Cnr, alcune considerazioni sul reclutamento
Come nell'intero comparto occorre un piano complessivo di sviluppo delle risorse umane. L'ente, a partire dal reclutamento, fatica a costruirlo
Il reclutamento costituisce un aspetto fondamentale per lo sviluppo e la programmazione scientifica degli Enti Pubblici di Ricerca e, come tale, deve essere sostanzialmente rilanciato. Occorre rivedere le modalità di contenimento della spesa oggi previste, anche per superare il problema delle dotazioni organiche inadeguate che affligge non pochi Enti, e mantenere e potenziare il reclutamento aggiuntivo.
In tale quadro, tutt’altro che scontato, il piano triennale 2009-2011 rappresenta un passaggio di fondamentale importanza per il Cnr. Dopo anni di stasi, s’intravedono i primi segnali di un’inversione di tendenza.
Si tratta di un’opportunità da cogliere cercando di perseguire regolarità nella cadenza dei concorsi, equità nelle opportunità di partecipazione e chiarezza nell’individuazione delle priorità. A partire dal reclutamento, occorre che l’ente mostri una capacità di gestione di un processo di sviluppo delle risorse umane di cui non si scorge ancora traccia.
In queste settimane si sta affrontando la delicata fase di ripartizione delle posizioni da bandire tra gli istituti.
Chiediamo che tutti i relativi passaggi avvengano in tempi rapidi. Non è accettabile che si ripeta quanto accaduto per i concorsi banditi due anni fa: la prima tranche non è ancora totalmente conclusa; per la seconda, le commissioni esaminatrici delle undici posizioni da Cter sono state pubblicate lo scorso 7 aprile, mentre di quelle relative ai quarantacinque posti di ricercatore non c’è ancora traccia!
Riteniamo che tutte le fasi del processo debbano svolgersi nella massima trasparenza, ispirandosi a criteri precisi e secondo modalità chiare.
La materia non è oggetto di confronto con le organizzazioni sindacali. Abbiamo comunque chiesto al Cnr
-
che siano chiaramente espressi i criteri adottati per ripartire i posti da bandire;
-
che nella loro destinazione sia considerata primariamente l’effettiva presenza di personale precario (tempi determinati, assegnisti, collaborazioni coordinate e continuative, …) in ciascun istituto, la cui distribuzione è indubbiamente correlata alle attività effettivamente programmate nella rete scientifica;
-
che la relativa definizione di profili e titoli richiesti per l’accesso offra l’effettiva possibilità di partecipazione a tutto il personale precario dell’ente, con un’adeguata valutazione di tutti i titoli di servizio maturati, indipendentemente dalla tipologia dei contratti sottoscritti nel tempo e dalla natura dei relativi fondi di finanziamento;
-
che siano chiaramente individuate le funzioni dei vari attori di questa fase (direttori di dipartimento, direttori di Istituto, capi-progetto, capi-commessa, …);
-
che sia trasparente, all'interno di ogni Istituto, il percorso seguito per individuare la consistenza delle richieste e le modalità con cui queste sono presentate alla dirigenza dell'ente.
Su tali questioni, così come sulle altre inerenti la stesura dei bandi, i criteri per la composizione delle commissioni esaminatrici e il loro operato, c’impegniamo a esercitare tutte le azioni possibili, per quanto di nostra competenza, per contribuire a garantite quegli elementi d’equità e trasparenza, la cui effettiva realizzazione appare tutt’altro che scontata, e che sono il cardine delle politiche di sviluppo delle risorse umane di cui un ente di ricerca non può fare a meno.
Roma, 14 aprile 2009