Dati su Scienza, Tecnologia ed Innovazione a livello europeo
Relazione del Commissario Potocnik
“L’Europa della conoscenza si deve svegliare”, dice il Commissario europeo alla ricerca Potocnik. E questo è il titolo della relazione tenuta il 19 luglio 2005 a Brussels per presentare le “Key Figures 2005 on Science Technology and Innovation”.
Si tratta dei dati fino al 2003 ed il Commissario osserva che in Europa gli investimenti in Ricerca e Sviluppo non crescono (mentre in altri paesi come la Cina aumentano con estrema velocità) e continuano a restare sotto il 2% del PIL, ma ai finanziamenti associa una importante considerazione sulle persone che dovrebbero operare nella ricerca e dice che ai ricercatori non vengono offerte carriere capaci di attrarli.
Permane ancora in Europa una bassa inclinazione delle imprese a finanziare la ricerca ed i Governi dei paesi europei, almeno in maggioranza, non operano per il raggiungimento degli obiettivi di Lisbona (l’Italia è tra questi) come se non credessero alla sua importanza. Il 3% appare sempre più lontano.
Una riflessione interessante contenuta nella relazione è quella che mostra che fino al 1999 la crescita di imprese europee negli Stati Uniti, ma anche, sia pure a livello un po’ inferiore, quella di imprese statunitensi in Europa, sia stata notevole; tale crescita si è quasi completamente arrestata dal 1999 al 2002 come se l’Europa non riuscisse più ad attrarre gli imprenditori americani, ma anche come se gli europei non avessero più la capacità di impiantarsi negli Stati Uniti.
Il Commissario osserva poi che l’Europa ha buone capacità di formare i giovani nei settori delle scienze e dell’ingegneria (settori purtroppo sempre meno scelti dagli studenti in questi ultimi anni) ma la carriera della ricerca continua ad essere poco attrattiva e sono sempre di più i laureati ed i dottori di ricerca che partono per l’America con un biglietto di sola andata.
Anche sulle politiche per le imprese si fa troppo poco, occorre invece incentivare la nascita di iniziative innovative, far convergere le imprese esistenti su una produzione di qualità ed agire con convinzione sul mercato finanziario. Ma tutto ciò va fatto subito.
Il Commissario termina con un po’ di ottimismo, affermando che è possibile cambiare direzione di marcia, che l’Europa può farcela e che lui stesso chiederà a tutti i ministri della ricerca dei paesi membri di aumentare da subito gli investimenti in ricerca e sviluppo, ma opererà anche perché si scelga la strada di una maggiore integrazione delle politiche della ricerca che non possono continuare ad essere 25 e spesso divergenti tra di loro.
Solo così si potrà parlare di economia della conoscenza e gli obiettivi di Lisbona non saranno solo un miraggio.
Vedremo quale risposta riceverà il Commissario dal Governo Italiano che si sta apprestando alla legge finanziaria, ma che in questi anni non ha fatto che tagliare i già scarsi finanziamenti alla ricerca ed operare col blocco delle assunzioni sui giovani costringendone numeri sempre maggiori ad andare in paesi che, a differenza dell’Italia, considerano la ricerca un indispensabile fattore di sviluppo.
La sintesi della relazione ed il documento completo si trovano sul sito della Commissione Europea
Roma, 27 luglio 2005