Ddl nucleare: una catastrofe
Prevista un’Agenzia/Authority per la sicurezza nucleare che, con aspetti discutibili, sottrae solo alcune delle cometenze proprie dell'Ispra. Per l’Enea trasformazione in Agenzia: spezzatino in vista? Mutano le modalità di governo della ricerca e dell’innovazione in campo energetico
Il 14 maggio il Senato ha approvato, con modificazioni, un disegno di legge d’iniziativa del Governo, già approvato dalla Camera, recante "Disposizioni per lo sviluppo e l’internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia".
Il provvedimento, ora alla Camera per una nuova lettura, prevede tra l’altro l’istituzione di un’ Agenzia per la sicurezza nucleare che coinvolge alcune delle funzioni di Enea e Ispra. Gli interventi contemplati presentano non pochi elementi di criticità, inerenti sia all’impianto normativo sia agli effetti sui due enti direttamente coinvolti.
Inoltre, l’impianto approvato dal Senato conferma la trasformazione dell’Enea in Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile. L’ iter conseguente, come abbiamo già segnalato, si svilupperà con modalità grottesche (è previsto il triplo commissariamento, senza scadenza e mandati chiari, di un soggetto che non sarà ancora stato costituito giuridicamente) lungo un sentiero che sembra preludere allo smembramento dell’ente al termine di una lunga e lacerante agonia. Sull’intreccio delle disposizioni che puniscono l’Enea non possiamo che ribadire il nostro giudizio decisamente negativo.
Il provvedimento interviene anche sulle politiche per la ricerca e l’innovazione in campo energetico, ridefinendone le modalità di definizione degli indirizzi e d’allocazione delle risorse (art. 40), che tra l’altro prevede la sottrazione all’Enea della titolarità di rilevanti programmi di ricerca internazionali. È contemplata la stipula di un’apposita convenzione tra l’ Agenzia per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa SpA e i Ministeri dello sviluppo economico e dell’ambiente. Non sono escluse, in prospettiva, ricadute anche sulle attività dell’Infn.
Il processo si legherà verosimilmente anche alle imminenti misure di riordino previste per gli Enti vigilati dal Miur e, nel breve termine, influenzerà la predisposizione dello Statuto dell’Ispra.
Il ripensamento delle politiche del Paese nel settore dell’energia, in particolare per ciò che riguarda le attività di ricerca, non può avvenire senza il coinvolgimento delle professionalità operanti negli enti.
Pertanto, per costruire chiavi di lettura condivise ed elaborare proposte e linee d’intervento politico, dal mese di giugno organizzeremo assemblee e momenti di confronto tra i lavoratori degli enti interessati. A partire dal processo di definizione del nuovo Statuto dell’Ispra.
Roma, 25 maggio 2009
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Quale sicurezza nucleare per l’Italia?
Il governo, nel maldestro tentativo di rilanciare il nucleare in Italia, istituisce un’ Agenzia per la sicurezza nucleare che è individuata come la sola autorità di vigilanza nazionale responsabile per la sicurezza nucleare e la radioprotezione. I suoi pareri saranno vincolanti per tutto ciò che attiene alla regolamentazione tecnica, il controllo e l’autorizzazione ai fini della sicurezza delle attività inerenti all’energia nucleare (art. 30).
Nel suo organo collegiale è rappresentato il Ministero dello sviluppo economico, che ne designa la metà dei componenti. Si ripresenta così il rischio di conflitto tra controllore e controllato dal quale l’Italia si era svincolata con l’emanazione della L. 61/1994 istitutiva dell’ex Anpa. Il rischio appare ben contrappesato dalle modalità di nomina del Presidente e dei quattro membri previsti: con le modalità proprie delle Authority, le prerogative delle commissioni parlamentari competenti sono ampie e il loro parere sulle personalità designate dal Presidente del Consiglio e dai Ministri dell’ambiente e dello sviluppo economico è vincolante.
Nel DdL sono presenti lacune e contraddizioni.
Infatti, si prevede che l’Agenzia eserciti le proprie funzioni soltanto per la sicurezza nucleare e la radioprotezione, non per le altre branche per le quali la normativa nazionale e internazionale richiede una funzione di autorità di vigilanza (controllo materie e salvaguardie, protezione fisica, supporto per le emergenze e controllo radioattività ambientale). Esse non sono citate dal disegno di legge, quindi sembrerebbero restare prerogativa dell’Ispra, Dipartimento Nucleare, Rischio Tecnologico e Industriale. Si configura così una preoccupante cesura tra le materie di controllo da parte di un’ autorità.
Inoltre, contestualmente all’istituzione dell’Agenzia per la sicurezza, si prevede che le approvazioni concernenti gli impianti nucleari concesse negli ultimi dieci anni, anche in Paesi non membri dell’Agenzia per l’energia nucleare dell’Ocse (Ocse-Aen), a seguito della definizione di accordi bilaterali, siano considerate valide in Italia. Anche se è comunque prevista l’approvazione dell’Agenzia per la sicurezza nucleare (art. 25, comma 2, lettera i)), il rischio che se ne aggirino di fatto le prerogative è reale.
Il disegno di legge predetermina anche le risorse umane di cui l’Agenzia dovrà essere dotata, prefigurandone un deciso sottodimensionamento: le 100 unità previste (50 provenienti dall’Ispra e 50 dall’Enea) sono ampiamente insufficienti a fronteggiare i delicati impegni che l’Agenzia dovrà affrontare, legati a un piano per la realizzazione di quattro centrali nucleari di potenza. Si pensi che le competenze oggi impegnate, in un contesto meno complesso di quello prevedibile già per l’immediato futuro, corrispondono a circa novanta unità nell’Ispra e ad almeno una sessantina presso l’Enea, senza considerare quanti sono impegnati in attività comunque connesse, ad es metrologia, geologia, etc. In entrambi i casi, le strutture sono già oggi sottodimensionate anche a causa di un turn over pronunciato.
Non pochi, ancora, sono gli elementi di criticità per il personale proveniente dai due enti. Per la loro individuazione, infatti, sono previsti due distinti decreti ministeriali, emanati unilateralmente dai Ministri dell’ambiente e dello sviluppo economico, senza che siano contemplati confronti con le organizzazioni sindacali. Inoltre, la clausola di salvaguardia prevista si presenta alquanto sibillina: invece di prevedere in modo chiaro il mantenimento dello stato giuridico ed economico, si ricorre a formule quali la conservazione del trattamento giuridico ed economico in godimento all’atto del trasferimento: soprattutto per il personale Enea, per il quale non è ancora stato effettuato l’accordo sulle tabelle d’equiparazione previsto dal Ccnl degli Enti di ricerca, l’ambiguità della formula proposta potrà dar luogo a situazioni lesive degli interessi dei lavoratori.
Non siamo pregiudizialmente contrari all’istituzione dell’Agenzia per la sicurezza nucleare. Tuttavia, per le ragioni suesposte, riteniamo che debbano essere colmate alcune lacune e corrette alcune criticità. In particolare:
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occorre ristabilire l’unicità della funzione di autorità, estendendo la competenza dell’Agenzia anche alle branche per le quali ne è attualmente prevista la permanenza in seno all’Ispra;
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nella delicata fase di stesura dello statuto occorrerà prestare attenzione alla complessa questione della vigilanza;
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deve essere chiarita la centralità della funzione di controllo, prevedendo in modo chiaro che il parere dell’Agenzia è comunque vincolante, anche per le autorizzazioni di progetti concesse fuori dai Paesi Ocse-Aen;
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devono essere assicurate da subito le qualificate risorse umane necessarie coerentemente con la natura e la complessità delle funzioni che l’Agenzia è chiamata a svolgere.