamente alla UIL RUA SCUOLA, una posizione molto chiara. Non ci si può lamentare, a meno che non lo si faccia solo per problemi finanziari interni, se nella Legge di bilancio i ricercatori nella loro valorizzazione vengono catalogati con un colpo di mano in serie A e in serie B a seconda degli enti, quando poi all’interno dell’ente si intende procedere, con provvedimenti unilaterali, con una valorizzazione che, malgrado sia attesa da anni, mortifica e divide i ricercatori e tecnologi in serie A e B, avvilendo in particolare tutte le attività di precariato e azzerando tutte le esperienze professionali dell’ex contratto ENEA, precedente all’entrata negli EPR nel 2011.
Questi gli esiti dell’incontro del 6 dicembre. Prossimo appuntamento il 14 dicembre
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Dopo la nota comune FLC CGIL e UIL RUA SCUOLA, il Presidente ha aggiunto all’O.d.g. un aggiornamento sull’articolo 15, precedentemente escluso, che sembra al momento volersi applicare senza una discussione approfondita e motivata con le OO.SS. Una volta che si attiva un confronto, infatti, è vero che l’art. 15 non è materia specificamente di trattativa, ma occorre che vi sia una informazione esauriente della proposta, e per esauriente si intende anche la logica, gli obiettivi, il riscontro delle scelte anche confrontandoli con i dettati contrattuali. Ma vi è anche il fatto che alle organizzazioni sindacali, che possono fare delle osservazioni critiche, si debbano dare delle risposte motivate, anche se negative. Quindi il Presidente ha informato che per il prossimo incontro ci farà conoscere il parere sulle nostre osservazioni. Inoltre è stato sottolineato che è vero che in passato anche noi abbiamo affermato che l’articolo 15, trattandosi di progressioni, non è materia specifica del C.d.A. nei singoli criteri, ma lo può essere sugli indirizzi, certo a prescindere dai singoli criteri, da dare alla valorizzazione della ricerca con un pieno riconoscimento delle professionalità, anche tutelando l’ente da ricorsi di legittimità.
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La FLC CGIL e la UIL RUA hanno evidenziato i punti critici sui quali il Presidente dovrebbe prestare maggiore attenzione. Spaccare di netto una comunità, sfavorire una parte per favorirne un'altra non solo è iniquo, ma non è neanche utile. Anche perché alcuni punti possono riguardare questioni di legittimità e anche di contrasto con la Carta dei ricercatori. Così come l’art. 22, dopo un arroccamento negativo vi è stata una apertura, chiediamo un ripensamento al Presidente. Parliamo in primo luogo della questione del riconoscimento delle attività svolte per anni nell’8° livello, vecchio ordinamento, che invece vengono annullate nella proposta attuale dell’ENEA. Infatti nel vecchio ordinamento si entrava con il profilo denominato “Ricercatore ENEA”, in presenza comunque del requisito che era poi richiesto nelle procedure di omogeneizzazione in tutto il Comparto, cioè assunzione con laurea e attività conseguente di ricerca. Il livello 8° nell’ordinamento preEPR era, evidenziato nel contratto 2002-2005, come contratto ponte verso gli EPR, come un livello di passaggio e da omogenizzare in automatico al 9°ENEA/poi 3°EPR. Per quanto concerne i contestuali periodi a TD, è noto, come anche riscontrato dall’esito di numerose vertenze legali, che l’attività dei TD è pienamente da riconoscere in quanto equivalente a quella dei Tempi Indeterminati. A queste nostre osservazioni l’ENEA risponde che non si può pretendere di soffocare gli uffici con una ricostruzione delle carriere di tutti. Ma non si tratta di ricostruzione di carriere, ma di una semplice equiparazione, senza risvolti economici, cioè di una modalità prevista in tutta la PA, e regolamentata, quando si cambia contratto. Essa è prevista sia nel contratto 2002-2005 (sia quello ENEA che EPR), sia in quello 2006-2009, sia nelle tabelle di equiparazione 2011. In sintesi con questa presa di posizione l’ENEA vorrebbe annullare le attività di un decennio dell’ente prima di entrare negli EPR, quando si aveva un altro ordinamento, ma in particolare viene annullata tutta l’esperienza del precariato nel decennio 2000-2010 per riconoscere esclusivamente solo quella 2011-2020.
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Appare evidente che una operazione di penalizzazione verso una intera generazione di ricercatori tecnologi non è certo neutra. Si vogliono eliminare candidature titolate per favorire sottogruppi ben precisi. Interessante, ma anche indicativa, è la proposta del Presidente di affidare proprio ad un gruppo di ricercatori i criteri per la prossima procedura di art.15 nel 2023. Ma, appunto, troviamo conferma come si voglia nell’attuale procedura, che interesserà 250 passaggi per 1.350 R/T, ben titolati professionalmente e con più di 20 anni di attesa di progressioni, favorire un gruppo prioritario di serie A selezionato a seconda delle esigenze momentanee della struttura, consentendo successivamente una sorta di autogoverno al restante 80% ormai di serie B.
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Quindi occorre il pieno riconoscimento del precedente 8° exENEA (comprese naturalmente anche le attività svolte a TD), come un livello di passaggio equiparabile con tre anni di attività al 9° ENEA/3°EPR. Coerentemente, l’assegnazione di 0,8 di punteggio è da prevedere per tutti gli anni di attività da ricercatore, quindi anche a TD, e non già un misero 0,2 per anno.
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Occorre segnalare come la valutazione dei periodi di Assegno di Ricerca da parte dell’ENEA è a dir poco mortificante nel momento in cui questa attività pienamente di ricerca, anche se penalizzata contrattualmente, finalmente ha avuto pieni riconoscimenti negli altri enti e nelle ultime stabilizzazioni, a fronte delle prime aperture nelle riserve già previste dalla Madia. Incredibilmente nell’ENEA, mentre si ha una vittoria storica al CNR con 325 stabilizzazioni, l’attività di AR vede l’assegnazione di un punteggio di 0,1 per ogni anno, quando, con i dovuti distinguo, una giornata di formazione sul codice degli appalti vale un punto pieno!
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A proposito di Formazione abbiamo una ulteriore penalizzazione delle attività di ricerca. Un solo giorno di formazione vale un punto, anche quelle obbligatorie, quando un anno di attività vale 0,8, gli assegni di ricerca 0,1, una pubblicazione 0,10 o 0,20. L’ENEA si è sempre dichiarata indisponibile, per scarse risorse, ad una programmazione della formazione. Secondo la FLC CGIL e la UIL RUA, il peso della formazione appare particolarmente eccessivo e, nella valutazione complessiva dei titoli rischia di diventare eccessivamente discriminatorio nei confronti di buona parte della platea degli aventi diritto. Infatti gran parte delle alte professionalità, e così ne parla anche la Carta dei ricercatori, non è interessata specificatamente alla formazione classica, ma sostanzialmente ad un perfezionamento delle competenze.
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Come già detto, l’articolo 22 è stato attivato e sono chiuse le domande. Le domande sono state: 31 ricercatori di 3° livello (18 posti), 31 tecnologo di 3° livello (2 posti); 28 Funzionari di amministrazione 5 livello (9 posti); 3 CTER; 1 posto CAM. Occorre considerare che il livello 5° di Funzionario è di fatto saturo nel 2022, laddove invece sono previsti scorrimenti e anche una parziale riedizione sugli altri profili (l’articolo 22 si esaurisce nel 2022). Perché? Le disponibilità dell’articolo 22 possono essere al massimo il 30% delle assunzioni specifiche e sul profilo da Funzionario le assunzioni previste sono più limitate rispetto a R/T e CTER
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A proposito dell’articolo 22, in relazione al fatto che vi saranno scorrimenti e anche una possibile nuova procedura, la FLC CGIL ha evidenziato che scorrimenti e nuove procedure debbano avvenire subito nel 2022, per impedire che siano contestuali o posticipate rispetto agli articoli 53 e 54. Articoli che chiediamo di attivare subito. Ci è stato evidenziato che bisognerà aspettare che il Ministero Vigilante approvi il nuovo, previsto al 31 gennaio 2022, PIAO (Piano integrato di attività e programmazione) che tutte le amministrazioni dovranno predisporre come unico atto, sostituendo tutti i vari piani finora esistenti. Questo significa che già in marzo potrebbe aprirsi il tavolo per il 53 e 54.
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Sull’articolo 52 abbiamo visto il bando uscito che è coerente con quanto previsto e con quanto illustrato a suo tempo verbalmente. Tuttavia è stato evidenziato che occorreva ci fosse un passaggio informativo con le OO.SS. sul testo formale adottato. Essendo una procedura di attestazione di attività e non selettiva volevamo avere certezza che i criteri di priorità, anzianità di ente e anzianità anagrafica, appunto nel caso che le domande siano superiori alle posizioni disponibili, fossero contemplati come previsto. Comunque l’ente ha rispettato gli impegni presi.
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Sottoscritto l’accordo sui benefici assistenziali 2022, con la riattivazione dei prestiti. Convenuta la necessità di quantificare i residui del fondo avanzati negli ultimi 3 anni. Questo avverrà a valle di procedure ancora aperte come titoli di viaggio, indennità disagio per I-III, centri estivi. Poi bisognerà decidere come destinare queste somme. Occorre considerare che in parte il fondo benefici si regge con il travaso di risorse dal fondo salariale, il quale è di tutto il personale. Forse converrà attendere la chiusura del nuovo contratto nazionale e capire i nuovi scenari.
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Si è aperto il confronto sulla mappatura della telelavorabilità. L’ente ha preso atto che, in attesa dell’uscita delle prossime linee guida sul lavoro agile, la questione mappatura è tema di confronto con le OO.SS. Ci è stato, in proposito, consegnato un primo documento che valuteremo, come le altre OO.SS., nelle prossime settimane.
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Nel frattempo si andrà avanti con il vecchio regolamento, senza strappi. A fine gennaio dovrà essere varato il nuovo PIAO, cioè il piano complessivo. Quindi a gennaio si andrà avanti con i classici 6 giorni di LAG. Le domande di LAG si stanno assestando intorno alle 1.600. Per il telelavoro non sembrano essere previste novità di procedure. Le domande sono 242, di cui 29 per telelavoro breve. Probabile una doppia procedura per la sottoscrizione dei contratti. Un immediato rinnovo a gennaio dei precedenti progetti. Probabile un rinvio a febbraio per le nuove domande, a valle di una procedura di verifica anche logistica da realizzare.
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Il Presidente ha visitato il centro Brasimone, ma non ci sono state fornite valutazioni su quella visita. Invece ha incontrato, per discutere del Tecnopolo di Bologna, l’assessore allo Sviluppo economico della Regione Emilia Romagna, Vincenzo Colla, il quale ha assicurato che i lavori procedono come previsto e che l’ENEA avrà un ruolo importante nella nuova infrastruttura.
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