CNR: rientro sì, ma in sicurezza
La FLC CGIL ritiene che sia possibile mantenere, ove necessario, una buona percentuale di lavoro agile nelle condizioni normative attuali, almeno fino al 31 dicembre 2021.
Con la nota circolare del Direttore Generale del CNR 71246 del 27 ottobre 2021, l’Amministrazione ha intimato ai Direttori/Dirigenti/Responsabili di assicurare che i dipendenti CNR, tornassero a prestare il loro lavoro in presenza, chiudendo, almeno temporaneamente, la sperimentazione del lavoro agile, peraltro aperta durante la drammatica emergenza pandemica da Covid-19.
In realtà l’art.263 del DL 34 del 19 maggio 2020, richiamato nel Decreto Ministeriale della Funzione Pubblica, lascia spazio alla possibilità di derogare fino al 31 dicembre 2021, data momentaneamente fissata per il termine dell’emergenza sanitaria, al Decreto Ministeriale stesso.
Lo stesso DPCM del 23 settembre 2021 al Comma 2, nel dichiarare che “la modalità ordinaria di svolgimento della prestazione lavorativa è quella svolta in presenza” ingiunge “il rispetto delle misure sanitarie di contenimento del rischio di contagio da COVID-19 impartite dalle competenti autorità”, implicitamente lasciando alle amministrazioni la possibilità di ricorrere al lavoro agile nei casi in cui non sia possibile garantire un rientro al lavoro in sicurezza.
Nella nota del DG vengono almeno salvaguardati quei lavoratori che in virtù di una certificazione riferibile all’art.3 c.3 Legge 104, o alla condizione di fragilità da immunodeficienza o patologie invalidanti, possono continuare a svolgere la loro attività in modalità agile.
La FLC CGIL rileva che ancora una volta l’Amministrazione scarica sui Direttori/Dirigenti/Responsabili, la decisione ultima di organizzare il rientro in presenza dei lavoratori, non considerando adeguatamente le norme di sicurezza e il protocollo adottato per tutelare il personale e preservarlo dal rischio di contagio ancora significativo.
La FLC CGIL considera scellerata la norma Brunetta che prevede per la Pubblica Amministrazione un rientro in massa dal 2 novembre che non tiene conto, non solo degli ambienti di lavoro ma neanche delle infrastrutture, trasporti, traffico mezzi pubblici ecc. Ritiene altresì sconsiderata la nota “notarile” del DG che prevede un rientro in presenza di tutti i lavoratori, in tutte le Strutture CNR, senza prima averne valutato l’impatto sulle misure di sicurezza ai fini della prevenzione dall’infezione da SARS-CoV2, che come i dati dimostrano è, purtroppo, tutt’ora in lieve aumento.
Nella nota del DG, la questione sicurezza, viene relegata alle ultime righe, mentre la FLC CGIL ritiene che sia di fondamentale importanza. In particolare la valutazione degli ambienti, il distanziamento dei lavoratori e la sanificazione, diventano dirimenti non solo negli uffici e nei laboratori, ma anche nei luoghi in cui vi è un flusso massiccio di persone (mense, bar, corridoi, ecc.).
La FLC CGIL ritiene che sia possibile mantenere, ove necessario, una buona percentuale di lavoro agile nelle condizioni normative attuali, almeno fino al 31 dicembre 2021. Lavoro agile che gradualmente dovrà essere normato e regolato secondo il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro, così come previsto dall’accordo fra Governo e Sindacati del 10 marzo scorso.
Inoltre, non si può prescindere e dimenticare che per 18 mesi i lavoratori del CNR che hanno lavorato in lavoro agile non hanno creato alcun problema o disservizio, anzi, insieme a quelli in presenza, hanno comunque prodotto e mantenuto alto lo standard qualitativo dell’Ente.
La FLC CGIL ha sollecitato l’Amministrazione ad assumersi le responsabilità, a valorizzare l’esperienza del lavoro agile che rappresenta una importante opportunità e modalità lavorativa, oltre ad aver contribuito al miglioramento delle condizioni ambientali come risulta da importanti studi scientifici.