Formazione professionale: riuscito lo sciopero regionale in Veneto
Centri di formazione chiusi e lavoratori in piazza lunedì 12 novembre in occasione dello sciopero generale proclamato da FLC CGIL, CISL SCUOLA, UIL SCUOLA e SNALS CONFSAL.
Il 12 novembre, il 95% dei Centri di Formazione del Veneto sono rimasti chiusi, e, nonostante le avverse condizioni del tempo e l’acqua alta, oltre un migliaio di lavoratori dei Centri di formazione professionale provenienti da tutte le province hanno manifestato sfilando in corteo per le calli di Venezia, da Piazzale Roma a Campo San Tomà, dove la manifestazione si è conclusa con gli interventi dei dirigenti delle organizzazioni sindacali che la avevano organizzata.
Alla manifestazione hanno portato la solidarietà della FLC CGIL Gigi Rossi della Segreteria nazionale, e il responsabile del comparto Giovanni Lo Cicero che ha sottolineato come pur nelle loro specificità, le vertenze dei sistemi regionali di formazione presentino tratti comuni, dovuti alla mancanza di coordinamento nazionale delle politiche formative, alla carenza delle risorse e al disinvestimento, oltre che alle modifiche normative che li hanno interessati negli ultimi anni.
Al termine della manifestazione una delegazione di lavoratori, insieme ai rappresentanti delle organizzazioni sindacali, data la indisponibilità dell’Assessore Donazzan, altrove per impegni istituzionali, è stata ricevuta a Palazzo Ferro Fini dal Vice Presidente del Consiglio Regionale, Bonfante. Erano presenti anche i consiglieri, Fasoli, Pigozzo, Tiozzo, Sinigaglia e Tesserin, quest’ultimo Presidente della Commissione Consiliare Statuto, incaricato dall’Assessore Donazzan di rappresentarla.
I delegati dei lavoratori hanno rappresentato la valenza formativa e sociale del comparto, ed esposto lo stato di grande disagio, ormai insostenibile, in cui attualmente versa, a causa dei ritardi nella attribuzione dei finanziamenti già deliberati nei bilanci della Regione, che hanno costretto gli enti di formazione a ricorrere al credito per pagare gli stipendi agli operatori.
È stata denunciata anche la criticità dei tagli preannunziati dall’Assessore Donazzan, di cinque milioni sui primi anni, e che protraendosi per tre anni avranno un effetto moltiplicatore, raggiungendo i 30 milioni di euro, in aperto contrasto con gli impegni assunti dal Presidente della Regione Zaia in campagna elettorale.
Nell’incontro la FLC CGIL ha denunciato come ulteriori tagli rischino di mettere in ginocchio il sistema smantellandolo, nella regione dove il parametro utilizzato è il più basso d’Italia e non ostante tutto ha consentito di ottenere risultati di eccellenza sia sotto il profilo degli occupati (75% dopo 6 -8 mesi dalla qualifica), sia sotto quello della rimotivazione degli studenti a proseguire negli studi, grazie principalmente alla abnegazione degli operatori e non ostante la compressione di salari e diritti. Per la nostra organizzazione, in questo comparto, come per tutti i comparti della conoscenza, invece che tagli devono essere effettuati investimenti, per continuare a sostenere le esperienze d’eccellenza e facilitarne la piena integrazione con il sistema dell’istruzione e della formazione universitaria.
Il segretario generale regionale della FLC CGIL Salvatore Mazza ha chiesto con forza che il Consiglio si impegni a trovare soluzioni immediate per consentire lo sblocco del finanziamento in modo tale da consentire che vengano retribuiti i lavoratori, ai quali non vengono pagati gli stipendi già da alcuni mesi, ripristinando il loro diritto e contribuendo a generare un clima più sereno che consenta di affrontare i nodi di prospettiva del comparto.
Il Vice Presidente Bonfante ha accolto la richiesta ed insieme ai consiglieri di opposizione presenti si è impegnato a far discutere, nei limiti consentiti dal regolamento del Consiglio, ma in tempi brevissimi, un provvedimento urgente che consenta lo sblocco del finanziamento e ad avviare un ragionamento organico che porti alla revisione degli accreditamenti e ad una migliore definizione normativa.
L’Assessore Donazzan ha già convocato per il pomeriggio del 13 novembre le organizzazioni sindacali che hanno proclamato lo sciopero.
Per la FLC CGIL nazionale il tratto comune delle vertenze regionali dipende in gran parte dalle politiche di austerità europee, dalla revisione della spesa e dai patti di stabilità troppo severi imposti alle regioni, contro i quali, per una Europa solidale e per un cambio di rotta nelle politiche comunitarie e negli stati nazionali, tutti i comparti della conoscenza sciopereranno il 14 novembre e manifesteranno insieme alle organizzazioni aderenti alla Confederazione dei Sindacati. Proprio per queste ragioni per il comparto della formazione del Veneto, la CGIL ha anticipato lo sciopero al 12 novembre, facendolo confluire nella iniziativa unitaria decisa alla fine dello scorso mese d’ottobre.
I tagli alla spesa, infatti, generano in Veneto come nelle altre regioni italiane, problemi di bilancio e di cassa, comprimendo salari e diritti dei lavoratori e creando ulteriori difficoltà per il comparto, talvolta impedendo lo stesso utilizzo dei fondi comunitari.
E questo è ancor più grave per il comparto, già colpito da un progressivo disinvestimento ed alla riformulazione dei suoi compiti dovuti delle scelte operate dagli ultimi governi sulle forme di accesso al lavoro.
Per questo la FLC, insieme alla CGIL, il prossimo 12 dicembre, chiamerà a Roma, in un convegno nazionale, il proprio quadro dirigente ed i rappresentanti delle istituzioni per discutere le prospettive ed il ruolo del comparto della formazione professionale nel sistema formativo e dell’istruzione in Italia, per la crescita del Paese.
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