CRA: su Ballarò si parla di tagli alla spesa pubblica, ma si dimentica una classe dirigente senza progetto
La FLC chiede ai vertici CRA INEA e MIPAAF parole chiare rispetto alle osservazioni emerse dal servizio televisivo
Lo scorso 4 marzo, il popolare talk-show di RAI TRE, Ballarò, seppur con un breve servizio, collegato al tema della spesa pubblica, ha aperto una finestra sull’ipotesi legislativa in discussione circa l’accorpamento dell’INEA al CRA facendo inoltre un breve parallelo anche con la recente e analoga operazione INRAN.
Tra le domande rivolte ai dipendenti all’ingresso delle sedi di lavoro e qualche informazione di commento fornita dal cronista e da altro giornalista appositamente intervistato, il quadro che emerge agli occhi della pubblica opinione non è dei più esaltanti. Infatti, la percezione generalizzata che si trasmette, in pochi minuti, è che per l’ennesima volta si è svelato un altro ente inutile dove la tanto decantata Spending Review non scalfisce nulla e tutto continua come prima.
Un approccio mediatico generalizzato, che ben conosciamo, dove tutto si banalizza a vantaggio delle mai abbastanza sottolineate responsabilità di una classe dirigente che come in molti altri campi della pubblica amministrazione “gestisce”, ancora oggi nonostante tutto, per nome e per conto dei propri referenti e dove la vittima sacrificale predestinata è il “dipendente pubblico” fonte di tutti i mali della PA.
Così accade che i precari sono già scomparsi dal computo dei licenziati, perché in realtà mai assunti, ma abbastanza affinché diventino un costo enorme perché, guarda caso, assimilati a “Costosi Consulenti esterni” senza poi porre le basi per una minima distinzione tra le note e veramente onerose consulenze attraverso le quali la politica ha costruito il consenso e le centinaia di co.co.co. semestrali e/o annuali per ricercatori, tecnici e amministrativi che suppliscono croniche carenze in organico generate da anni di blocco delle assunzioni nelle amministrazioni regionali e del MIPAAF.
Responsabilità che spariscono fatalmente agli occhi dell’opinione pubblica e fanno della Ricerca un orpello costoso quanto inutile. Un approccio devastante dove si coltiva l’assenza della capacità di distinguere le responsabilità, impedendo così di conseguenza la possibilità di scelta e quindi la possibilità di modificare.
Nessuna parola sulle scandalose operazioni immobiliari da parte degli ex vertici INEA che in parte ne hanno determinato il commissariamento, nessuna parola sui vertici amministrativi dell’ex INRAN interessati da provvedimenti giudiziari, nessuna parola su analoghi provvedimenti nei confronti di alti dirigenti MIPA chiamati anche alla Direzione del CRA, nessuna parola sulle decine e decine di posizioni dirigenziali costruite negli anni e spesso prive di rilevanza organizzativa e quindi funzionale
Siamo convinti che l’informazione per essere utile e funzionale al suo ruolo può anche utilizzare il messaggio forte e provocatorio, ma deve necessariamente essere completa. Pochi minuti non sono sufficienti, ma bastano per una visione distorta.
In questa parte della pubblica amministrazione cioè la ricerca nell’agroalimentare ci sono anche in parte le risposte alla crisi di questo Paese, che aspetta Innovazione e nuovi modelli di sviluppo nel rapporto con l’ambiente e il territorio.
Tutto questo oggi non è compromesso da una non meglio definita “Riduzione della Spesa”, ma esclusivamente dalla totale assenza di obiettivi e programmi che guardino almeno al medio periodo.
Tuttavia, nonostante questo una larga parte del personale di ruolo e precario oggi del CRA e INEA e ieri di INRAN, ENSE ed INCA, in pieno regime di blocco dei contratti, spesso bel oltre le sue mansioni, ha assicurato e assicura tutt’ora un livello di credibilità e funzionalità del sistema dentro il quale ancora oggi le “eccellenze” non sono rarità. Certo, molto c’è da fare nella direzione di un miglioramento complessivo e sappiamo che l’“acqua Sporca” c’è, ma la maggioranza di lavoratrici e lavoratori non ha interesse alcuno ne voglia di difendere interessi e privilegi che nulla hanno a che fare con la missione istituzionale e gli interessi più generali.
Oggi il miglior modo per difendere queste istituzioni è quello valorizzare le professionalità che pure ci sono iniziando a fare delle scelte chiare a partire dai vertici in direzione della competenza e della economicità, soprattutto a livello dirigenziale.
Proprio per questo ci attendiamo appunto, dai vertici di CRA, INEA e Ministero delle politiche agricole, parole chiare in questa direzione che sappiano rispondere anche alle osservazioni emerse nel servizio, di cui a seguire indichiamo il link disponibile in rete: vai al servizio (minuto 2.31).